Dengue: differenze tra le versioni

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{{Disclaimer|medico}}
{{Malattia
| Nome = Dengue
| Immagine = Denguerash.JPG
| Didascalia = Persona che mostra, sul dorso, l'[[esantema]] tipico della dengue.
| Dimensione = 250px
| Eziologia = infettiva
| Sinonimo1 = Febbre spaccaossa
| Sinonimo2 = Febbre dandy|
|}}
La '''febbre dengue''', più conosciuta semplicemente come '''dengue''', è una [[malattia infettiva]] tropicale causata dal ''[[Dengue virus]]''. Il virus esiste in cinque [[sierotipo|sierotipi]] differenti (DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4, DENV-5) e generalmente l'infezione con un tipo garantisce un'[[Immunità (medicina)|immunità]] a vita per quel tipo, mentre comporta solamente una breve e non duratura immunità nei confronti degli altri. L'ulteriore infezione con un altro sierotipo comporta un aumento del rischio di complicanze gravi.
 
La malattia è trasmessa da [[Zanzara|zanzare]] del [[Genere (tassonomia)|genere]] ''[[Aedes]]'', in particolar modo la [[specie]] ''[[Aedes aegypti]]''. Si presenta con [[febbre]], [[cefalea]], [[mialgia|dolore muscolare]] e [[Artralgia|articolare]], oltre al caratteristico [[esantema]] simile a quello del [[morbillo]]. In una piccola percentuale dei casi si sviluppa una [[febbre emorragica]] pericolosa per la vita, con [[trombocitopenia]], [[Emorragia|emorragie]] e perdita di liquidi, che può evolvere in [[Shock ipovolemico|shock circolatorio]] e morte. La [[prevenzione (medicina)|prevenzione]] si ottiene mediante l'eliminazione delle zanzare e del loro [[habitat]], per limitare l'esposizione al rischio di trasmissione.<ref name=White10/><ref name=WHOp59-60/>
La malattia è trasmessa da [[Zanzara|zanzare]] del [[Genere (tassonomia)|genere]] ''[[Aedes]]'', in particolar modo la [[specie]] ''[[Aedes aegypti]]''.
Si presenta con [[febbre]], [[cefalea]], [[mialgia|dolore muscolare]] e [[Artralgia|articolare]], oltre al caratteristico [[esantema]] simile a quello del [[morbillo]]. In una piccola percentuale dei casi si sviluppa una [[febbre emorragica]] pericolosa per la vita, con [[trombocitopenia]], [[Emorragia|emorragie]] e perdita di liquidi, che può evolvere in [[Shock ipovolemico|shock circolatorio]] e morte. La [[prevenzione (medicina)|prevenzione]] si ottiene mediante l'eliminazione delle zanzare e del loro [[habitat]], per limitare l'esposizione al rischio di trasmissione.<ref name=White10/><ref name=WHOp59-60/>
 
La terapia è di supporto e si basa sull'idratazione in caso di una forma lieve-moderata di malattia e, nei casi più gravi, sulla [[Terapia endovenosa|somministrazione endovenosa]] di liquidi e sull'[[emotrasfusione]]. La prima descrizione della malattia è del [[1779]] e la sua [[eziologia]] è stata dimostrata nei primi anni del [[XX secolo]]. L'[[Incidenza (epidemiologia)|incidenza]] della dengue è cresciuta molto rapidamente a partire dagli [[Anni 1960|anni sessanta]], con circa 50-100 milioni di persone infettate ogni anno, e risulta [[endemia|endemica]] in 110 paesi.<ref name=WHOp3/><ref name=Peads10/>
 
== Epidemiologia e storia ==
Le origini del termine ''dengue'' non sono note, ma una delle teorie più accreditate vuole che derivi dalla frase in [[lingua swahili]] ''Ka-dinga pepo'', che descrive una malattia causata da uno [[spirito maligno]]<ref name=EID06/>. Il termine swahili ''dinga'' potrebbe derivare dalla parola [[Lingua spagnola|spagnola]] ''dengue'', che significa fastidioso, attento, termini che descrivono l'andatura di una persona che soffre il caratteristico dolore osseo dovuto alla malattia<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.etymonline.com/index.php?term=dengue|titolo=Etymology: dengue|anno=2001|sito=Online Etymology Dictionary|autore=Harper D|accesso=21 luglio 2012}}</ref>. È tuttavia possibile che sia il termine spagnolo a derivare da una parola simile in lingua swahili<ref name=EID06>{{cita pubblicazione|titolo=Etymologia: dengue|rivista=Emerg. Infec. Dis.|anno=2006|mese=giugno|volume=12|numero=6|p=893|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3373045/|lingua=inglese}}</ref>. Gli [[Schiavismo|schiavi]] delle [[Indie Occidentali]] erano chiamati ''[[dandy]]'' (damerino in italiano) a causa della postura e dell'andatura, pertanto la malattia è conosciuta anche come ''febbre dandy''<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.medterms.com/script/main/art.asp?articlekey=6620|titolo=Definition of Dandy fever|editore=MedicineNet.com|data=15 giugno 1998|accesso=21 luglio 2012|dataarchivio=5 giugno 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110605231418/http://www.medterms.com/script/main/art.asp?articlekey=6620|urlmorto=sì}}</ref><ref name=Hal08>{{en}}{{cita libro|autore=Halstead SB|titolo=Dengue (Tropical Medicine: Science and Practice)|editore=Imperial College Press|città=River Edge, N.J|anno=2008|pp=1–10|url=http://books.google.com/books?id=6zLd9mFwxwsC&pg=PA1|isbn=1-84816-228-6}}</ref>. Il termine ''febbre spaccaossa'' fu invece utilizzato per la prima volta durante l'epidemia del 1789-90 a [[Filadelfia]]<ref name=Barrett09>{{en}}{{cita libro|autore=Barrett AD, Stanberry LR|titolo=Vaccines for biodefense and emerging and neglected diseases|editore=Academic|città=San Diego|anno=2009|pp=287–323|url=http://books.google.co.uk/books?id=6Nu058ZNa1MC&pg=PA289|isbn=0-12-369408-6}}</ref><ref>{{en}}{{cita libro|autore=Rush AB|anno=1789|capitolo=An account of the bilious remitting fever, as it appeared in Philadelphia in the summer and autumn of the year 1780|titolo=Medical enquiries and observations|pp=104–117|editore=Prichard and Hall|città=Philadelphia|url=http://books.google.it/books?id=y3EFAAAAQAAJ}}</ref>. Il termine ''dengue'' divenne il più utilizzato solo a partire dal [[1828]]<ref name=Hal08/>.
 
