Pace di Lodi: differenze tra le versioni
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La rilevanza storica del trattato risiede nell'aver garantito all'[[Italia (regione geografica)|Italia]] quarant'anni di pace stabile<ref name="treccani"/><ref name="ambreck"/>, favorendo di conseguenza la fioritura [[arte|artistica]] e [[letteratura|letteraria]] del [[Rinascimento]]<ref name="bottini">{{cita web | cognome = Bottini| nome = Vittorio | titolo = La pace di Lodi | url = http://www.turismo.provincia.lodi.it/TPL_artestoria_NOTIZIA_1.asp?IDNotizia=326&IDCategoria=662 | data = | accesso=8 dicembre 2009 | editore = [[Provincia di Lodi]]}}</ref>.
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[[File:Francesco Sforza.jpg|sinistra|miniatura|356x356px|Francesco Sforza ritratto da [[Bonifacio Bembo]], [[1460]] circa, [[Pinacoteca di Brera]]]]
=== La Guerra di Successione Milanese ===
== Il trattato ==▼
Nel 1447 il Duca di Milano [[Filippo Maria Visconti]], muore senza eredi maschi. Le disposizioni del padre, il Duca [[Gian Galeazzo Visconti]], volevano che in caso di morte senza eredi maschi, la nuova linea di successione dovesse partire da quella della figlia [[Valentina Visconti]], Duchessa d'Orléans e moglie di [[Luigi I di Valois-Orléans]], fratello del re di Francia [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]]. I Francesi quindi, forti di ciò, rivendicavano il ducato come proprietà di [[Carlo di Valois-Orléans|Carlo d'Orléans]], figlio di Valentina e Luigi. Dall'altro lato [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso D'Aragona]], principe spagnolo, dichiarava che il defunto Filippo avesse fatto testamento a suo favore come ricompensa per l'aiuto durante gli scontri con i veneziani.
Venezia e Milano conclusero la pace definitiva il 9 aprile [[1454]] presso la residenza di [[Francesco Sforza]] a [[Lodi]]<ref name="majocchipace"/>; il trattato fu ratificato dai principali [[Antichi Stati italiani|Stati regionali]]<ref>{{cita|Bassi|p. 55.}}</ref> (prima fra tutti Firenze, passata da tempo dalla parte di Milano complice il rapporto di lunga data fra Cosimo Medici e Francesco Sforza).▼
Ma c'erano altri pretendenti alla direzione del ducato: Uno fra tutti [[Francesco Sforza]], marito di [[Bianca Maria Visconti|Bianca Maria]], figlia del defunto. Filippo Maria Visconti fu costretto a darla in sposa allo Sforza col fine di averlo al suo servizio come capitano e suggellare con lui un'alleanza. Insieme a Sforza anche [[Ludovico di Savoia]], fratello della duchessa consorte del Visconti, rivendicava la direzione della città.
Il [[Italia settentrionale|Nord Italia]] risultava in pratica spartito fra i due Stati, nonostante persistessero alcune altre potenze (i [[Casa Savoia|Savoia]], la [[Repubblica di Genova]], i [[Gonzaga]] e gli [[Estensi]]). In particolare, stabilì la successione di [[Francesco Sforza]] al [[Ducato di Milano]]<ref name="treccani"/>, lo spostamento della frontiera tra i suddetti stati sul fiume [[Adda]]<ref name="treccani"/>, l'apposizione di segnali confinari lungo l'intera demarcazione (alcune croci scolpite su roccia sono tuttora esistenti) e l'inizio di un'alleanza che culminò nell'adesione – in tempi diversi – alla [[Lega Italica (1454)|Lega Italica]]. Rimasero in possesso di Venezia anche le terre di [[Asola (Italia)|Asola]], [[Lonato]] e [[Peschiera del Garda|Peschiera]], rimanendo deluse le aspettative dei Gonzaga, che da sempre miravano a questi luoghi.<ref>[https://books.google.it/books?id=VzkwAAAAYAAJ&pg=PA93&dq=battaglia+di+ghedi+1453&hl=it&sa=X&ved=0CCwQ6AEwBGoVChMI9q2P952SyQIVhjkUCh3NvwN6#v=onepage&q=battaglia%20di%20ghedi%201453&f=false Storia di Mantova dalla sua origine fino all'anno 1860.]</ref>▼
infine, insieme a loro, anche [[Alberto VI d'Asburgo]], pronipote di [[Bernabò Visconti]] (nonno di Filippo Maria Visconti) e l'imperatore del Sacro Romano Impero [[Federico III d'Asburgo]], il quale sosteneva che il ducato dovesse tornare in mano sua.
