Elasmosaurus platyurus: differenze tra le versioni
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==Descrizione==
[[File:Elasmosaurus Size.svg|thumb|left|Dimensioni di ''Elasmosaurus'' rispetto a un essere umano]]
Sebbene l'unico esemplare conosciuto di ''Elasmosaurus'' (esemplare olotipo ANSP 10081) sia frammentario e manchi di molti elementi, possiamo immaginare come fosse il resto dell'animale sulla base di altri elasmosauridi correlati più completi. Gli elasmosauridi sono caratterizzati da un corpo compatto e aerodinamico, arti lunghi a forma di pagaia, una coda corta, una testa proporzionalmente piccola e un collo estremamente lungo. Il collo di ''Elasmosaurus'' da solo ha una lunghezza stimata di 7,1 metri;<ref name="Neck">{{cita pubblicazione|cognome1=Taylor|nome1=M. P.|cognome2=Wedel|nome2=M. J.|titolo=Why sauropods had long necks; and why giraffes have short necks|rivista=PeerJ|data=2013|volume=1|pp=e36 }}</ref> ciò rende ''Elasmosaurus'', ed il suo stretto parente ''[[Albertonectes vanderveldei|Albertonectes]]'', uno degli animali dal collo più lungo mai vissuti, presentando il maggior numero di vertebre cervicali di qualsiasi animale [[Vertebrata|vertebrato]] conosciuto.<ref name="Count"/><ref name="Focus">{{cita web|cognome1=Sachs|nome1=S.|cognome2=Kear|
[[File:Elasmosaurus platyurus.png|thumb|[[Paleoarte|Ricostruzione artistica]] di ''E. platyurus'']]
Come gli altri elasmosauridi, ''Elasmosaurus'' avrebbe avuto un cranio sottile e triangolare. Il muso era arrotondato e formava quasi un semicerchio se visto dall'alto, e le [[Premascella|premascelle]] (che formano la parte anteriore della mascella superiore) presentavano una bassa chiglia sulla linea mediana. Non è chiaro quanti denti avesse ''Elasmosaurus'', a causa dello stato frammentario dei suoi fossili. Probabilmente aveva sei denti su ciascun lato della premascella, e i denti ivi conservati avevano la forma di grandi zanne. Il numero di denti premascellari distingueva ''Elasmosaurus'' dai plesiosauroidi primitivi e dalla maggior parte degli altri elasmosauridi, che di solito ne avevano meno. I due denti anteriori erano più piccoli di quelli successivi e si incastravano tra i primi due denti della [[mandibola]], quando l'animale chiudeva la bocca. I denti conosciuti della parte anteriore della mandibola erano grandi zanne, mentre i denti nella parte posteriore delle mascelle sembrano essere più piccoli. La dentatura degli elasmosauridi era generalmente [[eterodonte]] (con denti di forma e dimensioni diverse in base alla loro posizione nelle fauci), con i denti che diventavano progressivamente più piccoli nella parte posteriore della bocca. L'[[osso mascellare]] degli elasmosauridi contenevano solitamente 14 denti, mentre ogni lato della mandibola solitamente ne contenevano dai 17 ai 19. Quando l'animale chiudeva le fauci i denti si intrecciavano tra loro e le loro [[Corona (odontoiatria)|corone dentali]] erano sottili e arrotondate in sezione trasversale. La sinfisi mandibolare (dove si collegavano i due rami mandibolari) era ben [[Ossificazione|ossificata]], senza suture visibili.<ref name=Sachs2005/><ref name="Focus"/>
