Giansenismo: differenze tra le versioni

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La [[Chiesa cattolica|Chiesa cattolico-romana]] condannò il giansenismo come [[eresia|eretico]] e vicino al [[protestantesimo]], per la sua negazione del [[libero arbitrio]] di fronte alla [[Grazia (teologia)|grazia divina]] e per suggerire l'idea di una salvezza predestinata. Il giansenismo fu quindi condannato dapprima dalla [[Congregazione dell'Indice dei libri proibiti|Congregazione dell'Indice]] nel 1641, poi con successive lettere pontificie, tra cui le [[bolla pontificia|bolle]] ''In eminenti'' (1642), ''[[Cum occasione]]'' (1653), ''Ad sacram beati Petri sedem'' (1656), ''Regiminis Apostolici'' (1664) e ''[[Unigenitus Dei Filius]]'' (1713).
 
== Sintesi dottrinale ==
.
Il rigido pensiero [[Agostino d'Ippona|agostiniano]] di [[Giansenio]], il programma di profonda [[spiritualità]] di [[Port-Royal des Champs]], il [[rigorismo]] [[teologia morale|etico]] di [[Jean Duvergier de Hauranne|Saint-Cyran]] e [[Antoine Arnauld (teologo)|Antoine Arnauld]], il [[gallicanesimo]] e [[richerismo]] di [[Pasquier Quesnel]] e la ribellione politica degli "appellanti" contro la ''[[Unigenitus Dei Filius]]'', ci restituiscono il quadro di un giansenismo da vedere come un fenomeno assai complesso.
 
Tra le varie tendenze e manifestazioni storiche del giansenismo
T
{{citazione|esiste comunque un ''minimum'' unificante:
*la concezione di un cristianesimo profondamente esigente, che vuole essere vissuto senza compromessi né concessioni,
*una coscienza intensa dei diritti della persona e soprattutto del pensiero personale, di fronte all'[[assolutismo]] dell'autorità. È una reazione personalista che oppone Saint-Cyran al sistema politico-religioso di Richelieu, che comanda il silenzio rispettoso di Arnauld riguardo alla decisione papale sulla "questione di fatto", che provoca la rivolta degli "appellanti" contro una bolla ai loro occhi totalmente erronea.|{{cita|Cognet|pp. 124-125}} }}
 
Le idee teologiche principali del giansenismo si possono ricondurre a tre aspetti principali:<ref>{{cita|Martina|pp. 154-156}}.</ref>
# un aspetto [[teologia dogmatica|dogmatico]], il cui maggior rappresentante fu Giansenio,
# un aspetto [[teologia morale|morale]], con il suo maggior esponente in Antoine Arnauld,
# un aspetto [[ecclesiologia|ecclesiologico]]-[[Disciplina della Chiesa|disciplinare]], che si sviluppa già a partire da Saint-Cyran.
 
=== Aspetto dogmatico ===
Impersonato da Giansenio e sostanzialmente a lui limitato, durerà nella coscienza dei giansenisti fino ad Arnauld (con la distinzione tra "questione di diritto e questione di fatto"), quindi per poco più di dieci anni dopo la pubblicazione dell{{'}}''Augustinus''.
 
Semplificandone la visione [[Soteriologia|soteriologica]], possiamo dire che il giansenismo ritiene che Dio non intervenga per cambiare questo mondo, dominato dall'ingiustizia e dal peccato, ma prepari piuttosto per il credente un premio nell'aldilà. Come ogni [[cattolicesimo|cattolico]], anche Giansenio crede che la corruzione sia stata originata dal [[peccato originale]] e venga trasmessa ereditariamente, ma nella prospettiva giansenista la [[caduta dell'uomo]] è talmente distruttiva che l'essere umano non ha più alcun [[libero arbitrio]], e senza la [[grazia (teologia)|grazia divina]] non potrebbe far altro che [[peccato|peccare]] e disobbedire alla volontà di Dio: la "grazia sufficiente" di cui Dio aveva dotato l'uomo all'atto della [[creazione (teologia)|creazione]] è ormai completamente perduta. Attraverso la morte in croce di [[Gesù Cristo]], però, Dio concede una "grazia efficace" ad alcuni uomini da lui [[predestinazione|predestinati]], resi giusti dalla loro [[fede]] e dalle opere che la grazia stessa consente loro di realizzare.
 
Per quanto riguarda il rapporto fra la grazia divina e il libero arbitrio dell'uomo, argomento su cui all'epoca si disputava aspramente, il giansenismo, influenzato anche dalla dottrina di [[Michele Baio]], cercava una via equidistante fra [[cattolicesimo]] e [[protestantesimo]], asserendo che, con il conferimento della grazia, questa si compenetra alla volontà umana che si conforma così anche alla volontà divina.
 