=== Storia ===
Il primo caso di dengue mai documentato risale probabilmente all'[[enciclopedia]] medica cinese realizzata durante la [[Dinastiadinastia Jìn]], tra il 265 e il 420, in riferimento a un "veleno acquoso" associato a [[Insecta|insetti]] volanti<ref name=EID06/><ref name=Gubler98>{{cita pubblicazione|autore=Gubler DJ|titolo=Dengue and dengue hemorrhagic fever|rivista=Clin. Microbiol. Rev.|volume=11|numero=3|pp=480–96|anno=1998|mese=luglio|pmid=9665979|pmc=88892|url=http://cmr.asm.org/cgi/content/full/11/3/480|lingua=inglese|accesso=21 luglio 2012|dataarchivio=25 ottobre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111025220433/http://cmr.asm.org/cgi/content/full/11/3/480|urlmorto=sì}}</ref>. Numerose [[epidemia|epidemie]] sono state descritte durante il [[XVII secolo]], ma la prima documentata è quella che, tra il [[1779]] e il [[1780]] colpì [[Africa]], [[America Settentrionaledel Nord|America settentrionale]] e gran parte dell'[[Asia]]. Nel [[1906]] fu confermata la trasmissione della malattia mediata da zanzare del genere ''Aedes'' e, nel [[1907]], la dengue divenne la seconda malattia dopo la [[febbre gialla]] dove fosse stata dimostrata un'[[eziologia]] virale<ref name=Henchal>{{cita pubblicazione|autore=Henchal EA, Putnak JR|titolo=The dengue viruses|rivista=Clin. Microbiol. Rev.|volume=3|numero=4|pp=376–96|anno=1990|mese=ottobre|pmid=2224837|pmc=358169|url=http://cmr.asm.org/cgi/reprint/3/4/376|doi=10.1128/CMR.3.4.376|lingua=inglese|accesso=21 luglio 2012|dataarchivio=25 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110725021730/http://cmr.asm.org/cgi/reprint/3/4/376|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Fino agli [[anni 1940|anni quaranta]] del [[XX secolo]], le [[epidemie]] furono infrequenti<ref name=Gubler98/>. La grande diffusione della dengue durante e dopo la [[seconda guerra mondiale]] è stata attribuita al dissesto ecologico causato dalla [[guerra]] stessa, che portò alla diffusione della malattia in varie aree del mondo prima risparmiate e alla comparsa della sua forma emorragica. Questa forma fu descritta per la prima volta nelle [[Filippine]] nel [[1953]], diventando, a partire dagli [[anni 1970|anni settanta]], una delle principali cause di [[mortalità infantile]] nelle [[Americhe]] e nelle isole dell'[[oceano Pacifico]]<ref name=Gubler98/>. Nel [[1981]] si venne a sviluppare un'epidemia da virus DENV-2 in pazienti dell'[[America Centralecentrale]] e [[America Meridionalemeridionale|Meridionalemeridionale]] che avevano contratto il DENV-1 diversi anni prima e fece per la prima volta la sua comparsa lo [[shock]] caratteristico della fase critica della malattia<ref name=Gould>{{cita pubblicazione|autore=Gould EA, Solomon T|titolo=Pathogenic flaviviruses|rivista=[[The Lancet]]|volume=371|numero=9611|pp=500–9|anno=2008|mese=febbraio|pmid=18262042|doi=10.1016/S0140-6736(08)60238-X| lingua=inglese }}</ref>.
 
=== Epidemiologia ===
[[File:Dengue06.png|thumb|Mappa del mondo che mostra i paesi endemici sia per ''Aedes aegypti'', sia per dengue (in <span style="color:red;">rosso</span>) e i paesi endemici solo per ''Aedes aegypti'' (in <span style="color:#00FFFF">azzurro</span>) nel [[2006]].]]
La maggior parte di chi contrae la dengue si riprende senza problemi<ref name=WHOp10>{{Cita| WHO |p. 10|WHO}}, 2009.</ref>, mentre la [[mortalità]] è dell'1–5% qualora non venga instaurato alcun regime terapeutico<ref name=Peads10>{{cita pubblicazione|autore=Ranjit S, Kissoon N|titolo=Dengue hemorrhagic fever and shock syndromes|rivista=Pediatr. Crit. Care Med.|anno=2011|mese=gennaio|pmid=20639791|doi=10.1097/PCC.0b013e3181e911a7 |volume=12|numero=1|pp=90–100|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20639791|lingua=inglese}}</ref> e inferiore all'1% nel caso di trattamento adeguato<ref name=WHOp10/>. Tuttavia le forme più gravi della malattia conducono a morte nel 26% dei casi<ref name=Peads10/><ref name=WHO97>{{en}}{{cita libro|autore=WHO|url=http://www.who.int/csr/resources/publications/dengue/012-23.pdf|capitolo=Chapter 2: clinical diagnosis|titolo=Dengue haemorrhagic fever: diagnosis, treatment, prevention and control|edizione=2|città=Ginevra|editore=World Health Organization|pp=12–23|anno=1997|isbn=92-4-154500-3}}</ref>. La dengue è [[Endemia|endemica]] in 110 paesi<ref name=Peads10/> e infetta dai 50 ai 100 milioni di individui ogni anno, con circa mezzo milione di persone che necessitano di ospedalizzazione<ref name=White10>{{cita pubblicazione|autore=Whitehorn J, Farrar J|titolo=Dengue|rivista=Br. Med. Bull.|volume=95|pp=161–73|anno=2010|pmid=20616106|doi=10.1093/bmb/ldq019|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20616106|lingua=inglese}}</ref><ref name=WHOp14>{{Cita| WHO |p. 14|WHO}}, 2009.</ref><ref name=Euro10>{{cita pubblicazione|autore=Reiter P |titolo=Yellow fever and dengue: a threat to Europe?|rivista=Euro Surveill |data=11 marzo 2010 |volume=15|numero=10|p=19509|pmid=20403310 | url=http://www.eurosurveillance.org/ViewArticle.aspx?ArticleId=19509|lingua=inglese}}</ref> e 12.500{{formatnum:12500}}-25.000{{formatnum:25000}} decessi<ref name=India10>{{cita pubblicazione|autore=Varatharaj A|titolo=Encephalitis in the clinical spectrum of dengue infection|rivista=Neurol. India|volume=58|numero=4|pp=585–91|anno=2010|pmid=20739797|doi=10.4103/0028-3886.68655|url=http://www.neurologyindia.com/article.asp?issn=0028-3886;year=2010;volume=58;issue=4;spage=585;epage=591;aulast=Varatharaj|lingua=inglese}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|autore=WHO media centre|url=http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs117/en/|titolo=Dengue and dengue haemorrhagic fever|data=marzo 2009|editore=World Health Organization|accesso=21 luglio 2012}}</ref>. La dengue, oltre a essere la più comune malattia virale trasmessa da [[artropodi]]<ref name=Life10>{{cita pubblicazione|autore=Rodenhuis-Zybert IA, Wilschut J, Smit JM|titolo=Dengue virus life cycle: viral and host factors modulating infectivity|rivista=Cell. Mol. Life Sci.|volume=67|numero=16|pp=2773–86|anno=2010|mese=agosto|pmid=20372965|doi=10.1007/s00018-010-0357-z|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20372965|lingua=inglese}}</ref>, ha un impatto sulla popolazione valutabile in {{formatnum:1600}} [[disability-adjusted life year|DALY]] ogni milione di abitanti, del tutto simile a quello della [[tubercolosi]]<ref name=Guzman10>{{cita pubblicazione|autore=Guzman MG, Halstead SB, Artsob H, ''et al.''|titolo=Dengue: a continuing global threat|rivista=Nat. Rev. Microbiol.|volume=8|numero=12 Suppl|pp=S7–S16|anno=2010|mese=dicembre|pmid=21079655|doi=10.1038/nrmicro2460|url=https://www.nature.com/nrmicro/journal/v8/n12_supp/full/nrmicro2460.html|lingua=inglese}}</ref>. Come malattia tropicale la dengue è ritenuta seconda in importanza solo alla [[malaria]]<ref name=Peads10/>, e l'[[Organizzazione mondiale della sanità]] la considera una delle sedici [[malattie tropicali neglette]]<ref>{{cita web|lingua=en|autore=WHO|url=http://www.who.int/neglected_diseases/diseases/en/|titolo=Neglected tropical diseases|editore=World Health Organization|accesso=21 luglio 2012}}</ref>.
 