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Nella stessa pubblicazione del 1869 in cui nominò ''E. platyurus'' ed ''E. orientalis'', Cope assegnò una specie aggiuntiva, ''E. constrictus''<ref name="Synopsis"/>, basata su un centro parziale di una vertebra cervicale trovata nei depositi di argilla risalenti al [[Turoniano]] a [[Steyning]], nel [[Sussex]]. Fu descritto dal paleontologo britannico [[Richard Owen]] come ''[[Plesiosaurus dolichodeirus|Plesiosaurus]] constrictus'' nel 1850; Owen nominò la specie in base alla larghezza estremamente stretta della vertebra tra le pleurapofisi, o ai processi che si articolano tra le costole. Lo considerava parzialmente un artefatto di conservazione, ma non riusciva a comprendere come la compressione interessasse solo la porzione centrale e non le estremità articolari del centrum.<ref name="owen1850">{{cita libro|cognome1 = Owen |nome1 = R. | capitolo = Order – Enaliosauria | titolo = A History of British Fossil Reptiles | volume = 1 | editore = Cassell & Company Ltd | città = Londra | pp = 215–217 | data = 1850}}</ref> Cope riconobbe questa come una condizione naturale e considerò ''constrictus'' come "una specie di ''Elasmosaurus'' o un suo stretto parente".<ref name="Synopsis"/> Nel 1962, Welles considerò ''P. constrictus'' come un ''[[nomen dubium]]'', data la sua natura frammentaria.<ref name="welles1962">{{cita pubblicazione| cognome = Welles | nome = S.P. | titolo = A new species of elasmosaur from the Aptian of Columbia and a review of the Cretaceous plesiosaurs | rivista = University of California Publications in the Geological Sciences | volume = 44 | pp = 1–96 | data = 1962 | url = https://books.google.com/books?id=5yw-AQAAIAAJ}}</ref><ref name="sachsea2016">{{cita pubblicazione | cognome1 = Sachs | nome1 = S. | cognome2 = Wilmsen | nome2 = M. | cognome3 = Knüppe | nome3 = J. | cognome4 = Hornung | nome4 = J.J. | cognome5 = Kear | nome5 = B.P. | titolo = Cenomanian–Turonian marine amniote remains from the Saxonian Cretaceous Basin of Germany | rivista = Geological Magazine | data = 2017 | pp = 237–246 | doi = 10.1017/S0016756815001004 | volume = 154 | numero = 2 }}</ref> Per Ove Persson lo ritenne valido nel 1963, notando la cresta longitudinale sui lati del centro come una caratteristica degli elasmosauridi.<ref name="persson1963">{{cita pubblicazione| cognome1 = Persson | nome1 = P.O. | titolo = A revision of the classification of the Plesiosauria with a synopsis of the stratigraphical and geographical distribution of the group | data = 1963 | rivista = Lunds Universitets Arsskrift | volume = 59 | numero = 1 | pp = 1–59 | url = http://paleoarchive.com/literature/Persson1963-RevisionClassificationPlesiosauria.pdf | accesso= 17 novembre 2017 }}</ref> Nel 1995, anche Nathalie Bardet e Pascal Godefroit lo riconobbero come un [[Elasmosauridae|elasmosauride]], sebbene indeterminato.<ref name="bardet1995">{{cita pubblicazione|cognome1 = Bardet |nome1 = N. |cognome2 = Godefroit |nome2 = P. | titolo = ''Plesiosaurus houzeaui'' Dollo, 1909 from the Upper Campanian of Ciply (Belgium) and a review of the Upper Cretaceous plesiosaurs from Europe | data = 1995 | rivista = Bulletin de l'Institut Royal des Sciences Naturelles de Belgique | volume = 65 | pp = 179–186 | url = http://biblio.naturalsciences.be/rbins-publications/bulletin-of-the-royal-belgian-institute-of-natural-sciences-earth-sciences/bulletin-of-the-royal-belgian-institute-of-natural-sciences-earth-sciences/bardet_plesiosaurus_1995 | accesso= 17 novembre 2017 }}</ref>
[[File:The Osteology of the Reptiles p139.png|thumb|Cintura pettorale e arti anteriori di un giovane elasmosauride originariamente assegnato a ''E. serpentinus'']]
