Governo Moro III: differenze tra le versioni

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*5-8 febbraio: congresso del PLI: [[Giovanni Malagodi]] viene rieletto segretario a grande maggioranza. Il documento congressuale sostiene che una democrazia senza alternative diventa dittatura, e che il PLI è pronto a rimanere all'opposizione anche per un lunghissimo periodo. Se dalle consultazioni non emergono alternative si può e si deve ricorrere alla consultazione popolare.<ref>Il Messaggero, 9 febbraio 1966</ref>
*14 febbraio: sciolto il nodo della partecipazione di tutte le correnti della DC si delinea un accordo tra i quattro partiti della maggioranza. Due esponenti centristi entrano nella squadra di governo, la destra avrà la presidenza del consiglio nazionale con l'elezione concordata di [[Mario Scelba]].<ref>Il Messaggero, 15 febbraio 1966</ref>
*15 febbraio: Il Tribunale di Roma assolve Don [[Lorenzo Milani]] e [[Luca Pavolini]] vicedirettore di «Rinascita» dall’accusa di apologia di reato, incitamento alla diserzione e alla disubbidienza per aver difeso l’obiezione di coscienza.<ref>Il Messaggero, 16 febbraio 1966</ref>
*23 febbraio: dopo un mandato esplorativo di una settimana e un reincarico Moro scioglie la riserva a presenta la lista dei ministri, caratterizzata da sei nuovi ingressi e alcune assenze eccellenti. L'accordo prevede la conferma della politica estera, i piani quinquennali per la scuola e l'economia, l'istituzione delle regioni e la definizione della legge urbanistica.
 
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*1-3 marzo: consiglio nazionale della DC: Rumor, confermato segretario, prende l'impegno di superare la logica delle correnti. Piena approvazione all'operato della direzione nella gestione della crisi di governo.
*6 aprile: comitato centrale del PSDI: [[Mario Tanassi]] esprime rammarico per le conclusioni del comitato centrale del PSI; l'unificazione socialista appare ancora lontana quando sarebbe stato possibile concordare liste comuni per il turno amministrativo di giugno. Il PSDI ribadisce la volontà di procedere alla riunificazione ma presenterà liste autonome.<ref>Il Messaggero, 5 aprile 1966</ref>
*7 aprile: i medici entrano in sciopero rifiutando di applicare le convenzioni con gli enti mutualistici, delle quali non si è ancora proceduto al rinnovo. Viene praticata l'assistenza indiretta con l'applicazione dei tariffari extra mutua. Si apre una lunga e complessa vertenza tra enti, medici e farmacie.<ref>Il Messaggero, 6 aprile 1966</ref>
*17 aprile: l'agenzia Nuova Stampa esprime preoccupazione per l'ambiguità dei rapporti tra mondo cattolico e comunista. Al centro del mirino il viaggio di esponenti democristiani a cura dell'associazione Italia-URSS, all'incontro a Roma di [[Andrej Andreevič Gromyko|GromyikoGromyko]] con [[Papa Paolo VI|Paolo VI]], la partecipazione di [[Giorgio La Pira]] con esponenti socialisti e comunisti a una tavola rotonda sul disarmo tenuta a Parigi<ref>Il Messaggero, 16 aprile 1966</ref>
*23-24 aprile: Si svolge a Firenze la Conferenza nazionale dell'Unione donne italiane su «Il lavoro della donna e la programmazione». Quattro relazioni introduttive: «Tendenze dell’occupazione femminile» (prof. [[Nora Federici]]);«La preparazione professionale della donna» (prof. Elsa Bergamaschi);«La giornata di una lavoratrice e l'organizzazione della vita sociale» (prof. Angela Zucconi); «La donna e il rapporto di lavoro» (avv. Anna Maria Seganti). 3.000 lavoratrici partecipano al corteo e alla manifestazione conclusiva nel corso della quale prendono la parola Bruna Bertini, l'avv. Maria Magnani Noja, Lola Grazia, [[Maria Lisa Cinciari Rodano|Marisa Rodano]] e numerose operaie.