Tra il 1960 e il 2010, l'[[Incidenza (epidemiologia)|incidenza]] della dengue è aumentata di circa trenta volte<ref name=WHOp3>{{Cita| WHO |p. 3|WHO}}, 2009.</ref>, si crede in conseguenza dell'[[urbanizzazione]], della crescita della popolazione e dei [[Migrazione umana|movimenti migratori]]<ref name=White10/>. La distribuzione geografica della malattia è nella [[equatore|zona equatoriale]], dove vive il 70% dei due miliardi e mezzo di persone che abitano nelle aree endemiche dell'Asia e dei paesi che si affacciano sull'oceano Pacifico<ref name=WHOp3/>. Negli [[Stati Uniti]] il tasso di infezione presso gli individui di ritorno da un soggiorno in un paese endemico è del 2.,9–8.,0%<ref name=Yellow10>{{cita web|lingua=en|url=http://wwwnc.cdc.gov/travel/yellowbook/2012/chapter-3-infectious-diseases-related-to-travel/dengue-fever-and-dengue-hemorrhagic-fever.htm|titolo=Chapter 5 – dengue fever (DF) and dengue hemorrhagic fever (DHF)|sito=2010 Yellow Book|autore=Center for Disease Control and Prevention|accesso=21 luglio 2012}}</ref>, secondo solamente a quello per la malaria<ref name=Chen>{{cita pubblicazione|autore=Chen LH, Wilson ME|titolo=Dengue and chikungunya infections in travelers|rivista=Curr. Opin. Infect. Dis.|volume=23|numero=5|pp=438–44|anno=2010|mese=ottobre|pmid=20581669 |doi=10.1097/QCO.0b013e32833c1d16|lingua=inglese|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20581669}}</ref>. Fino al [[2003]] si è ritenuto che la dengue potesse rappresentare una potenziale [[arma biologica]], ma studi successivi hanno rigettato questa possibilità, poiché si ritiene che il virus sia troppo difficile da trasferire e dal momento che la malattia grave si presenta in una percentuale relativamente piccola di popolazione<ref name=Barrett09/>.
 
== Eziologia ==
[[File:Dengue.jpg|thumb|[[Virione|Virioni]] di ''[[Dengue virus]]'' visibili al [[microscopio elettronico]] (sono il gruppetto di punti neri vicino al centro dell'immagine).]]
Quello responsabile della febbre dengue è un [[virus a RNA]] appartenente alla famiglia delle [[Flaviviridae]], genere ''[[Flavivirus]]'' chiamato [[Dengue virus]]. Di questa famiglia fanno parte numerosi altri virus responsabili di [[febbre emorragica]], tra cui quelli responsabili della [[febbre gialla]], dell'[[encefalite di Saint-Louis]], dell'[[encefalite giapponese]] e il [[virus del Nilo occidentale]]<ref name=Gould/>. Tutte queste malattie sono trasmesse da [[artropodi]], soprattutto zanzare e [[Ixodida|zecche]], e i virus responsabili sono anche conosciuti come ''[[Arbovirus]]'', dall'[[acronimo]] in [[lingua inglese]] ''ar''thropod ''bo''rne ''virus'' (virus portato da artropodi)<ref name=Gould/>.
 
