Vincenzo Cardarelli: differenze tra le versioni
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[[File:Vincenzo_Cardarelli2.jpg|thumb|left|Vincenzo Cardarelli]] 
Inabile alle armi, nel settembre del 1915 fu a [[Firenze]], dove frequentò l'ambiente [[La Voce (periodico)|vociano]], legandosi in particolare ad [[Ardengo Soffici]] e a [[Giuseppe De Robertis]]. L'anno dopo pubblicò la sua prima raccolta di poesie, ''Prologhi''. Nel 1918 prese a collaborare al quotidiano romano ''[[Il Tempo (1917)|Il Tempo]]''. Nella sede del giornale strinse amicizia con [[Giovanni Papini]], che lo presentò all'editore [[Vallecchi]], che accettò di curare  
Nell'aprile del 1919 nacque ''[[La Ronda]]''. Cardarelli interruppe la collaborazione col ''Tempo'' per occuparsi personalmente della redazione della rivista (ne fu anche co-direttore), che avrebbe incarnato un nuovo movimento letterario, da essa detto «[[rondismo]]». Nel febbraio del [[1920]] uscì per Vallecchi ''Viaggi nel tempo'', con le poesie raccolte negli anni 1916-17<ref name="vacca"/>. Terminata alla fine del 1922 l'esperienza rondista, nel [[1925]] Cardarelli iniziò a collaborare al nuovo quotidiano ''[[Il Tevere]]'' di [[Telesio Interlandi]], inizialmente come [[critico teatrale]], in seguito occupandosi di letteratura. Tra settembre e dicembre pubblicò sul medesimo giornale diverse prose liriche (confluite in seguito nel ''Sole a picco''). Dall'agosto del [[1926]] scrisse frequentemente sul ''[[Corriere Padano]]'' di Ferrara; nell'autunno dello stesso anno avviò, assieme al giovane [[Giuseppe Raimondi (scrittore)|Giuseppe Raimondi]], la collaborazione a ''[[L'Italiano (rivista letteraria)|L'Italiano]]'', diretto dall'altrettanto giovane [[Leo Longanesi]]. Nel [[1928]] si recò in [[Russia]], inviato del ''Tevere'': le sue corrispondenze russe trovarono spazio nel quotidiano romano dal novembre sino all'aprile del [[1929]]. Nel [[1930]], di ritorno dalla Russia, scrisse su ''[[Il Bargello]]'' di Firenze. 
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