*26 aprile: consiglio dei ministri: nessun accordo per i provvedimenti di amnistia. Ulteriormente prorogato al 31 dicembre il blocco dei fitti. Annunciato l'esame di una legge quadro per le locazioni.<ref>Il Messaggero, 27 aprile 1966</ref>
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*5-12 ottobre: a [[Trieste]] scoppiano gravi disordini in una manifestazione di protesta contro lo spostamento della direzione dei cantieri navali a [[Genova]]. Dopo uno svolgimento ordinato al mattino il presidio si anima per l'azione di provocatori che la stampa filo-governativa indica come militanti del PCI. Al termine di una guerriglia urbana durata diverse ore si registrano 200 fermi e 20 contusi tra le forze dell'ordine. Identico copione tre giorni dopo, quando il CIPE annuncia il riordinamento economico conseguente al trasferimento della direzione: la protesta di un migliaio di lavoratori inizia a degenerare in piazza San Giovanni, davanti alla sede della DC e poco lontano dalla redazione de [[Il Piccolo]]. Gruppi di giovani estranei al corteo originario lanciano sassi contro le forze dell'ordine e provocano gravi danni a negozi, automobili e mezzi pubblici. Il PCI, per bocca di [[Luigi Longo]], addebita la responsabilità delle provocazioni a gruppi di poliziotti in borghese. Il ministro dell'interno Taviani, rifacendosi a un comunicato della federazione comunista genovese, ribatte che u disordini sono opera dei comunisti dissidenti, detti "cinesi", che vanno organizzandosi in tutto il paese in opposizione al PCI.<br />Al comitato centrale comunista Longo addebita la perdita di unità nell'azione comunista alla situazione politica interna ed internazionale, in particolare al conflitto tra URSS e Cina e all'unificazione dei due partiti socialisti in funzione anticomunista.<ref>Il Messaggero, 6 -13 ottobre 1966</ref>
[[File:Enzo Misefari.JPG|thumb|200px|Enzo Misefari, uno dei fondatori del PCd'I-ML]]
*15 ottobre: i dissidenti del PCI riuniti nel movimento marxista-leninista si riuniscono a Livorno e danno vita al [[Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista)]]. La costituzione avviene nella stessa sala dove nel 1921 Gramsci e Bordiga hanno dato vita al Partito comunista d'Italia. I fondatori criticano e accusano i dirigenti del PCI di revisionismo, cioè di aver accettato la tesi di [[Nikita Sergeevič Chruščëv]] al XX congresso del PCUS che denigra Stalin, e di portare avanti una linea politica parlamentarista e riformista.<br />A seguito di una indagine di due anni sulla concessione di contributi agli enti lirici vengono incriminati undici funzionari ed ex funzionari del Ministero del turismo e dello spettacolo, un ex sovrintendente del teatro dell'opera e dodici impresari e agenti teatrali. Tra gli indagati figura il direttore generale dello spettacolo, che è anche capo di gabinetto del ministro. L'accusa è di truffa e falso ai danni dello stato tra il 1959 e il 1964.<ref>Il Messaggero, 16 ottobre 1966</ref>
*20 ottobre: a seguito delle dimissioni di Angelo Fantoni dall'INAIL, in cui rappresentava nel consiglio d'amministrazione la CISL, esplode sulla stampa il caso del deputato missino [[Giovanni Roberti]] e della liquidazione di 121 milioni di lire che deve prendere quale dipendente dell'ente assicurazione contro gli infortuni. Roberti figura infatti dipendente da 31 anni ma ha smesso di prestare la sua opera da quando, nel 1948, è deputato. Pur ineccepibile dal punto di vista legale Fantoni ritiene immorale e scandalosa la somma dovuta al Roberti per una carriera minima da impiegato, senza ruoli dirigenziali e la sua denuncia apre un dibattito politico sulla gestione fin troppo leggera dei fondi che lo stato eroga agli enti previdenziali.<br />Il governo pone la fiducia sulla votazione di un ordine del giorno delle opposizioni che chiede di considerare una comunicazione del governo e non una proposta di legge il piano di programmazione economica quinquennale. A seguito della richiesta le opposizioni abbandonano l'aula e fanno mancare il numero legale a causa di alcune assenze nelle file della maggioranza.<ref>Il Messaggero, 21 ottobre 1966</ref>
*21 ottobre: la camera conferma la fiducia al governo col voto dei partiti di maggioranza, assenti tutte le opposizioni.<ref>Il Messaggero, 22 ottobre 1966</ref>
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=== 1967 ===
==== Gennaio ====
*4-5 gennaio: Si svolge a Roma la Conferenza dei partiti socialisti europei sui problemi politici ed economici di maggiore attualità in Europa. Fra i temi più discussi: l’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità Europea, i rapporti con i partiti comunisti e la situazione monetaria internazionale. La Conferenza si svolge a porte chiuse e i suoi risultati sono comunicati alla stampa dal presidente dell’Internazionale socialista [[Bruno Pittermann]]. Aprendo i lavori [[Pietro Nenni]] polemizza con De Gaulle, affermando che qualora la Francia insistesse nel suo veto all’entrata della Gran Bretagna nel MEC si dovrebbe procedere ugualmente all’integrazione. Diverso l’orientamento del vice cancelliere tedesco [[Willy Brandt]] che considera fondamentale per l’integrazione europea la collaborazione franco-tedesca.
