Seravezza: differenze tra le versioni
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In quegli anni si sviluppò l'attività estrattiva, che continuò fino al [[XVIII secolo]], entrando in crisi dalla metà del secolo fino al [[1820]]-[[1840]].
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel periodo dell'occupazione tedesca e della [[Repubblica Sociale Italiana]], giunse a Seravezza in cerca di rifugio la famiglie ebrea livornese dei Levi-Bardavid (7 persone, inclusi 4 bambini). Furono tutti arrestati il 17 dicembre 1943 da repubblichini e condotti alla morte ad Auschwitz.<ref>I piccoli Carlo Levi (5 anni), Aldo Levi (9 anni), Elios Natale Levi (13 anni) e Angelo Giacomo Levi (14 anni) erano fuggiti da Livorno con la madre Amelia Caden Bardavid, la nonna Sciali Dora Boccara e la zia Ester Bardavid. Il loro padre Abramo Levi era stato arrestato a Livorno il 20 novembre e deportato ad Auschwitz il 6 dicembre (dove morirà il 31 dello stesso mese). Gli arrestati a Seravezza furono condotti in carcere a Livorno, e quindi nelle carceri di Firenze e Milano, da dove partirono il 30 gennaio 1944 per Auschwitz. Anche per loro non ci sarà ritorno. Cfr. [https://digital-library.cdec.it/ CDEC Digital Library].</ref> Fu uno dei nuclei più consistenti di ebrei arrestati nella provincia di Lucca.<ref>Enzo Collotti (a cura di), ''Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI'' (Roma: Carocci, 2007), pp. 240-53, 371.</ref>
Dall'agosto [[1944]] all'aprile [[19445]] Seravezza fu attraversata dalla [[Linea Gotica]] e subì pesanti distruzioni. Il paese fu liberato dalle truppe Alleate il 5 aprile [[1945]].
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