Lirica greca: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica |
|||
Riga 11:
La realtà che vede nascere la lirica greca non prende vita all'improvviso, ma si instaura con la rielaborazione degli ideali micenei, quegli stessi ideali che videro al centro l'eroe omerico con un tratto caratteriale forte, fosse il coraggio di Achille, l'astuzia di Odisseo o la fedeltà di Penelope.
Il nuovo scenario storico ha la caratteristica sostanziale dell'avvento delle ''poleis'', le città-Stato che diverranno centro della vita politica, civile, culturale della Grecia; ovviamente, con le differenze dovute al contesto geografico e al sostrato di volta in volta preesistente, cagione dei relativi valori dominanti: ecco delinearsi la lirica corale a Sparta, portatrice della comunità collettiva, ecco la curiosità e gli scambi delle città ioniche, qui si intravede la coscienza di Atene.
Riga 22 ⟶ 23:
Molteplici sono i motivi ispiratori della lirica greca<ref>Cfr. C. Neri, ''La lirica greca. Temi e testi'', Roma, Carocci, 2004, cap. 1.</ref>. Vi sono componimenti dedicati agli [[dio|dei]] ([[Inno|inni]]), in onore di [[Dioniso]] ([[ditirambi]]), di [[Apollo]] ([[peana]]). Alle [[divinità]] femminili vengono dedicati i [[Partenio (poesia)|parteni]], i vincitori di gare vengono esaltati negli [[epinici]] e l'ospite [[patrono]] negli [[Encomio|encomi]]. I [[Threnos|treni]] e gli [[epicedi]] sono riservati alle [[Rito funebre|consolazioni funebri]] e ai compianti, gli [[epitalami]] e gli [[imenei]] alle [[nozze]], gli [[scolio (poesia)|scolii]] ai [[simposio|simposi]], alle [[Danza|danze]] [[Mimo|mimiche]] gli [[iporchemi]] e alle [[Processione|processioni]] i [[prosodi]]. Non vi sono delimitazioni, per cui ogni poeta può spaziare in più campi e utilizzare i moduli di un componimento anche in un altro.
Quando si pensa alla lirica greca è necessario soffermarsi sul fatto che tali poetiche si basavano sull'esibizione per un pubblico, spesso organizzate in occasione di simposi o feste rituali, quindi erano mezzo di comunicazione per ricordare i valori condivisi, espressione di memoria collettiva, momento di riaffermazione delle idee aristocratiche che li accomunavano. Il poeta parla alla cerchia ristretta del convito, del gruppo di appartenenza; ricorda loro le esperienze vissute, si sofferma su gioie e dolori. Particolare importanza riveste il tema dell'amore, spesso dipinto come divinità ingiusta: Eros che tormenta, che soggioga, che imprigiona coi suoi lacci, vedi la rassegnata disperazione di Saffo o la delicata esperienza di Anacreonte. Altro tema è l'amicizia, posta al centro dell'uditorio che si componeva di appartenenti allo stesso gruppo o eterìa ed era sensibile alla comunione d'intenti, quell'amicizia che però poteva anche essere dimenticata, pensiamo alla tremenda lirica di Archiloco dedicata " All'amico di un tempo ", o alla lealtà calpestata di Alceo verso il nuovo tiranno. Non dimentichiamo l'argomento della vita fugace, del tempo che incombe così dolcemente tratteggiato da Mimnermo che non potrà più godere dei piaceri amorosi (Quale vita, che gioia senza Afrodite d'oro?) e metterà in risalto la brevità umana (Come le foglie siamo...). La lirica arcaica, specialmente per merito di un suo protagonista, Archiloco, vide nuovi temi esplicati in versi di una forza, di una violenza talvolta sperimentata; grazie al metro del giambo che per natura di accostava a una vivacità d'espressione, Archiloco in parte rivaluta il codice etico del guerriero, lui che pure al mondo dell'armi si appella e conosce; non s'esime di dire apertamente che può esservi occasione in cui all'onore di soldato si rinunci, purché la vita si salvi, nel celebre poema dello scudo gettato. Il giambo concede aggressività d'espressione, e temi anche di basso registro, come nel caso del realismo a volte crudo di Ipponatte, quasi mendico nelle sue richieste, e rissoso nei confronti d'un rivale cui minaccia conseguenze fisiche. Anche il tema didascalico fu trattato, sopra tutti da Teognide, ma anche da Solone, che mise al centro della sua poetica l'argomento politica, civico, attuale della sua Atene.
L'elegia e il giambo, di matrice [[ioni]]ca, sono caratterizzati da serie continuate di versi, dagli [[esametri]] e [[pentametri dattilici]] ai [[trimetri giambici]] e ai [[tetrametri trocaici]].
La melica monodica non va oltre l'aggruppamento di strofe composte da quattro versi, mentre quella corale procede per [[stanza (poesia)|stanze]], [[strofa|strofe]], [[antistrofe]] ed [[epodo]].
Nella lirica monodica il [[linguaggio]] è il dialetto dello scrittore, mentre la lirica corale preferisce usare il [[dialetto dorico|dorico]], considerato linguaggio letterario comune. Dopo il [[V secolo a.C.]], la lirica subisce una grande trasformazione ad opera degli alessandrini, che compongono [[Carme (poesia)|carmi]] raffinati destinati a persone colte.
Riga 50 ⟶ 46:
La metrica si occupa della composizione dei vari tipi di metri, che caratterizzavano nella letteratura greca i diversi tipi di componimenti, più o meno “nobili”.
I più frequenti sono:
*esametro: poemi epici e poesia bucolica, usato da [[Omero]], [[Esiodo]], [[Teocrito]], [[Callimaco]], [[Apollonio Rodio]], [[Nonno di Panopoli]]
Riga 55 ⟶ 52:
*senario giambico: tragedia (parti dialogate), come in [[Eschilo]], [[Sofocle]], [[Euripide]], ma in poesia vi è il cosiddetto "trimetro giambico", a volte anche nella variante del dimetro, usato da [[Archiloco]], [[Ipponatte]] (che avrebbe inventato la variante del trimetro scazonte), [[Anacreonte]].
*tetrametro trocaico: commedia (parti dialogate), come in [[Aristofane]] e [[Menandro]], ma a volte con varianti, tanto che esiste il metro "aristofaneo". È usato anche nella lirica, da [[Anacreonte]], [[Archiloco]] o anche Saffo.
*vari metri lirici: asclepiadeo maggiore e minore, strofe saffica, strofe
Le strofe saffiche e alcaiche sono usate spesso, appunto, da [[Saffo]] e [[Alceo]] nelle Odi ed Inni, a volte usano anche altri metri, come dimetri, tetrametri. Le strofe saffiche a volte sono usate anche da Anacreonte.
|