Coreani di Sachalin: differenze tra le versioni

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==== Attenzioni dal resto del mondo ====
Tra la fine degli [[anni 1960]] e l'inizio degli [[anni 1970]] la situazione dei coreani di Sachalin migliorò notevolmente, grazie alla maggiore attenzione datale dal resto del mondo. A partire dal 1966 Park No Hak, un ex-coreano di Sachalin che in precedenza aveva ricevuto il permesso di lasciare l'isola e stabilirsi in Giappone in virtù del fatto di avere una moglie giapponese, presentò una petizione al governo nipponico per discutere la questione dei coreani di Sachalin con il governo sovietico. Le sue azioni ispirarono diversi coreani, che decisero di formare un'organizzazione per il rimpatrio dei loro connazionali; in risposta, la [[Corea del Sud]] diede inizio a trasmissioni radiofoniche che miravano a sensibilizzare il popolo circa la situazione dei coreani di Sachalin.<ref>{{Cita|Hyeong-ju Park 2001||Park2001}}.</ref> Allo stesso tempo Rei Mihara, una casalinga di [[Tokyo]], formò un'associazione simile in Giappone e, assieme a 18 avvocati giapponesi, tentò di citare in giudizio il governo nipponico per costringerlo ad accettare la responsabilità diplomatica e finanziaria per il trasporto dei coreani di Sachalin sino alla Corea del Sud.<ref name="time">{{Cita web |url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,913836,00.html |titolo="The Forsaken People" |data=12 gennaio 1976 |lingua=en |accesso=22 novembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130814020629/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,913836,00.html |urlmorto=no}}</ref>
 
Grazie a queste iniziative, il governo sovietico iniziò finalmente a consentire ai coreani di Sachalin di naturalizzarsi.<ref name=integrazione/> Tuttavia il 10% della comunità continuò a rifiutare la cittadinanza sovietica e nordcoreana, chiedendo il rimpatrio in Corea del Sud.<ref>{{Cita libro |autore=John J. Stephan |titolo=Sakhalin Island: Soviet Outpost in Northeast Asia"|anno=1971 |url=https://archive.org/details/sakhalinhistory0000step }}</ref> Nel [[1976]] oltre {{formatnum:2000}} persone ottennero il permesso di partire da Sachalin per rimpatriare e nello stesso anno il governo locale fece sì che chi emigrava verso la Corea del Sud potesse semplicemente recarsi all'Ufficio Immigrazione per presentare una richiesta. In una settimana l'amministrazione locale ricevette più di 800 richieste di questo tipo, comprese alcune da cittadini nordcoreani; ciò indusse l'ambasciata nordcoreana a lamentarsi della nuova politica sull'emigrazione e così le autorità sovietiche si videro obbligate a non rilasciare visti di uscita alla maggior parte degli interessati, suscitando manifestazioni pubbliche di protesta. Ciò comportò nuove deportazioni e, nel novembre 1976, più di 40 manifestanti vennero arrestati e deportati in Corea del Nord.<ref name=time/>