Stabilimento chimico di Pallanza: differenze tra le versioni
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Lo '''stabilimento chimico di Pallanza''' nacque nel [[1928]] a [[Pallanza]], oggi parte del comune di [[Verbania]], cambiando per sempre la storia della città. La sua costruzione fu voluta dalla società Rhodiaseta (fondata dalla [[Montecatini (azienda)|Montecatini]] e dalla francese [[Rhône-Poulenc]]) per la produzione e la filatura del [[rayon]] ([[acetato di cellulosa]]). La Rhodiaceta divenne successivamente [[Rhodiatoce]] in seguito alla fusione con la [[Società Elettrochimica del Toce]].
Il settore delle [[tecnofibre]] era in rapida crescita nel periodo compreso tra le due guerre mondiali e lo stabilimento di [[Pallanza]] fu uno dei più importanti del [[Italia|paese]]. Grazie alla relazione che aveva con lo stabilimento di [[Villadossola]], nel secondo dopoguerra, la produzione principale e più famosa divenne quella del [[nylon|nylon 6,6]] (con il marchio commerciale ''Nailon''), prodotto nello stabilimento in esclusiva fino alla scadenza dei brevetti [[Rhône-Poulenc]].
Per tutti gli anni del boom economico lo stabilimento fece quindi parte della Rhodiatoce (dapprima controllata dalla Montecatini e poi dalla [[Montedison]]) quando, nel [[1972]], venne assorbita dalla [[Châtillon]] insieme alla [[Polymer]] per formare la nuova società [[Montefibre]], voluta dalla Montedison per riunire tutte le attività del gruppo in tema di [[tecnofibre]]. Lo stabilimento mantenne una posizione dominante nella produzione nazionale del [[nylon|nylon 6,6]] per fini tessili e plastici.
Il settore chimico e tessile artificiale italiano subì una grave battuta d'arresto nel corso degli anni'70 e 80; anche la [[Montefibre]], nonostante appartenesse al colosso [[Montedison]], fu coinvolta in questa crisi, tanto che fu vicina all'amministrazione controllata. Si decise allora di creare una serie di società ''figlie'' monoprodotto che coinvolsero anche il polo di Pallanza: la produzione
Nonostante tutto, la Montefibre decise di fermare le produzioni di nylon 6,6 a scopo tessile nell'autunno del [[1983]], provocando una gravissima situazione per i moltissimi operai che vi lavoravano.
Dopo una serie di altalenanti trattative con la Montefibre e lo stato, la situazione non migliorò: il settore tessile era fermo, quello plastico era compromesso proprio per la mancanza delle produzioni di nylon 6,6 a scopo tessile. Gli operai erano in cassa integrazione ordinaria, nessuna delle aziende in quelli anni leader nel settore tessile (la stessa Montefibre e [[SNIA]]) volevano investire a Pallanza.
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Le produzioni attuali di Acetati sono: [[rayon|acetato di cellulosa]], [[anidride acetica]] e recupero dell'[[acido acetico]]. La linea produttiva di Italpet è invece quella del [[polietilene tereftalato]] (PET) per la produzione delle bottiglie e dei contenitori alimentari, prodotto per reazione fra l’[[acido tereftalico]] (TPA), acido isoftalico (IPA) e [[glicole etilenico]] (EG).
*[[Italpet Preforme]]
*[[Montecatini (azienda)|Montecatini]]
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