Andrea Pazienza: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
{{citazione|Il mio primo disegnino riconoscibile l’ho fatto a 18 mesi, era un orso, questo testimonia quanto era forte in me il bisogno di disegnare|Andrea Pazienza, ''Il segno di una resa invincibile'', ''[[Corto Maltese (rivista)|Corto Maltese]]'', novembre 1983}}Pazienza nacque a [[San Benedetto del Tronto]]
In questi anni realizzò i suoi primi fumetti, in parte rimasti inediti, e una serie di dipinti; collaborò inoltre con il Laboratorio Comune d'Arte "Convergenze" che dal 1973 espose i suoi lavori in mostre sia collettive sia personali. Nel 1974 si iscrisse al corso di laurea in [[DAMS|Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo]] ([[DAMS]]) presso l'[[Università degli Studi di Bologna|Università di Bologna]], ma abbandonò gli studi a due esami dal conseguimento della laurea. Nel capoluogo emiliano visse appieno gli anni della contestazione legata al [[Movimento del '77]], che fanno anche da sfondo al suo primo lavoro edito: il fumetto ''Le straordinarie avventure di Pentothal'', (''Alter Alter'', 1977) e nello stesso periodo frequentò anche altri artisti e scrittori come [[Enrico Palandri (scrittore)|Enrico Palandri]], [[Pier Vittorio Tondelli]], Gian Ruggero Manzoni, [[Freak Antoni]] e [[Francesca Alinovi]].
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[[File:Andrea Pazienza San Menaio.jpg|thumb|Pazienza nel 1981 sul lungomare di [[San Menaio]]]]
Dal 1979 al 1981 collaborò col settimanale di satira ''[[Il Male]]''. Nel frattempo, con il gruppo di ''Cannibale'' più [[Vincenzo Sparagna]] fondò nel 1980 il mensile ''[[Frigidaire (rivista)|Frigidaire]]''
[[File:Redazione frigidaire 1982.jpg|thumb|La redazione di ''[[Frigidaire (rivista)|Frigidaire]]'' al completo, nel febbraio 1982. In piedi da sinistra: [[Tanino Liberatore]], [[Vincenzo Sparagna]], [[Filippo Scozzari]] e [[Massimo Mattioli]]; sotto: [[Stefano Tamburini]] e Andrea Pazienza.|sinistra]]
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Pazienza si dedicò anche all'insegnamento, dapprima presso la ''Libera Università di Alcatraz'' di [[Dario Fo]] a [[Gubbio]] (coordinata dal figlio [[Jacopo Fo|Jacopo]]), quindi nel 1983 partecipò a [[Bologna]] alla ''Scuola di Fumetto e Arti Grafiche [[Zio Feininger]]'', fondata da Brolli e Igort in collaborazione con l'Arci locale, e insegnò a fianco di [[Magnus (fumettista)|Magnus]], [[Lorenzo Mattotti]], [[Silvio Cadelo]] e altri. Qui tenne un corso fino al giugno del 1984 (tra gli allievi [[Francesca Ghermandi]], [[Alberto Rapisarda]], [[Enrico Fornaroli]] e [[Sauro Turroni]]), raccontando quell'esperienza di insegnante qualche anno più tardi nel [[romanzo a fumetti]] [[Pompeo (fumetto)|''Pompeo'']].
