Franco Califano: differenze tra le versioni

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Califano non negherà mai la sua fraterna amicizia con Turatello (da lui raccontata nel libro autobiografico ''Senza manette''): infatti il bambino fotografato con lui sulla copertina dell'album ''[[Tutto il resto è noia]]'' è il figlio di Turatello, Eros<ref>{{Cita web|url=https://www.globalist.it/culture/2017/03/30/tutto-il-resto-e-noia-40-anni-di-un-capolavoro-213855.html|titolo=Tutto il resto è noia, 40 anni di un capolavoro|sito=Globalist|lingua=it|accesso=2020-05-11}}</ref>. Tuttavia Califano negherà qualsiasi coinvolgimento in attività criminali. Nel processo che seguì Califano è stato infine assolto insieme ad Enzo Tortora e a molti altri imputati "''perché il fatto non sussiste''" poiché i giudici ritennero le accuse dei pentiti inattendibili e i fatti contestati non provati.
 
Durante quest'ultima esperienza carceraria compone l'album ''[[Impronte digitali (Franco Califano)|Impronte digitali]]'', che si basa soprattutto su esperienze vissute durante l'arresto<ref name=":0" />. Califano ricorderà questo periodo ripetutamente nei suoi libri e nelle sue interviste. Nel 2010, in un'intervista all'a [[L'Espresso|Espresso]], lo stesso Gianni Melluso ammetterà di aver incastrato Califano sulla base di pure invenzioni, così come già accaduto nei confronti di Enzo Tortora: ''Devo chiedergli perdono, perché oltre a essere innocente, è stato al mio fianco in serate indimenticabili alle quali partecipava il boss Francis Turatello. Califano è padrino di battesimo di suo figlio. Consumava cocaina, amava fare la bella vita e si circondava di donne, ma non è mai stato uno spacciatore: soltanto un grande artista che la camorra mi aveva chiesto di screditare.''
 
=== Gli anni novanta, duemila e duemiladieci e l'ultimo film===