Come molti [[arbovirus]], il virus della dengue permane in natura perché utilizza [[Vettore (biologia)|vettori]] [[Ematofagia|ematofagi]] e [[Ospite (biologia)|ospiti]] [[Vertebrata|vertebrati]], mantenendosi soprattutto nelle foreste del [[Sud-est asiatico]] e dell'Africa. Nelle zone rurali la trasmissione avviene solitamente tramite puntura da parte di ''[[Aedes aegypti]]'' e altre del genere ''[[Aedes]]'', tra le quali ''[[Aedes albopictus]]'' (zanzara tigre), mentre nelle città avviene quasi esclusivamente tramite ''Aedes aegypti'', che risulta molto addomesticata<ref name=Gubler>{{Cita| Gubler |pp. 376-377|Gubler}}, 2010.</ref>. Il ciclo vitale del vettore nelle aree urbane è generalmente limitato all'area in questione, ma la crescita incontrollata delle città nelle aree endemiche per la dengue ha portato a un aumento delle epidemie e della quantità di virus circolante, permettendone la diffusione anche in zone originariamente risparmiate e potrebbe, in futuro, rappresentare una minaccia per l'[[Europa]]<ref name=Gubler/>.
Nelle zone rurali la trasmissione avviene solitamente tramite puntura da parte di ''[[Aedes aegypti]]'' e altre del genere ''[[Aedes]]'', tra le quali ''[[Aedes albopictus]]'' (zanzara tigre), mentre nelle città avviene quasi esclusivamente tramite ''Aedes aegypti'', che risulta molto addomesticata<ref name=Gubler>{{Cita| Gubler |pp. 376-377|Gubler}}, 2010.</ref>. Il ciclo vitale del vettore nelle aree urbane è generalmente limitato all'area in questione, ma la crescita incontrollata delle città nelle aree endemiche per la dengue ha portato a un aumento delle epidemie e della quantità di virus circolante, permettendone la diffusione anche in zone originariamente risparmiate e potrebbe, in futuro, rappresentare una minaccia per l'[[Europa]]<ref name=Gubler/>.
 
Il [[genoma]] del virus contiene 11.000{{formatnum:11000}} [[paia di basi]] e codifica per tre [[proteina|proteine]] che formano il [[virione]] (C, prM, E) e sette diverse proteine che si ritrovano nella [[cellula]] ospite e sono necessarie per la [[replicazione virale]] (NS1, NS2a, NS2b, NS3, NS4a, NS4b, NS5)<ref name=Life10/><ref name=Guzman10/>. Il virus esiste in cinque diversi [[Sierotipo|sierotipi]], denominati DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4 e DENV-5<ref name=WHOp14/><ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Mustafa | nome = MS. | coautori = V. Rasotgi; S. Jain; V. Gupta | titolo = Discovery of fifth serotype of dengue virus (DENV-5): A new public health dilemma in dengue control. | rivista = Med J Armed Forces India | volume = 71 | numero = 1 |pp=67-70 | mese = gennaio | anno = 2015 | doi = 10.1016/j.mjafi.2014.09.011 | id = PMID 25609867 }}</ref>, ciascuno dei quali può essere ugualmente causa della malattia<ref name=Life10/>. Si ritiene che l'infezione con un sierotipo conferisca un'immunità a vita per il sierotipo in questione, ma solo a breve termine nei confronti degli altri<ref name=WHOp14/><ref name=Chen/>. La forma severa della malattia in caso di infezione secondaria avviene in particolar modo per gli individui esposti a DENV-1 che contraggano l'infezione da DENV-2 o DENV-3, oppure in persone esposte prima a DENV-3 e poi a DENV-2<ref name=Guzman10/>.
 
=== Trasmissione ===
Il ''Dengue virus'' è trasmesso soprattutto dalle zanzare del genere ''Aedes'', in particolar modo la specie ''[[Aedes aegypti]]''<ref name=WHOp14/>, che si trovano normalmente a una [[latitudine]] compresa tra il 35º parallelo nord e il 35º parallelo sud e a un'[[altitudine]] inferiore ai {{formatnum:1000}} metri [[Livello del mare|s.l.m.]]<ref name=WHOp14/>, nutrendosi soprattutto durante il giorno<ref name=WHOp59>{{Cita| WHO |p. 59|WHO}}, 2009.</ref>. Altre zanzare in grado di trasmettere la malattia sono ''[[Aedes albopictus]]'', ''Aedes polynesiensis'' e ''Aedes scutellaris''<ref name=WHOp14/>. Gli esseri umani sono gli ospiti primari del virus<ref name=Gould/><ref name=WHOp14/>, il quale può però essere rinvenuto anche in altri [[Primates|primati]]<ref>{{cita web|lingua=en|titolo=Vector-borne viral infections|url=http://www.who.int/vaccine_research/diseases/vector/en/index1.html|editore=World Health Organization|accesso=21 luglio 2012}}</ref>; l'infezione può essere trasmessa con una singola puntura da parte del vettore<ref name=Yellow10/>.
 
Una femmina di zanzara che acquisisca sangue umano infetto diventa a sua volta infetta, con il virus localizzato a livello dell'[[apparato digerente]]. Circa 8-10 giorni dopo il virus invade e colonizza le cellule di altri tessuti, in particolar modo le [[ghiandole salivari]], dalle quali è espulso insieme alla [[saliva]]. L'infezione non sembra avere effetti sulla zanzara, che rimane portatrice della malattia per il resto della propria vita. ''Aedes aegypti'', a differenza delle altre, preferisce vivere e deporre le proprie [[Uovo (biologia)|uova]] in stretto rapporto con gli esseri umani, che rappresentano la sua fonte preferenziale di nutrimento rispetto ad altri vertebrati<ref name=Gubler2>{{Cita| Gubler |pp. 377-378|Gubler}}, 2010.</ref>.
 