Senza limitarsi al fumetto, Pazienza firmò in questi anni manifesti cinematografici (tra i quali quello della ''[[La città delle donne|Città delle donne]]'' di [[Federico Fellini|Fellini]] nel 1980, e quello per ''[[Lontano da dove]]'', regia di [[Stefania Casini]] e [[Francesca Marciano]], nel 1983), videoclip (''[[Milano e Vincenzo]]'' di [[Alberto Fortis]] e ''[[Michelle]]'' dei [[The Beatles|Beatles]] per il programma ''[[Mister Fantasy]] di'' [[Rai 1]]), copertine di dischi (come ''[[Robinson, come salvarsi la vita|Robinson]]'' di [[Roberto Vecchioni]], ''S.o.S brothers'' di [[Enzo Avitabile]] e ''[[Passpartù]]'' della [[Premiata Forneria Marconi]]) e campagne pubblicitarie. Lavorò anche per il mondo del [[teatro]], realizzando [[scenografia|scenografie]] e ideando locandine, come nel caso dello spettacolo di [[teatro-danza]] ''Dai Colli'' (coreografia di [[Giorgio Rossi]]) della compagnia [[Sosta Palmizi]]. Si cimentò anche nella pittura, esponendo nuove opere sia nel 1982, in occasione della rassegna ''Registrazione di Frequenza'' presso la [[Galleria d'arte moderna di Bologna|Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna]], sia nel 1983, presso la galleria milanese Nuages e alla mostra ''Nuvole a go-go'' presso il [[Palazzo delle Esposizioni (Roma)|Palazzo delle Esposizioni]] di [[Roma]] (con [[Altan]] e [[Pablo Echaurren]]). {{Senza fonte|Inoltre, decorò con pitture murali l'aula del Polo Didattico della Facoltà di Lettere di [[università di Genova|Genova]]}}, e realizzò il gigantesco ''Zanardi equestre'' a [[Cesena]].
Se in questi anni conobbe una grande popolarità grazie al suo lavoro, contemporaneamente come tanti della sua generazione si avvicinò alle [[Droga|droghe]] pesanti e in particolare all’[[eroina]], alternando astinenza e dipendenza. Ben presto si guadagnò la fama di "tossico", {{Sf|sulla quale egli stesso amava scherzare (ad esempio in un'intervista rilasciata a Red Ronnie nel 1984),}} e nel contempo cominciò a lavorare di meno e fu anche lasciato dalla sua fidanzata storica, Elisabetta Pellerano, che aveva iniziato una relazione con l'amico comune [[Marcello Jori]].<ref>https://paz-tastic.blogspot.it/2008/02/la-sofferenza-dellabbandono.html</ref>
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Dal 1986 collaborò anche con ''Avaj'', supplemento del mensile ''[[Linus (periodico)|Linus]]'', con ''[[Tango (rivista)|Tango]]'', settimanale del quotidiano ''[[L'Unità]]'', con ''Zut'', rivista satirica diretta da [[Vincino]], e con ''Comic Art''. Nel 1987 firmò la scenografia dello spettacolo di danza ''Dai colli'' del coreografo [[Giorgio Rossi]] e collaborò alla sceneggiatura de ''[[Il piccolo diavolo]]''<ref>{{Cita libro|titolo=Passione|url=https://books.google.it/books?id=QfynSBHlEgYC&pg=PA40&dq=andrea+pazienza+piccolo+diavolo+benigni&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwie2Y-GmIfZAhVFaxQKHbxoDN4Q6AEIJzAA#v=onepage&q=andrea%20pazienza%20piccolo%20diavolo%20benigni&f=false|accesso=2 febbraio 2018|data=2008|editore=Tunué|lingua=it|p=40|ISBN=9788889613528}}</ref> di [[Roberto Benigni]] il quale non accreditò il suo contributo, ma gli dedicò l'intero film, uscito nelle sale dopo la sua morte. In quegli anni nacquero opere legate alla sua crescente passione per la poesia e la storia: ''Pompeo'', ''Campofame'' (da un poema di [[Robinson Jeffers]]) e ''Astarte''.
Nella notte del 16 giugno 1988 Pazienza morì improvvisamente nella sua abitazione a
Pazienza fu sepolto nel cimitero di [[San Severo]]. Al padre aveva detto: "Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po' di terra a San Severo, e un albero sopra".<ref>Enrico Fraccacreta. ''Il giovane Pazienza. Il disincanto degli anni inediti''. Viterbo, Stampa alternativa, 2001.</ref> Il desiderio, più volte espresso, fu ricordato anche dalla madre del disegnatore durante l'orazione funebre.<ref name="ansa" /> Pochi giorni dopo, si aprì a [[Peschici]] la prima mostra che Andrea avrebbe dovuto tenere insieme al padre.
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