Yitzhak Rabin: differenze tra le versioni
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Scaduti i termini della missione, rientrò in patria facendo il suo ingresso alla [[Knesset]] alle elezioni del dicembre [[1973]] come membro del partito [[Partito Laburista Israeliano]] e successivamente, nel marzo [[1974]], venne nominato ministro del lavoro. A seguito delle dimissioni di [[Golda Meir]], Rabin sconfisse [[Shimon Peres]] alle elezioni per la leadership del partito e nel giugno [[1974]] venne eletto [[primo ministro]]. Con Peres ebbe una forte antipatia politica e personale per due decenni. Fu sua la decisione di autorizzare la [[Operazione Entebbe|missione di salvataggio di Entebbe]], il cui successo fece salire la popolarità di Rabin alle stelle.
Tuttavia nell'aprile [[1977]] uno scandalo giornalistico rivelò l'esistenza di un conto corrente che Leah Rabin aveva mantenuto illegalmente su una banca americana, sin da quando il marito era ambasciatore negli Stati Uniti, violando le norme valutarie del tempo. Nonostante non fosse coinvolto, Rabin rimase al fianco della moglie e diede le dimissioni. Lasciò la guida del partito a [[Shimon Peres]], il quale venne sconfitto alle elezioni del [[1977]] dal leader della destra [[Menachem Begin]]. Rimase nella [[Knesset]] per i successivi otto anni senza ricoprire cariche pubbliche. Rientrò come [[Ministero della difesa (Israele)|ministro della
Nel [[1992]] il [[Partito Laburista Israeliano]] decise di puntare su Rabin. La scelta si rivelò azzeccata e Rabin, che col tempo si era guadagnato il soprannome di "Mister Sicurezza", tornò a coprire la carica di [[primo ministro di Israele|primo ministro]] e anche quella di
Nonostante ciò, il 13 settembre del [[1993]] firmò, insieme al leader dell'[[OLP]], gli [[accordi di Oslo]]. L'accordo prevedeva il riconoscimento da parte di [[Israele]] dell'[[OLP]] come rappresentante del popolo palestinese e da parte dell'[[OLP]] il riconoscimento a [[Israele]] del diritto ad esistere. L'anno dopo fu insignito al [[Premio Nobel per la pace]] insieme a [[Shimon Peres]], e al presidente della futura [[Autorità Nazionale Palestinese]], [[Yasser Arafat|Yāser ʿArafāt]].
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