La dengue può essere trasmessa anche tramite infusione di [[emocomponente|emocomponenti]] o [[Emoderivato|emoderivati]] e attraverso il [[Trapianto|trapianto di organi]]<ref>{{cita pubblicazione|autore=Wilder-Smith A, Chen LH, Massad E, Wilson ME|titolo=Threat of dengue to blood safety in dengue-endemic countries|rivista=Emerg. Infect. Dis.|volume=15|numero=1|pp=8–11|anno=2009|mese=gennaio|pmid=19116042|pmc=2660677|doi=10.3201/eid1501.071097|url=http://wwwnc.cdc.gov/eid/article/15/1/07-1097_article.htm|lingua=inglese}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Stramer SL, Hollinger FB, Katz LM, ''et al.''|titolo=Emerging infectious disease agents and their potential threat to transfusion safety|rivista=Transfusion|volume=49 Suppl 2|pp=1S–29S|anno=2009|mese=agosto|pmid=19686562|doi=10.1111/j.1537-2995.2009.02279.x|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19686562|lingua=inglese}}</ref>. In paesi dove la malattia è endemica, come nel caso di [[Singapore]], il rischio di infezione è compreso tra 1.,6 e 6 ogni 10.000{{formatnum:10000}} [[Trasfusione di sangue|trasfusioni di sangue]]<ref>{{cita pubblicazione|autore=Teo D, Ng LC, Lam S|titolo=Is dengue a threat to the blood supply?|rivista=Transfus Med|volume=19|numero=2|pp=66–77|anno=2009|mese=aprile|pmid=19392949|pmc=2713854|doi=10.1111/j.1365-3148.2009.00916.x|lingua=inglese}}</ref>, mentre la [[trasmissione verticale]] durante la [[gravidanza]] o l'[[Allattamento materno|allattamento]] è stata documentata<ref name="pmid20130380">{{cita pubblicazione |autore=Wiwanitkit V |titolo=Unusual mode of transmission of dengue |rivista=Journal of Infection in Developing Countries |volume=4 |numero=1 |pp=51–4|anno=2010 |mese=gennaio|pmid=20130380 |url=http://www.jidc.org/index.php/journal/article/view/20130380|lingua=inglese}}</ref>.
 
Altre modalità di trasmissione interumana sono state descritte, ma sono tuttavia estremamente rare<ref name=Chen/>.
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== Patogenesi ==
[[File:Aedes aegypti biting human.jpg|left|thumb|La zanzara ''[[Aedes aegypti]]'' mentre si nutre del sangue di un ospite umano]]
Quando la zanzara infetta punge un essere umano, il virus penetra la [[cute]] insieme alla saliva dell'insetto. Una volta all'interno dell'organismo, si lega ai [[Leucocita|leucociti]], vi penetra e si riproduce al loro interno. In particolare il ''virus dengue'' lega le [[Cellula di Langerhans|cellule di Langerhans]]<ref name=Martina09/>, entrandovi tramite [[endocitosi]] mediata dall'interazione tra proteine virali e specifiche [[Proteina di membrana|proteine di membrana]] della cellula, la [[lectina]] DC-SIGN, [[CLEC5A]] e il recettore per il [[mannosio]]<ref name=Life10/>. Il leucocita si sposta verso il [[linfonodo]] più vicino, mentre al suo interno il virus replica, in [[Vescicola (biologia)|vescicole]] legate al [[reticolo endoplasmatico]], dove il genoma virale viene copiato e vengono prodotte le proteine virali. Il virione immaturo si sposta dunque all'[[apparato di Golgi]] dove avviene la maturazione definitiva grazie alla [[glicosilazione]] delle proteine virali ed esce dalla cellula mediante [[esocitosi]]. Oltre alle cellule di Langerhans, altri leucociti che vengono infettati sono i [[monocita|monociti]] e i [[Macrofago|macrofagi]]<ref name=Life10/>.
 
I leucociti infetti rispondono con la produzione di numerosi fattori, tra cui l'[[interferone]], responsabili della maggior parte delle manifestazioni cliniche, quali la febbre, il dolore e gli altri sintomi simil-influenzali. La produzione di interferone fa parte del [[sistema immunitario]] innato e aumenta il livello di difesa da infezioni virali, favorendo la produzione di proteine del [[Trasduzione del segnale|sistema di trasduzione]] mediato da [[Janus chinasi|JAK]]; alcuni sierotipi di ''dengueDengue virus'' sembrano avere la capacità di inibire questo segnale. La produzione di interferone attiva anche la produzione di [[Anticorpo|anticorpi]] diretti contro [[Antigene|antigeni]] virali, che mediano l'attivazione dei [[Linfocita T|linfociti T]] contro le cellule infette<ref name=Life10/>. Gli anticorpi permettono l'[[opsonizzazione]] e la conseguente [[fagocitosi]] da parte di [[Fagocita|cellule specializzate]]; alcuni di essi però, non legando ottimamente l'antigene, trasportano il virus lontano dai [[Lisosoma|lisosomi]] del fagocita, in modo che esso non sia distrutto ma possa, bensì, continuare a replicare<ref name=Life10/>.
 
Nelle infezioni gravi la replicazione virale è molto aumentata, avviene anche in organi quali il [[fegato]] e il [[midollo osseo]], e causa il passaggio di liquidi dal torrente circolatorio alle cavità corporee, attraverso l'[[endotelio]] dei piccoli [[vasi sanguigni]] in conseguenza di una sua disfunzione<ref name=India10/>. Ciò causa una riduzione del [[sangue]] circolante e la conseguente riduzione della [[Pressione arteriosa sistemica|pressione arteriosa]], che può rivelarsi non sufficiente per le necessità dell'organismo e portare a uno stato di [[shock ipovolemico]]. D'altro canto la replicazione virale a livello del midollo osseo causa una disfunzione dell'[[emopoiesi]], cui consegue la [[piastrinopenia]] responsabile delle emorragie tipiche della dengue<ref name=Martina09/>; la morte delle cellule infette a livello di questi organi può portare a un grande rilascio di citochine e [[Fibrinolisi|fattori fibrinolitici]], che peggiorano il quadro emorragico e favoriscono ulteriormente il danno endoteliale<ref name=Martina09/>. Non è del tutto chiaro perché un'infezione secondaria dovuta a un diverso sierotipo del virus porti a sviluppare un rischio sensibilmente aumentato di forma grave della malattia. L'ipotesi maggiormente condivisa si basa su un potenziamento mediato da anticorpi che si suppone possa essere causato dallo scarso legame di anticorpi non neutralizzanti e un direzionamento dei virioni verso il compartimento cellulare errato nei globuli bianchi che hanno fagocitato il virus per permetterne la distruzione<ref name=Life10/><ref name=Guzman10/>. Si ritiene tuttavia che questo possa non essere l'unico meccanismo patogenetico delle formi gravi di dengue<ref name=White10/>; altri possibili fattori che potrebbero avere un ruolo sono i linfociti T, alcune [[Citochina|citochine]] e proteine del [[sistema del complemento]]<ref name=Martina09/>.
 
