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=== Aprile ===
*3-6 aprile: in vista dell'incontro collegiale per la definitiva approvazione [[De Mita]] avvia un ennesimo giro di consultazioni coi partiti della maggioranza per valutare le richieste di correzioni e cancellazioni dalla bozza di programma. L'agenda del nuovo esecutivo pone tra le priorità le leggi sull'emitteza radiotelevisiva e sulla responsabilità civile dei magistrati, la conversione della centrale nucleare di [[Montalto di Castro]] e un rinnovato piano per le infrastrutture e l'occupazione del mezzogiorno.</br>Il ministero del tesoro rende noto che il disavanzo pubblico ha raggiunto i 10.332 miliardi a febbraio e che il fabbisogno di cassa per l'anno in corso ammonta a 36.119 miliardi, con un saldo da finanziare di 907 miliardi.<ref>Il messaggero, 4-7 aprile 1988</ref>
*7 aprile: per effetto del referendum abrogativo scadono i poteri della Commissione parlamentare inquirente.</br>
*9 aprile: [[De Mita]] annuncia che i cinque partiti della maggioranza hanno raggiunto l'accordo sul programma, in particolare sull'abolizione del voto segreto. Restano dei punti da chiarire per la legge di regolamentazione delle TV private, di parziale riforma della RAI e dell'editoria, che saranno chiariti nel confronto parlamentare. Viene previsto un forte contenimento della spesa pubblica, 7.000 miliardi per l'anno in corso, 8.000 per gli anni successivi. Su precisa richiesta dei socialisti non vi saranno investimenti sulla materia del nucleare per non meno di cinque anni. Annunciata una legge per la regolamentazione dello sciopero.<ref>Il messaggero, 10 aprile 1988</ref>
*12-13 aprile: [[De Mita]] scioglie definitivamente la riserva e presenta la lista dei ministri. Vice-presidente è [[Gianni De Michelis]], la triade economica è affidata a [[Giuliano Amato]] (tesoro) [[Emilio Colombo]] (finanze) e [[Amintore Fanfani]] (bilancio), gli esteri e gli interni ad [[Andreotti]] e a [[Gava]].</br>Nelle stesse ore in cui al Quirinale è in corso la cerimonia del giuramento si apre un fronte polemico nel [[PSDI]] per la scelta dei ministri effettuata da [[Antonio Cariglia]]. Il segretario viene messo in minoranza da una nuova maggioranza che fa capo a [[Giuseppe Romita]]. <ref>Il messaggero, 13-14 aprile 1988</ref>
*15-18 aprile: le [[Brigate Rosse]] uccidono il senatore [[Roberto Ruffilli]], consigliere di [[De Mita]] per le riforme istituzionali. Sulla stampa e tra i partiti viene adombrata l'ipotesi di un attacco alla formazione del governo. [[Giuseppe Gargani]], a nome del presidente incaricato, dichiara che il cammino del nuovo esecutivo non si ferma. Il neo-ministro degli interni, [[Antonio Gava]], viene chiamato a riferire in parlamento sull'episodio e su quanto si è fatto per arrestare gli ultimi brigatisti ancora liberi.<ref>Il messaggero,16-19 aprile 1988</ref>
*19-23 aprile: [[De Mita]] presenta il governo alle camere. La priorità è traghettare l'Italia all'appuntamento con l'[[Europa]] del 1992 e la riduzione del [[debito pubblico]]. Entro l'anno sarà operato un taglio alle spese tra i 6.000 e gli 8.000 miliardi, e si procederà negli anni successivi con non meno di 7.000 miliardi all'anno. Verrà abolito il voto segreto, che rimarrà in vigore per le votazioni che riguardano le persone e diritti di libertà. A nome del PSI [[Craxi]] assicura una piena e leale collaborazione ma il suo discorso è contestato dai repubblicani nel punto in cui chiede il riconoscimento dell'[[Organizzazione per la liberazione della Palestina]]. Dichiarazioni di circostanza dei liberali e dei socialdemocratici, alle prese con problemi interni per la crisi della segreteria di [[Antonio Cariglia]]. Alla camera la fiducia passa con 366 voti a favore e 215 contrari. Al senato è approvata con 177 voti a favore e 106 contrari.<ref>Il messaggero, 20-24 aprile 1988</ref>
*19 aprile: poco prima che [[De Mita]] prenda la parola al senato le agenzie battono una dichiarazione del governatore della [[Banca d'Italia]]. Parlando ad un congresso di banchieri [[Carlo Azeglio Ciampi]] quantifica in 122.000 miliardi il deficit pubblico e ritiene necessario un taglio di almeno 10.000 miliardi nella spesa pubblica, cui deve corrispondere un inasprimento fiscale che comporti il medesimo gettito.<ref>Il messaggero, 20 aprile 1988</ref>
*23 aprile: si aprono i primi fronti polemici nella maggioranza. Repubblicani e liberali si oppongono alla richiesta dei socialisti - sostenuta dal ministro degli esteri [[Andreotti]] - di premere sulla Comunità Europea affinché ottenga un mandato fiduciario sui territori occupati da Israele sotto l'egida dell'[[ONU]]. Sempre i liberali, stavolta in compagnia dei missini, ritengono incostituzionali alcuni aspetti dell'accordo sull'abolizione del voto segreto che - secondo il minacciato ricorso alla Consulta - violerebbe la libertà di mandato dei parlamentari.<ref>Il messaggero, 24 aprile 1988</ref>
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