==== L'Aurea Repubblica Ambrosiana ====
La contesa del ducato fra Carlo d'Orleans, Alfonso D'Aragona, Francesco Sforza, Ludovico I di Savoia e gli altri fece piombare la città nel caos. Ciò permise ad un gruppo di cittadini milanesi guidati da alcuni nobili e dai giuristi dell'[[Università degli Studi di Pavia|università di Pavia]] di riunirsi e proclamare, nell'agosto dello stesso anno, l'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]], trasformando Milano in un comune repubblicano. Vennero eletti al comando venti "Capitani difensori della libertà" e il potere venne messo nelle mani di [[Francesco Sforza]], contendente alla direzione del ducato. Con Sforza al comando dell'esercito, la repubblica riuscì ad impadronirsi della maggior parte dei territori precedentemente in mano al [[Ducato di Milano]], sconfiggendo le città ribelli di [[Piacenza]], [[Pavia]] e [[Lodi]]. Anche le terre conquistate in precedenza dalla [[Repubblica di Venezia]] vennero nuovamente liberate.
==== Il Tradimento di Sforza ====
Nel 1448, improvvisamente, Francesco Sforza cambia fazione schierandosi con la Repubblica Veneziana. Il [[Doge]] gli aveva promesso di sostenere le sue pretese come signore di Milano. In poco tempo l'esercito di Venezia, con Sforza al comando, riuscì a riprendersi le terre precedentemente perdute, mettendo in difficoltà la Repubblica. Nel mentre il duca di Savoia Ludovico I intervenne a sostegno dei Milanesi, ma fu sconfitto nel 1449 durante la [[Battaglia di Borgomanero|Battaglia di Borgomanero.]] Intanto Venezia, pentita di aver messo così tanto potere nelle mani dello Sforza, tentò di finanziare in segreto la Repubblica Ambrosiana; ma era ormai troppo tardi. Nel marzo 1450 la repubblica cadde e Francesco Sforza fu proclamato Duca di Milano dal consiglio dei capitani e dal popolo: si era infine risolta la contesa alla direzione del ducato.
==== Milano e Venezia in Guerra ====
Con Sforza al comando, il ducato riconquistò ben presto gran parte della Lombardia strappandola ai veneziani. La Serenissima decise quindi di allearsi con Alfonso D'Aragona, precedentemente pretendente alla direzione del ducato, che intanto era stato incoronato [[Re di Napoli]] e dei territori della [[Aragona|regione spagnola d'Aragona]]. Anche l'imperatore Federico III d'Asburgo si unì alla alleanza.
Sforza nel mentre, preoccupato dalla situazione, riuscì ad ingraziarsi [[Cosimo de' Medici|Cosimo De'Medici]] (Capostipite della famiglia [[Medici]] e primo [[Signoria di Firenze|signore di Firenze]]) insieme al re di Francia [[Carlo VII di Francia|Carlo VII]]. Quest'ultimo inviò in aiuto del duca [[Renato d'Angiò]], nobile e condottiero Francese, a condizione che Francesco lo supportasse durante la conquista di Napoli (in mano agli spagnoli di Alfonso D'Aragona).
[[File:Siege constantinople bnf fr2691.jpg|sinistra|miniatura|285x285px|[[Philippe de Mazerolles]], ''L'assedio di Costantinopoli'', dalla ''Chronique de Charles VII'' di [[Jean Chartier]], 1470 circa]]
==== La [[Assedio di Costantinopoli (1453)|Caduta dell'Impero Romano d'Oriente]] ====
I conflitti continuarono per diversi anni fra gli schieramenti delle due città, ma ben presto un evento mise in difficoltà la continuazione del conflitto. Nel 1453 [[Costantinopoli]], ultimo baluardo cristiano in oriente, venne assediata e presa dall'[[Ottomani|esercito ottomano]] del sultano [[Maometto II|Maometto II il Conquistatore]]. L'Imperatore Bizantino [[Costantino XI Paleologo]] morì durante gli scontri decretando così la definitiva distruzione dell'[[Impero Romano d'Oriente]], o almeno di ciò che ne restava.
Questo evento mise in grande pericolo i possedimenti veneziani nel [[Mar Egeo]] costringendo la città a porre una temporanea tregua ai conflitti con Milano.
