Vangelo: differenze tra le versioni

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=== Lingua ===
I più antichi manoscritti dei vangeli canonici, come pure di tutto il ''Nuovo Testamento'', ci sono pervenuti in greco (''[[Koinè]]'') e buona parte degli studiosi oggi ritiene che i quattro vangeli siano stati scritti originariamente in greco, la lingua franca dell'oriente romano.
Sulla traccia di alcuni commentatori antichi si è tuttavia avanzata l'ipotesi che Matteo abbia scritto originariamente in aramaico il suo vangelo (detto ''[[Vangelo degli ebreiEbrei]]'') e che questo sia stato tradotto in greco con correzioni di Marco.
 
In effetti già i [[Padri della Chiesa]] avevano parlato del Vangelo di Matteo scritto in ebraico e [[Papia (lessicografo)|Papia]] lo attesta nel 130<ref>{{cita libro| Jean | Carmignac | La nascita dei vangeli sinottici| Edizioni Paoline | 1985 }}</ref>. È [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] a citare le parole di Papia: "Matteo raccolse quindi i detti di [[Gesù]] nella lingua degli Ebrei". All'inizio del III secolo [[Origene]], parlando dei Vangeli, fa riferimento a quello di Matteo, e riportando le sue parole Eusebio dice che "per primo fu scritto quello Secondo Matteo, il quale era stato un tempo pubblicano, poi apostolo di Gesù Cristo, nella lingua degli Ebrei" (Storia ecclesiastica, VI, XXV, 3-6). Anche [[San Girolamo|Girolamo]] scrisse nella sua opera ''[[De viris inlustribus]]'' che "Matteo scrisse il Vangelo di Cristo nella lingua degli Ebrei, per quelli che s'erano convertiti dal giudaismo".
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Non esiste comunque alcun manoscritto in aramaico che possa provare l'origine semitica dei vangeli, ma solo tarde traduzioni dal greco ([[Peshitta]]) e, al momento, si ritiene che chi li scrisse non fosse, verosimilmente, di lingua madre greca. Lo studio sulla lingua dei vangeli ha sollevato numerosi interrogativi in quanto, sia dal punto di vista linguistico che della coerenza interna, alcuni passi risultano ambigui. Sono perciò in corso numerosi tentativi di spiegare tali incongruenze lavorando su possibili traduzioni alternative.
 
Il biblista francese [[Jean Carmignac]] ipotizzò l'esistenza di una versione in lingua aramaica andata perduta, che fu poi tradotta in greco. Ciò fu fatto sulla base di una retrotraduzione dal greco al testo ebraico presunto e di alcuni [[Padri della Chiesa]] che accennano all'esistenza della versione ebraica<ref>{{cita web|url=https://lanuovabq.it/it/i-vangeli-furono-scritti-in-ebraico|titolo=I Vangeli furono scritti in ebraico}}</ref>:
Il Vangelo di Matteo era rivolto alla comunità ebraica e, secondo la ''Redationgeschichte'' (RG) del [[metodo storico-critico]], si differenzia dal Vangelo secondo Luca proprio per il fatto di citare l'Antico Testamento che era ben noto alla sua comunità di uditori, mentre Luca omette le citazioni, essendo un pagano convertito che si rivolge ai pagani. Inoltre, sempre secondo la RG, il Vangelo secondo Matteo è strutturato in 5 parti che ricordano il [[Pentateuco]].
Inoltre:
{{quote|Marco, interprete di Pietro, riferì con precisione, ma disordinatamente, quanto ricordava dei detti e delle azioni compiute dal Signore. Non lo aveva infatti ascoltato di persona, e non era stato suo discepolo, ma [...] di Pietro; questi insegnava secondo le necessità, senza fare ordine nei detti del Signore. In nulla sbagliò perciò Marco nel riportarne alcuni come li ricordava. Di una sola cosa infatti si preoccupava, di non tralasciare alcunché di ciò che aveva ascoltato e di non riferire nulla di falso|[[Eusebio di Cesarea]], ''[[Historia Ecclesiatica]]'', III, 39. 15}}
In quest'ultimo passo, Marco è definito con la parola greca ''ermeneutes'', che significa traduttore.
 
==== Ipotesi greca ====