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==La liquidazione==
Le poche aziende ([[Finmeccanica]], [[Fincantieri]], [[Fintecna]], [[Alitalia]] e [[RAI]]) rimaste in mano all'IRI furono trasferite sotto il diretto controllo del Tesoro. Nonostante alcune proposte di mantenerlo in vita, trasformandolo in una non meglio precisata "agenzia per lo sviluppo", il 27 giugno [[2000]] l'IRI fu messo in liquidazione e nel [[2002]] fu incorporato in Fintecna, scomparendo definitivamente.
==La ''governance'' dell’IRI==
Per la maggior parte della sua storia l’IRI è stato un “ente pubblico economico”, che rispondeva formalmente al ministero delle Partecipazioni Statali, ministero che fino agli anni ’80 fu ricoperto da esponenti della [[Democrazia Cristiana|DC]]. A capo dell’IRI vi erano un consiglio di amministrazione ed il “comitato di presidenza”, formato dal presidente e da membri nominati dai partiti di governo; se il presidente dell’IRI fu sempre espressione della [[Democrazia Cristiana|DC]], la vicepresidenza fu spesso ricoperta da esponenti del [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] come [[Bruno Visentini]] (per più di vent’anni) prima e [[Pietro Armani]] poi, come a controbilanciare il peso dei cattolici con quello dei grandi imprenditori privati e laici, di cui i repubblicani erano espressione. Le nomine ai vertici delle banche, delle finanziarie e delle maggiori aziende erano decise dal comitato di presidenza, ma, soprattutto durante la presidenza di Petrilli, i poteri erano concentrati nelle mani del presidente e di poche persone a lui vicine. Dopo la trasformazione dell’IRI in [[società per azioni]] nel 1992, il consiglio d’amministrazione dell’Istituto fu ridotto a tre soli membri , e l’influenza della DC e degli altri partiti, in un periodo in cui molti loro esponenti furono coinvolti nelle indagini di [[Tangentopoli]], fu di molto ridotta. Negli anni delle privatizzazioni., la gestione dell’IRI fu maggiormente accentrata nelle mani del Ministero del Tesoro; un ruolo importante fu svolto dall’allora Direttore Generale del Ministero [[Mario Draghi]].
==Le ”Nuove IRI”==
In linguaggio giornalistico l’IRI è rimasto come paradigma della mano pubblica che raccoglie partecipazioni in aziende senza troppi criteri imprenditoriali. Così, istituzioni statali come la [[Cassa Depositi e Prestiti]] e [[Sviluppo Italia]] e locali come l’[[ASAM]] della [[Provincia di Milano]] sono state soprannominate “nuove IRI” con una certa connotazione negativa, a sottolinearne le finalità politiche e clientelari che tenderebbero, secondo i critici, a prevalere su quelle economiche.<ref>Si veda ad esempio il titolo del seguente articolo sulla Cassa Depositi e Prestiti: F.M. Mucciarelli, ''Verso una nuova IRI ?'', dal sito [www.lavoce.info]</ref>
==Fonti==
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