Amedeo Guillet: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nato da una nobile famiglia [[piemonte]]se e [[capua]]na di origine [[Savoia (regione storica)|sabauda]], era figlio di Alfredo, colonnello dei [[Arma dei Carabinieri|Reali Carabinieri]] (RR.CC.), e di Franca Gandolfo, enonché nipote dell'omonimo generale e senatore [[Amedeo Guillet (senatore)|Amedeo Guillet]]. Era imparentato con la nobile famiglia [[Aliprandi#Gli Aliprandi - Fanzago|Fanzago]]<ref name="ReferenceA">Andrea Borella ''"Annuario della Nobiltà Italiana"'' Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pagg. 229-230</ref>.
Frequentò l'[[Accademia militare di Modena]], da cui uscì con il grado di sottotenente di Cavalleria del [[Regio Esercito Italiano]] nel [[1931]]. Per il servizio di prima nomina venne assegnato al reggimento "Cavalleggeri di Monferrato", dimostrando ben presto spiccate qualità militari e, soprattutto, di cavaliere. Quindi fu assegnato al [[Reggimento "Cavalleggeri Guide" (19°)]]. Fu tra i primi Ufficiali della cavalleria italiana ad applicare rigorosamente il metodo di equitazione naturale del capitano [[Federico Caprilli]] e per le sue innate capacità equestri fu incluso tra i quattro cavalieri che avrebbero costituito la squadra italiana di equitazione per le [[Giochi della XI Olimpiade|Olimpiadi di Berlino]] del 1936 alle quali non arrivò mai.