Dialetto napoletano: differenze tra le versioni

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Va infine aggiunto che a cavallo del [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]], nel periodo di maggior fulgore della cosiddetta ''[[scuola musicale napoletana]]'', questa lingua è stata utilizzata per la produzione di interi libretti di opere liriche, come ''Lo frate 'nnammurato'' del [[Giovanni Battista Pergolesi|Pergolesi]] hanno avuto una diffusione ben al di fuori dei confini partenopei.
 
Va segnalata infine la ripresa dell'uso del napoletano nell'ambito della musica pop, [[Rock progressivo|musica progressiva]], e dell'[[hip hop]] e negli ultimi decenni anche il [[rap]], almeno a partire dalla fine degli anni settanta ([[Pino Daniele]], [[Nuova Compagnia di Canto Popolare]], [[Napoli Centrale (gruppo musicale)|Napoli Centrale]], poi ripresa anche negli anni novanta con [[99 Posse]], [[Almamegretta]], [[24 Grana]], [[Co'Sang]], [[La Famiglia (gruppo musicale)|La Famiglia]], 13 Bastardi, [[Rocco Hunt]], [[SLF]], [[Clementino]], [[Geolier]]) in nuove modalità di ibridazione e di commistione con l'italiano, l'inglese, lo spagnolo e altre lingue, e alla fine degli anni '70 nacque un nuovo genere della canzone napoletana, cioè la musica [[neomelodica]] inventato da [[Gigi Finizio]], da [[Patrizio (cantante)|Patrizio]] e da [[Nino D'Angelo]] e poi usato anche da [[Gigi D'Alessio]]. Anche nel cinema e nel teatro d'avanguardia la presenza del napoletano è andata intensificandosi negli ultimi decenni del Novecento e nei primi anni del [[XXI secolo]].
 
La documentazione sul napoletano è ampia ma non sempre a un livello scientifico. Vocabolari rigorosi sono quello di [[Raffaele D'Ambra]] (un erudito [[XIX secolo|ottocentesco]]) e quello di [[Antonio Altamura]] (studioso [[XX secolo|novecentesco]]). Interessante è anche la grammatica del Capozzoli ([[1889]]). [[Raffaele Andreoli]] redasse il ''Vocabolario napoletano-italiano'', edito da G.B. Paravia (1887).