In alcuni pazienti la malattia progredisce in una fase critica, successiva alla normalizzazione della [[temperatura corporea]], che dura tipicamente uno o due giorni<ref name=WHOp25/>. Durante questa fase si può presentare un accumulo di liquidi nel torace ([[versamento pleurico]]) e nell'addome ([[ascite]]) in conseguenza dell'aumento della [[permeabilità]] dei [[Capillare|capillari]]. Questo può generare una condizione di [[ipovolemia]] e di scarsa perfusione degli organi vitali<ref name=WHOp25/>, spesso associata a disfunzione organica ed [[emorragie]], in particolar modo [[Emorragia gastrointestinale|digestive]]<ref name=Peads10/><ref name=WHOp25/>. La condizione di shock o di febbre emorragica si manifesta in meno del 5% dei pazienti<ref name=Peads10/> e sono in particolar modo quelli infettati una seconda volta da un diverso sierotipo del ''dengueDengue virus'' a essere a rischio<ref name=Peads10/><ref name=Life10/>.
 
=== Complicanze ===
La forma grave della malattia è più comune nell'[[infanzia]] e, a differenza di molte altre malattie infettive, si presenta in bambini relativamente ben nutriti<ref name=Peads10/>. Le donne sono più colpite degli uomini<ref name=Guzman10/> e la malattia può risultare particolarmente pericolosa in individui affetti da [[Malattia cronica|malattie croniche]], quali il [[diabete mellito]] e l'[[asma bronchiale]]<ref name=Guzman10/>.
 
Occasionalmente il ''Dengue virus'' può infettare altri organi<ref name=WHOp25/>, sia in concomitanza al corteo sintomatologico classico, sia come unica manifestazione clinica<ref name=India10/>. Nello 0.,5-6% dei casi si può presentare una riduzione dello stato di coscienza, imputabile a un'[[encefalite]] virale o, indirettamente, come conseguenza di un'[[insufficienza epatica]]<ref name=Gould/><ref name=India10/>. Altre complicanze sono la [[mielite trasversa]] e la [[sindrome di Guillain-Barré]]<ref name=India10/>, mentre le [[Miocardite|miocarditi]] sono rare<ref name=Peads10/><ref name=WHOp25/>.
 
Il [[Polimorfismo (biologia)|polimorfismo]] di alcuni [[gene|geni]] umani risulta correlato a maggior rischio di malattia grave. Tra questi sono compresi mutazioni del [[Fattore di necrosi tumorale|TNFα]]<ref name=White10/>, del [[CTLA-4]], del [[TGFβ]]<ref name=Life10/> e particolari [[allele|forme alleliche]] del [[complesso maggiore di istocompatibilità]]<ref name=Guzman10/>; la [[carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi]], molto comune nei paesi africani, sembra anch'essa aumentare i rischi<ref name=Martina09>{{cita pubblicazione|autore=Martina BE, Koraka P, Osterhaus AD|titolo=Dengue virus pathogenesis: an integrated view|rivista=Clin. Microbiol. Rev.|volume=22|numero=4|pp=564–81|anno=2009|mese=ottobre|pmid=19822889|pmc=2772360|doi=10.1128/CMR.00035-09|url=http://cmr.asm.org/cgi/content/full/22/4/564|lingua=inglese|accesso=21 luglio 2012|dataarchivio=18 maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110518195657/http://cmr.asm.org/cgi/content/full/22/4/564|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Clinica ==
La classificazione stilata nel [[2009]] dall'[[Organizzazione mondiale della sanità]] divide la dengue in due gruppi: ''non complicata'' e ''grave''<ref name=White10/><ref name=WHOp10/>. Questa sostituisce la classificazione del [[1997]], stilata dalla stessa organizzazione, che necessitava di maggior semplificazione essendo ritenuta troppo restrittiva (ma ancora utilizzata diffusamente)<ref name=WHOp10/>. Essa prevedeva la suddivisione della malattia in ''febbre indifferenziata'', ''febbre dengue'' e ''febbre emorragica dengue''<ref name=Peads10/><ref name=WHO97/>. La forma emorragica era a sua volta suddivisa in quattro gradi di gravità: il ''grado I'', caratterizzato da [[ecchimosi]] e positività alla prova del laccio in un paziente con febbre; il ''grado II'', per pazienti con emorragia spontanea a carico di cute o altri organi; il ''grado III'' in presenza di [[shock]]; il ''grado IV'' in caso di shock grave con [[Polso arterioso|polso]] e [[Pressione arteriosa sistemica|pressione arteriosa]] non rilevabili<ref name=WHO97/>. I gradi III e IV sono definiti ''"sindrome da shock dengue"''<ref name=WHOp10/><ref name=WHO97/>.
 
=== Segni e sintomi ===
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Tipicamente i soggetti infettati con il virus della dengue sono [[Asintomatico|asintomatici]] (80%) oppure hanno solo manifestazioni cliniche leggere, quale la [[febbre]] non complicata<ref name=White10/>. Circa il 5% dei pazienti va incontro a una forma più grave della malattia e solo in una piccola parte di essi la dengue può essere pericolosa per la vita<ref name=White10/><ref name=Euro10/>. Il [[periodo di incubazione]] dura tra i 3 e i 14 giorni, ma è solitamente compreso tra i 4 e i 7 giorni<ref name=Gubler3>{{Cita| Gubler |p. 379|Gubler}}, 2010.</ref>; per questo motivo è possibile escludere la presenza della malattia in pazienti che manifestino sintomi oltre due settimane dopo il ritorno da un soggiorno in un'area endemica<ref name=Peads10/>. I bambini presentano sintomi simili a quelli del [[raffreddore comune]] e della [[gastroenterite]] ([[vomito]] e [[diarrea]])<ref name=India10/>, generalmente meno importanti rispetto agli adulti<ref name=NEJM>{{cita pubblicazione |autore=Simmons CP, Farrar JJ, Nguyen vV, Wills B |titolo=Dengue |rivista=N Engl J Med |volume=366 |numero=15 |pp=1423–32|anno=2012 |mese=aprile|pmid=22494122 |doi=10.1056/NEJMra1110265|url=http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMra1110265|lingua=inglese}}</ref>, sebbene siano maggiormente suscettibili a complicanze gravi<ref name=Peads10/>.
 
La presentazione clinica tipica della dengue include febbre a esordio improvviso, [[cefalea]] tipicamente retrooculare, [[mialgia]], [[artralgia]] eed [[esantema]]<ref name=White10/><ref name=Chen/>. Il decorso della malattia può essere suddiviso in tre fasi: febbrile, critica e di recupero<ref name=WHOp25>{{Cita| WHO |p. 25|WHO}}, 2009.</ref>.
 