Cope scoprì un altro scheletro di elasmosauride nel 1876, su cui nominò una nuova specie, ''E. serpentinus'', nel 1877, e lo distinse per la mancanza di compressione nelle vertebre posteriori del collo, la presenza di poche costole sessili tra le prime dorsali e la presenza di "angoli deboli" sotto le vertebre caudali anteriori. Cope aveva anche scoperto un altro grande scheletro che somigliava molto ai resti conosciuti di ''E. orientalis'' dallo scisto nero del "letto del Cretaceo n. 4", che scavò con l'aiuto di George B. Cledenning e del capitano Nicholas Buesen.<ref name="cope1877">{{cita pubblicazione|cognome1 = Cope |nome1 = E.D. | titolo = Report on the Geology of the Region of the Judith River, Montana: And on Vertebrate Fossils Obtained on Or Near the Missouri River | data = 1877 | volume = 3 | numero = 3 | rivista = Bulletin of the United States Geological and Geographical Survey of the Territories | url = https://www.biodiversitylibrary.org/item/98702#page/643/mode/1up | pp = 565–598 | accesso= 25 novembre 2017 }}</ref> Nel 1943, Welles rimosse ''E. serpentinus'' da ''Elasmosaurus'' e lo inserì in un nuovo genere, ''Hydralmosaurus''.<ref name="welles1943">{{cita pubblicazione| cognome = Welles | nome = S.P. | titolo = Elasmosaurid plesiosaurs with description of new material from California and Colorado | rivista = Memoir of the University of California | volume = 13 | pp = 125–254 | data = 1943}}</ref> Successivamente, tutti gli esemplari di ''Hydralmosaurus'' furono spostati in ''[[Styxosaurus]]'', nel 2016, rendendo il primo un ''[[nomen dubium]]''.<ref name="otero2016">{{cita pubblicazione|cognome1 = Otero |nome1 = R.A. | data = 2016 | titolo = Taxonomic reassessment of ''Hydralmosaurus'' as ''Styxosaurus'': new insights on the elasmosaurid neck evolution throughout the Cretaceous | rivista = PeerJ | volume = 4 | pp = e1777 }}</ref> Williston pubblicò la figura di un altro esemplare di ''E. serpentinus'' nel 1914;<ref name="williston1914">{{cita libro| cognome1 = Williston | nome1 = S.W. | titolo = Water Reptiles of the Past and Present | url = https://archive.org/details/waterreptilesofp00will | capitolo = Sauropterygia| pp = [https://archive.org/details/waterreptilesofp00will/page/86 86] | data = 1914 | città = Chicago | editore = University of Chicago Press | accesso= 17 novembre 2017 }}</ref> [[Elmer S. Riggs|Elmer Riggs]] lo descrisse formalmente nel 1939.<ref name="riggs1939">{{cita pubblicazione|doi=10.5962/bhl.title.5289|titolo=A specimen of ''Elasmosaurus serpentinus''|data=1939|cognome1=Riggs|nome1=E.S.|rivista=Geological Series of the Field Museum of Natural History|serie=Publication. Field Museum of Natural History |volume=6|numero=25|url=https://www.biodiversitylibrary.org/item/25222#page/5/mode/1up|pp=385–391|accesso=17 novembre 2017 }}</ref> Welles trasferì questo esemplare nel nuovo genere e specie ''Alzadasaurus riggsi'', nel 1943.<ref name="welles1943"/> [[Kenneth Carpenter]] lo riassegnò a ''[[Thalassomedon haningtoni]]'', nel 1999;<ref name=Carpenter1999/> Sachs, Johan Lindgren e Benjamin Kear hanno notato che i resti rappresentavano un giovane ed erano significativamente distorti, e hanno preferito conservarli come ''nomen dubium'', nel 2016.<ref name="sachs2016">{{cita pubblicazione| cognome1 = Sachs | nome1 = S. | cognome2 = Lindgren | nome2 = J. | cognome3 = Kear | nome3 = B.P. | titolo = Re-description of ''Thalassomedon haningtoni'' – an elasmosaurid from the Cenomanian of North America | rivista = 5th Triennial Mosasaur Meeting – A Global Perspective on Mesozoic Marine Amniotes | città = Uppsala | url = https://www.researchgate.net/publication/303446624 | editore = Museum of Evolution, Uppsala University
