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*19-23 aprile: [[De Mita]] presenta il governo alle camere. La priorità è traghettare l'Italia all'appuntamento con l'[[Europa]] del 1992 e la riduzione del [[debito pubblico]]. Entro l'anno sarà operato un taglio alle spese tra i 6.000 e gli 8.000 miliardi, e si procederà negli anni successivi con non meno di 7.000 miliardi all'anno. Verrà abolito il voto segreto, che rimarrà in vigore per le votazioni che riguardano le persone e diritti di libertà. A nome del PSI [[Craxi]] assicura una piena e leale collaborazione ma il suo discorso è contestato dai repubblicani nel punto in cui chiede il riconoscimento dell'[[Organizzazione per la liberazione della Palestina]]. Dichiarazioni di circostanza dei liberali e dei socialdemocratici, alle prese con problemi interni per la crisi della segreteria di [[Antonio Cariglia]]. Alla camera la fiducia passa con 366 voti a favore e 215 contrari. Al senato è approvata con 177 voti a favore e 106 contrari.<ref>Il messaggero, 20-24 aprile 1988</ref>
*19 aprile: poco prima che [[De Mita]] prenda la parola al senato le agenzie battono una dichiarazione del governatore della [[Banca d'Italia]]. Parlando ad un congresso di banchieri [[Carlo Azeglio Ciampi]] quantifica in 122.000 miliardi il deficit pubblico e ritiene necessario un taglio di almeno 10.000 miliardi nella spesa pubblica, cui deve corrispondere un inasprimento fiscale che comporti il medesimo gettito.<ref>Il messaggero, 20 aprile 1988</ref>
*23-27 aprile: aprile: si aprono i primi fronti polemici nella maggioranza. Repubblicani e liberali si oppongono alla richiesta dei socialisti - sostenuta dal ministro degli esteri [[Andreotti]] - di premere sulla Comunità Europea affinché ottenga un mandato fiduciario sui territori occupati da Israele sotto l'egida dell'[[ONU]]. Sempre i liberali, stavolta in compagnia dei missini, ritengono incostituzionali alcuni aspetti dell'accordo sulltra Italia e Austria per il bilinguismo in [[Alto Adige]] in tema di giustizia (da esercitarsi in italiano o tedesco a seconda della lingua madre dell'abolizioneimputato) dele votodi segretoistruzione (esclusione dei bambini italiani dalle scuole di lingua tedesca a meno che -già secondonon ilconoscano minacciatola ricorsolingua).</br>A allaseguito Consultadi -una violerebbetelefonata anonima la libertàpolizia trova in un supermercato di mandatoRoma deialcuni [[Pompelmo|pompelmi]] importati da Israele intrisi di un liquido parlamentaritossico. Si apre una forte polemica nei confronti del ministero della sanità, che ha atteso otto giorni prima di ordinare il sequestro di tutte le scorte di questo agrume in tutta Italia. <ref>Il messaggero, 24 aprile 1988</ref>
*29 aprile: consiglio dei ministri: dopo la formalizzazione della contrarietà di repubblicani e liberali, e una protesta non ufficiale dell'ambasciatore di Israele, il governo prende tempo sulla richiesta dei socialisti circa il mandato fiduciario europeo sulla Palestina e incarica il ministero degli esteri di verificarne l'effettiva praticabilità. E' approvato un decreto legge per l'immissione immediata in ruolo degli insegnanti precari e un disegno di legge che riforma i criteri di assunzione dei docenti. Viene costituito il Consiglio di gabinetto, formato dai ministri Andreotti, Gava, Colombo, Fanfani, De Michelis, Amato, Zanone, Battaglia e Ferri.<ref>Il messaggero, 30 aprile 1988</ref>
 
==== Maggio ====
*4 maggio: dopo un incontro col Governatore della Banca d'Italia De Mita convoca un vertice coi ministri finanziari per decidere modi e termini di una manovra economica mirata a raccimolare almeno 7.000 miliardi entro l'estate. Il mancato annuncio dei provvedimenti viene contestato dalle opposizioni, per le quali il governo vuole prendere tempo fino al turno amministrativo di fine mese.<ref>Il messaggero, 5 maggio 1988</ref>