La fase febbrile è caratterizzata da febbre elevata, spesso superiore ai 40&nbsp;°C, associata a [[dolore]] generalizzato e cefalea e dura solitamente tra i 2 e i 7 giorni<ref name=Chen/><ref name=WHOp25/>. Durante questa fase, il 50-80% dei pazienti con sintomi presenta un esantema cutaneo<ref name=Chen/><ref name=Fitz2009>{{en}}{{cita libro|autore=Wolff K, Johnson RA (eds.)|titolo=Fitzpatrick's color atlas and synopsis of clinical dermatology|anno=2009|editore=McGraw-Hill Medical|città=New York|capitolo=Viral infections of skin and mucosa|edizione=6|pp=810–2|isbn=978-0-07-159975-7}}</ref>, che inizia tipicamente durante il 1º o 2º giorno di sintomi come un [[eritema]], per assumere tra il 4º e il 7º giorno un aspetto [[morbillo|morbilliforme]]<ref name=Fitz2009/><ref name=ER2010>{{en}}{{cita libro|autore=Knoop KJ, Stack LB, Storrow A, Thurman RJ (eds.)|titolo=Atlas of emergency medicine|url=https://archive.org/details/atlasofemergency0000unse_r5l9|anno=2010|editore=McGraw-Hill Professional|città=New York|capitolo=Tropical medicine|edizione=3 |pp=[https://archive.org/details/atlasofemergency0000unse_r5l9/page/658 658]–9|isbn=0-07-149618-1}}</ref>. A questo punto possono comparire [[Lesioni elementari della cute#Lesioni patognomoniche|petecchie]]<ref name=WHOp25/> e si possono verificare piccoli episodi emorragici alla [[mucosa]] del [[naso]] e della [[bocca]]<ref name=Peads10/><ref name=Chen/>. La febbre ha classicamente un andamento bifasico, ripresentandosi per un paio di giorni dopo la risoluzione iniziale, anche se il fenomeno ha una durata e delle tempistiche molto variabili<ref name=Gould/><ref name=ER2010/>.
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La dengue può essere diagnosticata anche mediante [[Microbiologia|esami microbiologici]]<ref name=WHOp10/>, in particolar modo tramite l'isolamento del virus sul [[Terreno di coltura|terreni di coltura]], [[Nucleic Acid Test|rilevamento del RNA virale]] dopo espansione tramite [[Reazione a catena della polimerasi|PCR]], [[Sierologia|esami sierologici]] per la rilevazione di antigeni virali o anticorpi diretti verso di essi<ref name=Guzman10/><ref name=WHOp90>{{Cita| WHO |pp. 90-95|WHO}}, 2009.</ref>. L'isolamento del virus e del suo genoma sono test più accurati di quelli sierologici, ma non sono diffusamente disponibili per via del loro costo elevato<ref name=WHOp90/>, mentre quest'ultimo e la PCR sono più accurati in particolar modo nella prima settimana di malattia<ref name=NEJM/>, anche se tutti gli esami possono rivelarsi negativi nelle fasi precoci<ref name=Peads10/><ref name=Guzman10/>.
 
Tutti questi esami di laboratorio hanno un valore diagnostico solamente durante la fase acuta della malattia, eccezion fatta per la sierologia. La ricerca delle [[IgG]] e [[IgM]], normalmente prodottoprodotte 5-7 giorni dopo l'infezione, può essere utilizzata per confermare la diagnosi di dengue anche nelle fasi tardive. Il titolo più elevato di IgM è rilevato dopo l'infezione primaria, ma esse sono prodotte anche in caso di infezione secondaria o terziaria; diventano non rilevabili 30-90 giorni dopo l'infezione primaria, ma, in caso di infezioni successive, scompaiono più rapidamente. Le IgG invece rimangono rilevabili per più di sessant'anni, anche in assenza di sintomi, èe quindi risultano un ottimo indicatore di infezioni pregresse. Dopo l'infezione primaria raggiungono il loro picco dopo 2-3 settimane, mentre in corso di infezioni successive il picco è raggiunto prima e il titolo è solitamente più alto. Sia le IgG, sia le IgM provvedono all'immunità nei confronti di un determinato sierotipo. In laboratorio queste [[Immunoglobulina|immunoglobuline]] possono legare altri ''Flavivirus'', come quello della [[febbre gialla]], rendendo difficile l'interpretazione dell'esame<ref name=Guzman10/><ref name=Chen/><ref name=Gubler4/>. La rilevazione unicamente delle IgG non è considerata diagnostica a meno che il loro titolo non quadruplichi in campioni di sangue raccolti ad almeno due settimane di distanza dalla precedente raccolta. In una persona sintomatica, la rilevazione delle sole IgM è considerata diagnostica<ref name=Gubler4>{{Cita| Gubler |p. 380|Gubler}}, 2010.</ref>.
 
=== Diagnosi differenziale ===
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Non esistono terapie specifiche per la dengue<ref name=White10/>. Le modalità di trattamento dipendono dalle manifestazioni cliniche, e possono andare dalla semplice idratazione orale a domicilio al ricovero con somministrazione di liquidi per [[via parenterale]] o [[Trasfusione di sangue|emotrasfusioni]]<ref name=WHOp32>{{Cita| WHO |pp. 32-37|WHO}}, 2009.</ref>. La necessità di ricovero viene normalmente determinata sulla base dei segnali di allarme, soprattutto in presenza di [[comorbilità]]<ref name=Peads10/>.
 