Successivamente, una serie di 19 vertebre cervicali e dorsali provenienti dalla regione del Big Bend del Missouri (parte della formazione Pierre Shale) furono trovate da John H. Charles. Cope, dopo aver ricevuto le ossa presso l'Accademia di Scienze Naturali, le considerò un'altra specie di ''Elasmosaurus''. Le vertebre erano, secondo Cope, le più corte tra i membri del genere (avvicinandosi a quelle di ''Cimoliasaurus''), ma le considerava comunque appartenenti ad ''Elasmosaurus'' a causa della loro forma compressa. Cope nominò la specie ''E. intermedius'', nel 1894.<ref name="cope1894">{{cita pubblicazione| cognome1 = Cope | nome1 = E.D. | titolo = On the Structure of the Skull in the Plesiosaurian Reptilia, and on Two New Species from the Upper Cretaceous | rivista = Proceedings of the American Philosophical Society | volume = 33 | numero = 144 | pp = 109–113 | data = 1894 }}</ref> Tuttavia, nella sua revisione del 1906 dei plesiosauri nordamericani, Williston considerò le vertebre come "tutte più o meno mutilate" e non trovò differenze distinte tra i resti di ''E. intermedius'' ed ''E. platyurus''.<ref name="williston1906"/> Nel 1952, Welles affermò che, se ''E. intermedius'' fosse valido, "doveva essere riferito a un genere pliosaurico";<ref name="welles1952"/> tuttavia, procedette a etichettarlo come ''nomen dubium'', nel 1962.<ref name="welles1962"/> Tre vertebre più corte trovate accanto a ''E. intermedius'', assegnate da Cope al nuovo genere e specie ''Embaphias circulosus'',<ref name="cope1894"/> furono anche considerate da Welles un ''nomen dubium'', nel 1962.<ref name="welles1962"/>
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Un esemplare di elasmosauride fu trovato da Handel Martin nella [[Contea di Logan (Kansas)|contea di Logan, Kansas]], nel 1889. Williston lo descrisse come una nuova specie, ''E. (?) marshii'', nonostante nutrisse dubbi sulla sua riferibilità al genere e riconosceva che forse appartenesse a un altro genere.<ref name="williston1906"/> Nel 1943, Welles trasferì ''E. (?) marshii'' in un genere a sé stante, ''Thalassonomosaurus'';<ref name="welles1943"/> tuttavia, Carpenter affondò ''T. marshii'' sinonimizzandolo in ''Styxosaurus snowii'', nel 1999.<ref name=Carpenter1999/> Un'altra specie, ''E. nobilis'', fu nominata da Williston da resti molto grandi scoperti da Mudge nel 1874 nella [[contea di Jewell|contea di Jewell, Kansas]].<ref name="williston1906"/> Welles chiamò ''E. nobilis'' come una specie di ''Thalassonomosaurus'', ''T. nobilis'', nel 1943,<ref name="welles1943"/> ma anch'esso fu considerato parte di ''S. snowii'' da Carpenter.<ref name=Carpenter1999/> Infine, due vertebre dorsali eccezionalmente grandi raccolte da Charles Sternberg nel 1895 furono nominate ''E. sternbergii'' da Williston, ma furono considerate indeterminate da Storrs.<ref name="everhart2006"/><ref name="storrs1999"/> Williston menzionò tre ulteriori specie di ''Elasmosaurus'', che avrebbe illustrato e descritto in un secondo momento.<ref name="williston1906"/> Fece nuovamente riferimento a una nuova specie di ''Elasmosaurus'', proveniente dal Kansas, nel 1908.<ref name="willistion1908">{{cita pubblicazione|cognome1 = Williston |nome1 = S.W. | titolo = North American Plesiosaurs: ''Trinacromerum'' | rivista = Journal of Geology | volume = 16 | numero = 8 | data = 1908 | pp = 715–736 }}</ref>