▲Venezia e Milano conclusero la pace definitiva il 9 aprile [[1454]] presso la residenza di [[Francesco Sforza]] a [[Lodi]]<ref name="majocchipace" />; il trattato fu ratificato dai principali [[Antichi Stati italiani|Stati regionali]]<ref>{{cita|Bassi|p. 55.}}</ref> (prima fra tutti Firenze, passata da tempo dalla parte di Milano complice il rapporto di lunga data fra Cosimo Medici e Francesco Sforza).
▲Il [[Italia settentrionale|Nord Italia]] risultava in pratica spartito fra i due Stati, nonostante persistessero alcune altre potenze (i [[Casa Savoia|Savoia]], la [[Repubblica di Genova]], i [[Gonzaga]] e gli [[Estensi]]). In particolare, stabilì la successione di [[Francesco Sforza]] al [[Ducato di Milano]]<ref name="treccani" />, lo spostamento della frontiera tra i suddetti stati sul fiume [[Adda]]<ref name="treccani" />, l'apposizione di segnali confinari lungo l'intera demarcazione (alcune croci scolpite su roccia sono tuttora esistenti)
Con l'adesione nel 1454 anche di [[Papa Niccolò V]], di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso D'Aragona]] e di altri Stati minori venne a crearsi una salda alleanza: la [[Lega Italica (1454)|Lega Italica]]. Essa garantì per i successivi quarant'anni la pace e l'armonia fra le potenze italiane dando vita a grande stabilità e permettendo il conseguente sviluppo del [[Rinascimento]].
La Pace di Lodi, grazie alla cosiddetta [[Politica dell'equilibrio|Politica dell'Equilibrio]], impegnava alla difesa reciproca gli stati italiani che rifiutavano ogni mira espansionistica gli uni sugli altri. La città di Firenze e Cosimo De'Medici si posero come “ago della bilancia” e garanti della pace insieme a Francesco Sforza.
[[File:Lorenzo de Medici.jpg|sinistra|miniatura|[[Agnolo Bronzino]], ''Ritratto di Lorenzo de' Medici'', [[Pittura a olio|olio su tela]], [[1555]]/[[1565]], [[Galleria degli Uffizi]], [[Firenze]].]]
== Lorenzo il Magnifico, erede della Pace di Lodi ==
[[File:Italy 1454 after the Peace of Lodi.jpg|miniatura|L'Italia dopo la pace di Lodi (1454)]]
[[File:Italy 1494 AD-it.svg|miniatura|La penisola italiana quarant'anni dopo la pace di Lodi, con una situazione geopolitica sostanzialmente immutata dalla firma del trattato]]
Durante la seconda metà del [[XV secolo|Quattrocento]], epoca di grande sviluppo artistico e sociale, [[Lorenzo de' Medici|Lorenzo De'Medici]] detto "''Il Magnifico''" era signore della [[Repubblica di Firenze]] e insieme a [[Papa Innocenzo VIII]] il nuovo garante dei trattati stipulati anni prima. Con il fratello [[Giuliano de' Medici|Giuliano]], aveva preso il posto del nonno come difensore di una pace che avrebbe dovuto mantenere l'Italia al sicuro dal pericolo dei grandi stati stranieri; essi stavano infatti diventando sempre più potenti e minacciosi.
Questa situazione contribuì a rendere l'[[Italia rinascimentale]] l'area più ricca d'Europa, ma dall'altro lato mantenne la penisola divisa in un periodo in cui i grandi stati si unificavano sotto potenti monarchie. Lorenzo si guadagnò il rispetto delle potenze estere che lo definivano al pari di un monarca e riuscì ad allontanare l'Italia dalle mire dei francesi. Fu anche consigliere di importanti sovrani, tra i quali l'imperatore Federico III d'Austria.
== La caduta della Lega Italica ==
Il dominio di Lorenzo de'Medici su Firenze durò per oltre vent'anni fino a quando, a causa di un'[[Ulcera|ulcera cancrenosa]], non morì nella sua [[Villa medicea di Careggi|Villa di Careggi]]. Lo stesso anno anche Papa Innocenzo VIII morì lasciando il posto ad [[Papa Alessandro VI|Alessandro VI Borgia]]. I due garanti della pace italiana erano morti, e la Lega Italica crollata.
Non essendo più presente una confederazione capace di legare tra loro gli stati della penisola, i potenti sovrani europei volsero le loro mire espansionistiche verso il territorio Italiano. Esso si apprestava a diventare il principale campo di battaglia d'Europa per i sessantacinque anni successivi durante le cosiddette "''[[Guerre d'Italia del XVI secolo|Guerre d'Italia]]''".
== Note ==
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