*9 gennaio: camera dei deputati: interrogazioni parlamentari sulla carica della polizia del 13 dicembre 1966 a Lentini. [[Emanuele Macaluso]] contesta le affermazioni del sottosegretario per l’Interno [[Remo Gaspari]], che attribuisce al vicequestore la responsabilità della decisione di spostare 300 agenti da Catania in assetto da guerra per fronteggiare uno sciopero, e denuncia le pressioni di agrari e mafiosi. Affermazioni che suscitano vivaci reazioni dai banchi democristiani.<br />Inaugurazione dell’Anno Giudiziario. Il procuratore capo della Cassazione, Enrico Poggi, nel suo discorso inaugurale denuncia la crisi della giustizia e in particolare l’enorme cumulo di cause arretrate. Per quanto riguarda i reati afferma che sono in diminuzione ad eccezione della Sardegna, dove cresce il fenomeno del banditismo e dei sequestri.
*10 gennaio: in risposta a un editoriale di [[Pietro Ingrao]] il segretario repubblicano [[Ugo La Malfa]] si dichiara favorevole ad abbinare alle elezioni politiche del 1968 le prime elezioni per le regioni a statuto ordinario. Ritiene però fondamentale sopprimere le province.
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* 1 marzo: battaglia di Valle Giulia: 4.000 studenti romani raggiungono la facoltà di Architettura presidiata dalla polizia. Dopo un tentativo d'occupazione, cominciano gli scontri. 4 arresti e 228 fermi.<br />Dopo gli scontri un corteo attraversa la città. Nel pomeriggio gli universitari decidono di manifestare la mattina del giorno dopo a Piazza di Spagna.<br />Nel pomeriggio alla Camera, in una tumultuosa seduta, si discutono le interrogazioni presentate con urgenza dal PCI e dal PSIUP. Il ministro della pubblica istruzione Luigi Gui solidale con il rettore D'Avack; Paolo Emilio Taviani (DC), ministro degli Interni, ricorda che la debolezza della polizia spianò la strada ai fascisti nel 1922. Dure critiche delle opposizioni di sinistra che chiedono le dimissioni del rettore e del ministro Gui e l’allontanamento della polizia dall’Università.
*4 marzo: Il presidente del Consiglio Aldo Moro incontra una delegazione di docenti per cercare di trovare una soluzione alla legge di riforma universitaria prima della fine della Legislatura. La delegazione chiede il ritiro della polizia dall’Università e consegna a Moro un appello firmato da 300 docenti che sollecita una legge- stralcio che autorizzi le singole Facoltà a dotarsi di ordinamenti autonomi.<br />Nel pomeriggio una delegazione di studenti romani si incontra con il ministro Scaglia&nbsp;– Sotto Palazzo Chigi gli studenti in massa aspettano le risultanze della riunione&nbsp;– La delegazione chiede: il ritiro della polizia dall’Università impegnandosi a garantire l’autodisciplina e lo svolgimento dell’attività didattica; il rilascio dei giovani arrestati. Il governo non accorda il ritiro della polizia mentre sugli arresti si limita ad affermare che si tratta di una questione di competenza della magistratura. Nessun accordo. Finito l’incontro la delegazione riferisce agli studenti in piazza. Prevista per il giorno dopo un’assemblea presso la Federazione comunista di via dei Frentani per decidere come proseguire la mobilitazione e le iniziative da assumere.
*11 marzo: il presidente della Repubblica, dopo una serie di consultazioni e un colloquio con il presidente del Consiglio, Aldo Moro, firma il decreto di scioglimento delle Camere. Le elezioni politiche sono fissate per il 19 e il 20 maggio. Convocato per il 5 giugno il nuovo Parlamento. Moro in TV traccia un bilancio della IV Legislatura.
*15 marzo: PRI: Ugo La Malfa in Conferenza stampa illustra il programma elettorale repubblicano e indica le condizioni che il partito ritiene indispensabili per collaborare con la DC e il PSU nella prossima Legislatura: approvazione della legge sulle Regioni, abolizione delle Province, l’istituzione di una apposita Commissione per esaminare se le proposte di legge sono coerenti con il programma economico e un severo controllo della spesa pubblica.