Diverse specie [[russia|russe]], basate su resti vertebrali scarsamente conservati, furono assegnate a ''Elasmosaurus'' da N. N. Bogolubov, nel 1911. Una era ''E. helmerseni'', che fu descritta per la prima volta da W. Kiprijanoff, nel 1882, da Maloje Serdoba, Saratov, come ''Plesiosaurus helmerseni''. Parte del materiale proveniente dalla [[Scania (provincia)|Scania]], [[Svezia]], fu assegnato a ''P. helmerseni'' nel 1885 da H. Schröder.<ref name="persson1959">{{cita pubblicazione| cognome1 = Persson | nome1 = P.O. | titolo = Reptiles from the Senonian (U. Cret.) of Scania (S. Sweden) | rivista = Arkiv för Mineralogi och Geologi | volume = 2 | numero = 35 | data = 1959 | pp = 431–519 | url = http://paleoarchive.com/literature/Persson1959-ReptilesSenonianScania.pdf | accesso= 19 novembre 2017 }}</ref> Resti vertebrali e di arti<ref name="pravoslavlev1918">{{cita pubblicazione| cognome1 = Pravoslavlev | nome1 = P.A. | data = 1918 | titolo = Geological distribution of ''Elasmosaurus'' | rivista = Bulletin of the Russian Academy of Sciences | volume = 12 | serie = VI | numero = 17 | pp = 1955–1978 | url = http://www.mathnet.ru/php/archive.phtml?wshow=paper&jrnid=im&paperid=6011&option_lang=rus | lingua = ru | accesso= 18 novembre 2017 }}</ref> da [[Kursk]] inizialmente assegnati da Kiprijanoff a ''P. helmerseni'' furono spostati anche da Bogolubov nella nuova specie ''E. kurskensis'', che considerava "identica ad ''Elasmosaurus'' o imparentata con esso". Nominò anche ''E. orskensis'', sulla base dei resti "molto grandi" di vertebre del collo e della coda rinvenuti a Konopljanka, [[Orenburg]]; ed ''E. serdobensis'', basato su un'unica vertebra cervicale di Maloje Serdoba.<ref name="bogolubov1912">{{cita pubblicazione| cognome1 = Bogolubov |nome1 = N.N. | data = 1912 | titolo = The occurrence of ''Elasmosaurus'' and ''Polycotylus'' in Russian deposits | rivista = Annuaire Géologique et Minéralogique de la Russie | volume = 14 | pp = 174–176
Altre due specie russe furono descritte da autori successivi. A. N. Riabinin descrisse una singola falange di una pinna nel 1915 come ''E. (?) sachalinensis''; la specie prende il nome dall'isola di [[Sakhalin]], dove N. N. Tikhonovich la trovò nel 1909.<ref name="averianov2005"/> Tuttavia, questo esemplare non può essere identificato in modo più specifico di un elasmosauride indeterminato, identificazione seguita da Persson<ref name="persson1963"/>, Pervushov e colleghi.<ref name="pervushov1999"/> Storrs, Arkhangelsky ed Efimov furono meno specifici, etichettandolo come un plesiosauro indeterminato;<ref name="storrs2000">{{cita libro| cognome1 = Storrs | nome1 = G.W. | cognome2 = Arkhangelsky | nome2 = M.S. | cognome3 = Efimov | nome3 = V.M. | capitolo = Mesozoic marine reptiles of Russia and other former Soviet republics | titolo = The Age of Dinosaurs in Russia and Mongolia | data = 2000 | editore = Cambridge University Press | città = Cambridge | url = https://books.google.com/books?id=NzVGpo3M998C | pp = 187–210}}</ref> questa classificazione fu seguita da Alexander Averianov e V. K. Popov, nel 2005.<ref name="averianov2005">{{cita pubblicazione| cognome1 = Averianov | nome1 = A. O. | cognome2 = Popov | nome2 = V. K. | titolo = The first plesiosaur from the Primorye krai | rivista = Doklady Biological Sciences | data = 2005 | volume = 401 | numero = 1 | pp = 133–135 }}</ref> Nel 1916, Pavel A. Pravoslavlev nominò ''E. amalitskii'' dalla regione del [[fiume Don]], sulla base di un esemplare contenente vertebre e ossa degli arti. Persson lo considerava una specie valida e un membro relativamente grande degli elasmosauridi;<ref name="persson1963"/> tuttavia, come ''E. (?) sachalinensis'', Pervushov e colleghi consideravano ''E. amalitskii'' un elasmosauride indeterminato.<ref name="pervushov1999"/>
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