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== Cronologia ==
{{Carica pubblica
=== 1988 ===
|nome = Mario Giovannini
==== Marzo ====
|immagine =
*12-14 marzo: all'indomani delle dimissioni di [[Goria]] i socialisti mettono subito le mani avanti. Non ci sarà un secondo rinvio del governo alle camere, che sono pienamente operative e possono proseguire l'esame della legge finanziaria. Il Presidente della Repubblica fissa l'avvio delle consultazioni a lunedi 14. Con un articolo su [[l'Avanti]] [[Craxi]] - riferendosi al via libera dato dal governo ai lavori della centrale di [[Montalto di Castro]] - sostiene che la soluzione della crisi passa per un buon accordo e una grande chiarezza di programmi. La direzione nazionale della DC indica [[De Mita]] per l'incarico e presenta un documento programmatico in otto punti (risanamento del debito pubblico, questione morale, riforme istituzionali, mercato comune europeo, disoccupazione e mezzogiorno.</br>[[La Voce Repubblicana]] pubblica un corsivo fortemente polemico nei confronti di [[Craxi]], nel quale si afferma che la levata di scudi socialista contro la centrale nucleare a [[Montalto di Castro]] non è giustificata. Il PSI, secondo i repubblicani, ha espresso delle riserve, non si è mai detto esplicitamente contrario, e adombra la possibilità che si vogliano stringere accordi più o meno ufficiali coi Verdi che, assieme a demoproletari e giovani comunisti, hanno manifestato ai cancelli del cantiere nel giorno della ripresa dei lavori.<ref>Il messaggero, 13-15 marzo 1988</ref>
|didascalia =
*16-19 marzo: [[Cossiga]] conferisce l'incarico a [[De Mita]] senza vincoli di mandato. Il presidente incaricato avvia immediatamente le consultazion, dichiara che sulle riforme istituzionali si discuterà di tutto con tutti ma l'esecutivo rimarrà fedele alla formula del [[pentapartito]]. [[Alessandro Natta]], a nome del PCI, sostiene che esiste un contrasto da sanare tra le ambizioni e la formula a cinque.Esiste anche il problema dei tapporti tesi tra socialisti e repubblicani, rispettivamente contro e a favore della scelta nucleare. All'offerta di cooperare tra laici e socialisti di [[Giorgio La Malfa]] [[Claudio Martelli]] risponde che il PRI può tenersi la propria ostilità. [[Craxi]] ripete più volte che non ci sono veti personali o politici ma la disponibilità socialista è, al momento, per la definizione di un programma che si dovrà poi discutere e fissare. In un discorso a [[Milano]] il segretario del PSI pone come condizioni irrinunciabili il caso Montalto e l'abolizione del voto segreto.<ref>Il messaggero, 17-20 marzo 1988</ref>
|carica = [[Deputato del Regno d'Italia]]
[[File:Gennaro Acquaviva.jpg|thumb|150px|Gennaro Acquaviva]]
|mandatoinizio = 28-04-1934
*21 marzo: mentre sono in pieno corso le consultazioni di [[De Mita]] esplode il caso di una intervista che [[Gennaro Acquaviva]] avrebbe rilasciato all'inviato in Italia del quotidiano spagnolo [[El Pais]]. Secondo le agenzie italiane l'esponente socialista avrebbe dichiarato che il PSI farà il possibile per evitare che il nuovo presidente del consiglio sia [[De Mita]] e che il governo vedrà la luce se si concorderà un'operazione mirata al definitivo logoramento del PCI entro il 1990, in modo da portare al PCI i suoi voti progressisti. Sorpreso mentre sta per iniziare la direzione del PSI Acquaviva, che è uno dei più stretti collaboratori di [[Craxi]], smentisce il contenuto delle agenzie e sostiene che si tratta della distorsione di un colloqui cui avrebbe assistito il giornalista [[Juan Arias]], che a sua volta non rilascia dichiarazioni in merito.</br>A [[Montalto di Castro]] le manifestazioni dei residenti contro la centrale nucleare si sommano a quelle degli operai addetti al cantiere, sospeso su direttiva del sindaco. I lavoratori bloccano la [[via Aurelia]] e la [[ferrovia Roma-Pisa]] e chiedono che venga rispettata la direttiva del governo che garantisce il pagamento dei salari pur con gli effetti sospensivi del referendum. Dalla direzione socialista viene ribadito che il prossimo accordo di governo non può passare senza il rispetto della volontà referendaria anti-nucleare.<ref>Il messaggero, 22 marzo 1988</ref>
