Andrea Pozzo: differenze tra le versioni

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Biografia: Ragusa
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Gli anni romani lo vedono impegnato anche a raccogliere il frutto dei suoi lunghi ed elaborati studi prospettici, che lo annoverano anche tra i migliori architetti del suo tempo. Famoso è il suo trattato ''Perspectiva pictorum et architectorum'', scritto tra il [[1693]] e il [[1698]] e pubblicato in due volumi. Una versione italiana, ''Prospettiva de' pittori a architetti'' (Roma 1693, [[1700]]) fu tradotta e pubblicata a [[Londra]] ([[1707]]) ed [[Augusta (Germania)|Augusta]] ([[1708]], [[1711]]). In questo trattato ha presentato le istruzioni per dipingere prospettive architettoniche e insiemi di regola. Nello stesso trattato, dedicato a [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]] d'Austria e corredato da 220 tavole incise dal [[Marcantonio Franceschini|Franceschini]], si trovano anche due progetti per la facciata della [[basilica di San Giovanni in Laterano]]. Il lavoro fu uno dei primi manuali sulla prospettiva per artisti e architetti e uscì in molte edizioni, anche nel XIX secolo; è stato tradotto dagli originali latino e dall'italiano in numerose lingue, quali francese, tedesco, inglese e, grazie ai Gesuiti, cinese.
 
Da Roma, nel 1700 inviò progetti per la [[Cattedrale di San Nicola (Lubiana)|cattedrale]] (''stolnica'') di [[Lubiana]] dedicata a San Nicola, e per S. Ignazio a [[Ragusa (Croazia)|DubrovnikRagusa]].[[File:Fresco with Trompe l'oeuil - Andrea Pozzo -Jesuit Church Vienna.jpg|thumb|left|[[Chiesa dei Gesuiti (Vienna)|Chiesa dei Gesuiti]] a [[Vienna]]]]
 
Di suo progetto, all'interno della chiesa parrocchiale di [[Cellore]] si trova l'altare maggiore dedicato a San Sebastiano. La linea curva evidenzia l'insieme e ricorre su tutti i piani di profondità: dalle balaustre, alle porte laterali con volute, all'abside centrale, fino agli elementi che sovrastano le colonne. Queste ultime dominanti sono posizionate sfalsate su basamenti ruotati di 45 gradi, a spigolo vivo, per accentuare il senso della profondità e le vibrazioni luminose scendono con i loro fusti e lesene fino al piano della Mensa dell'altare. Nel contempo accentuano la verticalità dell'insieme, terminanti nei raffinati capitelli corinzi con volute e foglie d'acanto, che si avvitano nella fascia più alta e ne scaricano il peso. Notevole è il risultato estetico dei marmi policromi, pregiati nella materia, che con i loro colori sottolineano tutte le bande compositive dell'altare, rimarcando quadri modulari in successione ritmica e invitando l'occhio a percorrere lo spazio dal basso verso l'alto.