=== Aspetto morale ===
È la diretta conseguenza della prospettiva dogmatica, anche se appare già con Saint-Cyran (sostenitore del [[Penitenza (sacramento)#Pentimento, confessione, ravvedimento|contrizionismo]]) ancora prima della pubblicazione dell{{'}}''Augustinus''. Si svilupperà poi con Arnauld, diventerà eclatante con Pascal, e perdurerà come carattere [[rigorismo|rigorista]] fino agli ultimi sviluppi del giansenismo. Come osservava [[Giacomo Martina]],
{{citazione|[Tra l'aspetto dogmatico e quello morale del giansenismo] c'è una connessione più psicologica e storica che logica: di fronte a un Dio arbitro assoluto della nostra sorte, che elegge a suo piacere un piccolo numero di eletti, e muore solo per essi, l'atteggiamento più spontaneo non è l'amore, ma il timore.|{{cita|Martina|p. 155}} }}
Questo rigorismo verrà poi assunto dai giansenisti anche come fondamento per il loro attacco contro i [[Gesuiti]] (i quali erano, da parte loro, antigiansenisti dichiarati): il giansenismo accuserà con durezza i teologi gesuiti per il loro [[lassismo]] e per le [[probabilismo#Probabilismo etico|posizioni probabiliste]] in ambito etico.
 
=== Aspetto ecclesiologico-disciplinare ===
Il giansenismo, nel particolare contesto in cui sorse, assunse anche un'esplicita connotazione di opposizione all'autorità del [[papa]].
 
Per [[Jean Duvergier de Hauranne|Saint-Cyran]], l'[[agostinismo]] era stato uno strumento per la riforma della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]]. Tuttavia, l'opposizione da parte dei Gesuiti, fortemente centralizzati e appoggiati da Roma, e la persecuzione che il [[assolutismo monarchico|regime assolutistico]] scatenerà - di concerto con il papa - contro il giansenismo spingeranno i giansenisti su una posizione fortemente anti-romana. Quando [[Fénelon]] li attaccherà addirittura in nome dell'[[infallibilità papale|infallibilità pontificia]], l'atteggiamento dei giansenisti si sposterà ancora di più su posizioni antipapali. Con [[Pasquier Quesnel]] e poi nell'opposizione alla [[costituzione apostolica]] ''[[Unigenitus Dei Filius|Unigenitus]]'', infine, l'autorità del papa verrà messa in discussione non più sui fatti, ma anche sui principi di fede.
 
Questo aspetto ecclesiologico, in senso riformatore e fortemente segnato da tendenze [[giurisdizionalismo|giurisdizionaliste]], caratterizzerà anche il giansenismo "d'esportazione", soprattutto in Italia.
 
=== Altre sfaccettature del giansenismo ===
* In ambito [[pedagogia|pedagogico]], [[Jean Delumeau]] ha messo in evidenza la forte preoccupazione dei giansenisti per l'istruzione popolare:
{{citazione|Quesnel affermò che il deposito della fede sta nel corpo intero della Chiesa, il che implica che la lettura della [[Bibbia|Sacra Scrittura]] è per tutti, che «la Bibbia è il latte del cristiano» e dunque che «è molto pericoloso volerlo [[svezzamento|svezzare]]». Il gruppo di Port-Royal, in cui era molto viva la preoccupazione dell'istruzione e dell'educazione - pensiamo alle ''Petites écoles'' - non la pensava diversamente. Fu così che nacque la pubblicazione, nel [[1667]], del ''Nouveau Testament de Mons'', la cui vigorosa e rigorosa versione era dovuta a [[Louis-Isaac Lemaistre de Sacy|Sacy]], [[Pierre Nicole|Nicole]] e Arnauld; ad essa seguì poi la grande Bibbia in francese, cominciata da Sacy nel [[1672]] e pubblicata nel [[1696]].|{{cita|Delumeau|pp. 154-155}} }}
 
* Il giansenismo, come si è detto, si caratterizza anche come ideologia politica. Questa elaborazione teorica inizia con lo stesso Giansenio e il suo ''Mars Gallicus'', un intervento a difesa della purezza della fede compromessa dagli intrighi di [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]. A poco a poco, questa contrapposizione con l'[[ancien Régime]] da teologica si fa più esplicitamente politica: al di là delle vicissitudini della congiuntura politica esisteva tra teologia giansenista e [[ragion di Stato]] una fondamentale incompatibilità.<ref>{{cita|Delumeau|p. 156}}.</ref>
* Nell'ambito dello sviluppo storico culturale, il giansenismo si pone in una posizione paradossale. Da una parte, in quanto movimento "anti-[[umanesimo|umanista]]",<ref>{{citazione|Attaccandosi allo stretto teocentrismo agostiniano, il gruppo giansenista andava controcorrente rispetto alle tendenze nate nel [[Rinascimento]].|{{cita|Cognet|p. 125}} }}</ref> il giansenismo è una forza decisamente [[conservatorismo|conservatrice]]. Ma proprio per questo, paradossalmente appunto, il giansenismo diventa una forza "[[età moderna|moderna]]", per la sua rivendicazione contro la ragion di Stato e l'argomento di autorità.<ref>{{citazione|Religione del rigore e dell'assoluto [...] il giansenismo contribuisce a preparare la via alla coscienza moderna [...] nel vasto movimento sociologico che doveva provocare l'abbattimento dell'[[ancien Régime]].|{{cita|Cognet|p. 124}} }}</ref>
 
== Genesi, sviluppo e declino del giansenismo in Francia ==