|mandatofine = 02-08-1943
*22 marzo: il PSI diffonde alla stampa le proposte del programma per il nuovo governo: in tema istituzionale sono proposti: l'abolizione del voto segreto (nelle more di una più ampia riforma dei regolamenti parlamentarri) la correzione del bicameralismo perfetto e la riforma della presidenza del consiglio; in tema economico la riduzione del disavanzo primario , il contenimento della spesa pubblica e una politica monetaria più equilibrata; in tema fiscale si chiede l'allargamento della base imponibile attraverso una revisione dei carichi di imposta. [[De Mita]] sostiene che le richieste socialiste coincidono in gran parte con quelle democristiane ma dalla direzione del partito si chiedono proposte più precise. Intanto il segretario repubblicano [[Giorgio La Malfa]] cerca di conciliare i rapporti coi socialisti.
|legislatura = {{NumLegRegno|D|XXIX}}
*27-30 marzo: dopo quattro giorni di lavoro [[De Mita]] invia alle direzioni del [[pentapartito]] una proposta di programma che mira a far giungere il nuovo governo fino al 1992 ma rimane generico sui singoli punti. Per i repubblicani è una sorta di razzo a più stadi: secondo [[Giorgio La Malfa]] affronta un problema solo quando è sicuro di aver risolto il precedente. il presidente incaricato si dice fiducioso che entro pochi giorni verrà ufficialmente definito da un vertice di maggioranza. Esclusa ancora una volta l'ipotesi di allargare l'alleanza a radicali e verdi appare chiaro che il nuovo esecutivo sarà un [[pentapartito]], formula che - sostengono le opposizioni - sia stata imposta da [[Craxi]] come condizione irrinunciabile.</br>A una settimana dall'entrata in vigore degli effetti abrogativi del referendum (e del vuoto legislativo conseguente) dal [[Consiglio superiore della Magistratura]] sale un appello ai presidenti delle camere affinché il senato approvi definitivamente la legge sulla responsabilità civile dei giudici, la cui discussione è bloccata da un veto congiunto di socialisti e radicali.<ref>Il messaggero, 23 marzo 1988 </ref>
|gruppo parlamentare =
*31 marzo: deliberando su rinvio di un pretore la [[Corte costituzionale]] respinge un ricorso contro l'art. 5 della [[legge 194]]. Per la Consulta la moglie può legittimamente abortire senza dirlo al marito., che non ha quindi diritto a risarcimento per la lesione al diritto di paternità. La sentenza scatena un putiferio di polemiche.
|coalizione =
|circoscrizione =
|collegio = Unico nazionale
|tipo nomina =
|incarichi =
|sito = {{Deputati Regno}}
|partito =
|carica2 = [[Camera dei fasci e delle corporazioni|Consigliere nazionale del regno d'Italia]]
|mandatoinizio2 = 23 marzo 1939
|mandatofine2 =
|legislatura2 = [[XXX legislatura del Regno d'Italia|XXX]]
|gruppo parlamentare2 = Corporazione delle comunicazioni interne
|coalizione2 =
|circoscrizione2 =
|collegio2 =
|tipo nomina2 =
|incarichi2 =
|sito2 =
|partito2 =
|tendenza2 =
|titolo di studio = Laurea in ingegneria
|alma mater =
|professione = Politico, Docente universitario
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Mario
|Cognome = Giovannini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Vairano Patenora
|GiornoMeseNascita = 1 giugno
|AnnoNascita = 1903
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|Epoca = 1900
|Attività = politico
|Nazionalità = italiano
}}