L'idratazione endovenosa si rende necessaria di solito per un paio di giorni<ref name=WHOp32/> e la quantità di liquido da infondere è calcolatocalcolata per garantire un'eliminazione renale di 0.,5-1 mL/kg/h di [[urina]], segni vitali stabili e una normalizzazione dell'ematocrito<ref name=Peads10/>. Procedure più invasive quali l'inserimento di un [[sondino nasogastrico]], l'[[iniezione intramuscolare]] e le punture arteriose devono essere evitate a causa del rischio di sanguinamento<ref name=Peads10/>. Il [[paracetamolo]] viene utilizzato per il trattamento sintomatico della febbre e del dolore, mentre i [[FANS]] come l'[[aspirina]] o l'[[ibuprofene]] vanno evitati per non peggiorare il rischio di emorragia<ref name=WHOp32/>. La [[trasfusione di sangue]] è richiesta precocemente nei pazienti con segni vitali instabili e a fronte di una tendenza dell'ematocrito a calare. Sebbene l'ematocrito non sia un indicatore dell'entità dell'emorragia buono quanto la concentrazione di [[emoglobina]], si preferisce utilizzare questo indicatore piuttosto che attendere che l'emoglobina raggiunga un valore soglia per iniziare la trasfusione<ref name=WHOp40>{{Cita| WHO |pp. 40-43|WHO}}, 2009.</ref>. Possono essere somministrati sangue intero o [[globuli rossi]] concentrati, mentre non sono normalmente utilizzate trasfusioni di [[piastrine]] o di [[Plasma (biologia)|plasma fresco congelato]]<ref name=WHOp40/>.
 
Durante la fase di recupero dalla malattia la terapia idratante viene di solito sospesa per evitare una condizione di [[ipervolemia]]<ref name=Peads10/>; in caso si presenti tale condizione il trattamento prevede, in presenza di segni vitali stabili, la sola sospensione della somministrazione di liquidi<ref name=WHOp40/> eventualmente associata a un [[Diuretici dell'ansa|diuretico dell'ansa]] quale la [[furosemide]]<ref name=WHOp40/>.
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La [[prevenzione (medicina)|prevenzione]] della malattia si basa quindi sul controllo della popolazione della zanzara vettrice e sulla protezione dal contatto dei residenti delle zone endemiche<ref name=WHOp59-60>{{Cita| WHO |pp. 59-60|WHO}}, 2009.</ref><ref name=WHOp137>{{Cita| WHO |pp. 137-146|WHO}}, 2009.</ref>. L'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]] raccomanda l'adozione di un programma integrato di controllo del vettore basato su cinque punti<ref name=WHOp59-60/>:
# Patrocini, mobilitazioni sociali e legislazione al fine di assicurare il rinforzo degli organismi sanitari pubblici e delle comunità;
# Collaborazione tra Sanitàsanità e altri ambiti, pubblici e privati;
# Approccio integrato al controllo della malattia per ottimizzare l'utilizzo delle risorse;
# Decisioni basate sull'evidenza clinica in modo da garantire che gli interventi siano mirati e appropriati;
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Per quanto riguarda il controllo del vettore sono stati sviluppati nuovi metodi per ridurre il numero di zanzare, ad esempio mediante l'introduzione nelle raccolte di acqua di ''[[Poecilia reticulata]]'' o ''[[Copepoda]]'' che si nutrono delle loro larve<ref name=WHOp71/>. Sono in corso tentativi di infettare la popolazione di zanzare con [[batteri]] del genere '' [[Wolbachia]]'', che sembrano rendere le zanzare parzialmente resistenti al virus<ref name=NEJM/>.
 
Ci sono programmi in corso sullo sviluppo di un vaccino in grado di coprire tutti e quattro i sierotipi del ''dengue virus''<ref name=WHOp137/>. Uno dei problemi è che un vaccino potrebbe aumentare il rischio di malattia grave attraverso il meccanismo del potenziamento mediato da anticorpi<ref name=Webster>{{cita pubblicazione|autore=Webster DP, Farrar J, Rowland-Jones S|titolo=Progress towards a dengue vaccine|rivista=Lancet Infect Dis|volume=9|numero=11|pp=678–87|anno=2009|mese=novembre|pmid=19850226 |doi=10.1016/S1473-3099(09)70254-3|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19850226|lingua=inglese}}</ref>. Il vaccino ideale dovrebbe essere sicuro, accessibile e conveniente in termini di costo-beneficio, efficace dopo una o due somministrazioni, facile da trasportare e immagazzinare, non attivare il meccanismo del potenziamento mediato da anticorpi e coprire tutti i sierotipi<ref name=Webster/>. A partire dal [[2009]], una serie di vaccini sonoè entratientrata in una fase di studio e sperimentazione<ref name=Barrett09/><ref name=Guzman10/><ref name=Webster/> e si ritiene che il primo possa essere introdotto in commercio a partire dal [[2015]]<ref name=WHOp137/>.
 
Oltre al controllo del vettore e alla creazione di un vaccino efficace, sono presenti sforzi per sviluppare nuovi farmaci antivirali che siano efficaci nel trattamento della dengue e nella prevenzione delle forme gravi<ref name=Sampath>{{cita pubblicazione|autore=Sampath A, Padmanabhan R|titolo=Molecular targets for flavivirus drug discovery|rivista=Antiviral Res.|volume=81|numero=1|pp=6–15|anno=2009|mese=gennaio|pmid=18796313|pmc=2647018|doi=10.1016/j.antiviral.2008.08.004|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2647018|lingua=inglese}}</ref><ref name=Noble>{{cita pubblicazione|autore=Noble CG, Chen YL, Dong H, ''et al.''|titolo=Strategies for development of Dengue virus inhibitors|rivista=Antiviral Res.|volume=85|numero=3|pp=450–62|anno=2010|mese=marzo|pmid=20060421|doi=10.1016/j.antiviral.2009.12.011|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20060421|lingua=inglese}}</ref>. La determinazione della struttura delle proteine virali potrebbe essere d'aiuto nella realizzazione di farmaci efficaci<ref name=Noble/>. Tra le possibili [[Molecola|molecole]] bersaglio vi è la [[RNA polimerasi]] [[RNA]]-dipendente, codificata dal [[gene]] ''NS5'' e responsabile della duplicazione del genoma virale. Altri approcci includono la creazione di specifici [[Inibitore enzimatico|inibitori]] della [[proteasi]] vitale, codificata da ''NS3'' e responsabile dello [[splicing]] delle proteine virali<ref name="pmid19519486">{{cita pubblicazione|autore=Tomlinson SM, Malmstrom RD, Watowich SJ|titolo=New approaches to structure-based discovery of dengue protease inhibitors|rivista=Infectious Disorders Drug Targets|volume=9|numero=3|pp=327–43|anno=2009|mese=giugno|pmid=19519486|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19519486|lingua=inglese}}</ref>, di farmaci che inibiscano l'ingresso del virione nella [[cellula]] o di inibitori del processo di [[rivestimento in 5']], necessario per la replicazione virale<ref name=Sampath/>.