Gaio Mario: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Ripristino manuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
fix link
Riga 143:
Nel [[102 a.C.]] i Cimbri dalla Spagna tornarono in Gallia, e, insieme con i Teutoni, decisero di invadere l'Italia. Questi ultimi avrebbero dovuto puntare a sud dirigendosi verso le coste del Mediterraneo, mentre i Cimbri dovevano penetrare nell'Italia settentrionale da nord-est attraversando il [[passo del Brennero]] (”per alpes Rhaeticas”). Infine i [[Tigurini]], la tribù celtica loro alleata che aveva sconfitto Longino nel [[107]] pensavano di attraversare le [[Alpi]] provenendo da nord-ovest. La decisione di dividere in questo modo le loro forze si sarebbe dimostrata fatale, poiché diede ai Romani, avvantaggiati anche dalle linee di approvvigionamento molto più corte, la possibilità di affrontare separatamente i vari contingenti, concentrando le proprie forze laddove era di volta in volta necessario.
 
Nel frattempo Mario aveva organizzato nel migliore dei modi la propria armata. I soldati erano stati sottoposti a un addestramento che mai in precedenza si era visto, ed erano abituati a sopportare senza lamentarsi le fatiche delle lunghe marce di avvicinamento, dell'allestimento degli accampamenti e delle macchine da guerra, tanto da meritarsi il soprannome di ''muli di Mario''.<ref>[[Sesto Giulio Frontino]], ''[[Strategemata]]'', IV, 1.7.</ref> Dapprima decise di affrontare i [[Teutoni]], che si trovavano in quel momento nella provincia della [[Gallia Narbonense]] e si stavano dirigendo verso le Alpi. In un primo momento rifiutò lo scontro, preferendo arretrare fino ad ''Aquae Sextiae'' (l'attuale [[Aix-en-Provence|Aix en Provence]]), un insediamento fondato da [[Gaio SestioSextio CalvoCalvino]], [[Console (storia romana)|console]] nel [[109 a.C.]], in modo da sbarrare loro il cammino. Alcuni contingenti di [[Ambroni]], avanguardia dell'esercito dei [[Germani]], si lanciarono avventatamente all'attacco delle posizioni romane, senza aspettare l'arrivo di rinforzi, e 30.000 di essi rimasero uccisi. Mario schierò poi un contingente di 30.000 uomini per tendere un'imboscata al grosso dell'esercito dei Germani, che presi alle spalle e attaccati frontalmente, furono completamente sterminati e persero 100.000 uomini,<ref>150.000 uomini secondo altre fonti, vedi [[Velleio Patercolo]], ''[[Historiae Romanae ad M. Vinicium consulem libri duo]]'', II, 12.</ref> e quasi altrettanti ne furono catturati.
 
[[File:Tiepolo Vercellae.jpg|left|thumb|''Battaglia di Vercelli'', 1725-1729 del [[Giambattista Tiepolo|Tiepolo]].]]