*4-5 maggio: comitato centrale PCI: viene approvata la relazione di [[Aldo Tortorella]] che riconosce nel governo negativi elementi di continuità e significativi elementi di novità. Il PCI è pronto a rispondere all'invito di [[De Mita]] per le riforme istituzionali ma non accorderà concessioni sulla necessità di procedere ad un risanamento economico che colpisca allo stesso modo tutti i redditi.<ref>Il messaggero, 5-6 mggio 1988</ref>
*5 maggio: dalle colonne de [[La civiltà cattolica]] i [[gesuiti]] prendono posizione contro l'abolizione del voto segreto. Secondo la rivista sarebbe preferibile limitarne l'utilizzo ed escluderlo da votazioni particolari come le leggi di spesa, in modo da impedire la formazione di gruppi di interesse. La stessa rivista, inoltre, definisce un grave errore il cedimento del governo sulla centrale nucleare di [[Montalto di Castro]].</br>Il ministero del tesoro rende noto che il deficit pubblico per il primo trimestre del 1988 ammonta a 26.000 miliardi, con un +670 miliardi rispetto allo stesso periodo del 1987. Nelle stesse ore socialisti e liberali espongono le loro idee contrapposte in materia economica; i primi tornano a chiedere una patrimoniale sui redditi attraverso un'imposta progressiva sulla casa (esclusa la prima), una revisione delle aliquote IRPEF e una più decisa tassazione dei redditi societari, i secondo chiedono forti tagli alla spesa sociale, particolarmente sulla sanità, e misure di sostegno alle imprese.<ref>Il messaggero, 6 maggio 1988</ref>
*7 maggio: [[Craxi]] smentisce il documento sull'economia presentato dal dipartimento economico del PSI. Con un breve comunicato di tre righe il segretario socialista fa sapere che le proposte devono ancora passare il vaglio della segreteria nazionale.</br>In vista di un vertice sulla materia dell'emittenza radio-televisiva i repubblicani ufficializzano una proposta che sconfessa l'accordo di governo sulla cosiddetta "opzione zero", ovvero il divieto di possedere contemporaneamente TV e giornali. Secondo il PRI, sostenuto anche dai liberali, la norma ratifica il duopolio tra la [[RAI]] e le reti di [[Silvio Berlusconi]] e impedisce al gruppo Fiat (proprietario de [[La Stampa]] e di altri periodici) di entrare nel mercato televisivo. La proposta alternativa propone di consentire il possesso contemporaneo in quote variabili tra la televisione e la carta stampata, senza eccedere nell'uno o nell'altro settore oltre un certo limite. La proposta è ben accolta dal PCI e da alcuni settori della DC, contrari a ratificare la situazione di monopolio sul settore privato da parte della [[Fininvest]].<ref>Il messaggero, 8 maggio 1988</ref>
*9 maggio: in vista del vertice di governo sulla manovra economica da 7.000 miliardi Enzo Viganò, segretario del Sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, dichiara in una conferenza stampa che ci sono ricorsi pendenti per 50.000 miliardi, dei quali il fisco potrebbe incamerarne almeno la metà, e che lo stato ha crediti da esigere per 7.500 miliardi da imposte di successione non pagate. Il sindacato punta il dito contro l'inefficienza dell'amministrazione finanziaria che, a causa dei ritardi, deve onorare 300 miliardi all'anno di interessi.<ref>Il messaggero,10 maggio 1988</ref>
*11 maggio: un vertice di maggioranza approva il testo del disegno di legge sull'emittenza radio-televisiva col voto favorevole di repubblicani e liberali. A poche ore dall'audizione del direttore centrale della FIAT [[Francesco Paolo Mattioli]] alla commissione cultura della camera il testo da il via libera all'opzione zero e rende più favorevoli alla [[Fininvest]] alcuni articoli. A nome del PCI [[Walter Veltroni]] dichiara che l'accordo di maggioranza è incostituzionale perché riconosce situazioni di monopolio già bocciate dalla [[Corte Costituzionale]].<ref>Il messaggero, 12 maggio 1988</ref>
*18-19 maggio: nei due rami del parlamento si svolge il dibattito sulle riforme istituzionali. I partiti si dividono sull'ipotesi di ridurre il parlamento a una sola camera, sull'abolizione del voto segreto e sul presidenzialismo. Nella discussione si inserisce una critica alle preferenze elettorali mossa da [[Mino Martinazzoli]], secondo il quale nella vasità dele circoscrizioni non rappresenta un vero legame tra eletto ed elettori.</br>In una intervista concessa all'espresso il presidente del senato giudica un errore fissare limiti di incompatibilità tra emittenza radiotelevisiva e carta stampata. Secondo [[Spadolini]] occorre una regolamentazione anti-monopolista che consenta la creazione di più network senza posizioni di predominio.<ref>Il messaggero, 19-20 maggio 1988</ref>
[[File:DinoGrandi.jpg|thumb|15px|Dino Grandi]]
*22 maggio: a distnza di poche ore l'uno dall'altro vengono a mancare [[Giorgio Almirante]], [[Pino Romualdi]] e [[Dino Grandi]].</br>[[De Mita]] convoca un consiglio di gabinetto straordinario. All'ordine del giorno ulteriori decisioni in merito alla manovra economica. In vista del consiglio dei ministri chiamato ad approvarla si deve decidere come reperire 3.000 miliardi fino al 1990 (tra i 600 e i 1.000 solo per il 1988) per corprire l'aumento accordato ai docenti col nuovo contratto della scuola. Esclusa una tassa ad hoc si parla di ulteriori anticipazioni fiscali per aggiungere un gettito ulteriore di almeno 600 miliardi.</br>Il ministero per il commercio con l'estero rende noto che il passivo della [[bilancia dei pagamenti]] ammonta a 6.460 miliardi, 3.000 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La causa è un forte squilibrio tra le importazioni in aumento e le esportazioni in calo.<ref>Il messaggero, 23 maggio 1988</ref>
*25 maggio: consiglio dei ministri: viene approvata la manovra da 7.000 miliardi. [[De Mita]] dichiara che è mirata "a mettere ordine nei conti pubblici" e a "frenare la spesa pubblica incontrollata ed improduttiva". I provvedimenti principali consistono nell'aumento dal 92 al 95% dell'autotassazione [[IRPEF}} e [[ILOR]], nell'aumento della tassa i concessione annuale delle società e una frequenza più ravvicinata per i versamenti mensili dell'[[IVA]] per i contribuenti con reddito uguale o superiore a 480 milioni di lire annui. E' inoltre approvato il documento di programmazione economico-finanziaria, del valore di 45.000 miliardi nel periodo 1989-1992. Il piano, da sottoporre all'esame del parlamento, prevede un generalizzato aumento dei ticket sanitari, con una revisione delle esenzioni e un freno al consumo non sempre giustificato di forti quantità di medicinali, una riforma previdenziale per portare l'età pensionabile a 65 anni e diversi ritocchi delle aliquote [[IVA]].
 
<ref>Il messaggero, 26 maggio 1988</ref>
*29-30 maggio: elezioni amministrative: sono intressati sette milioni di elettori per 1200 amministrazioni locali, tra le quali le province di Ravenna, Viterbo e Pavia e i comuni di Catania, Ravenna e Ancona. Il dato più significativo è il -3,9% del PCI e il +3% del PSI. Nel pentapartito guadagnano voti anche la DC e il PRI. In flessione il PLI e il MSI. Mentre [[De Mita]] e [[Craxi]] gioscono del buon risultato e rassicurano sulla stabilità della maggioranza, si apre un fronte polemico sulle liste locali, definite di disturbo, che il ministero degli interni quantifica in 727 sparse in tutte le realtà sede di voto.<ref>Il messaggero, 31 maggio 1988</ref>