Piramide di Cheope: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
La Grande Piramide aveva un'altezza, al momento della costruzione di 146,6&nbsp;m, ridotta ai 138,8 attuali a causa dei [[Meteorologia|fenomeni atmosferici]].<ref>Maurizio Damiano-Appia, ''Egitto - l'età dell'oro'', Fabbri Editori, p. 83</ref><ref>Lyon Sprague De Camp, Catherine Crook De Camp, ''Ancient Ruins and Archaeology'', Doubleday 1964, p. 35.</ref> e per oltre {{formatnum:3800}} anni è stata la più alta struttura artificiale del mondo, fino a quando, intorno al 1300, venne eretta la [[guglia]] centrale della [[cattedrale di Lincoln]], in [[Inghilterra]].<ref>Ian Shaw, ''The Oxford History of Ancient Egypt'', Oxford University Press 2003, p. 89.</ref>
 
In origine la piramide era ricoperta da un rivestimento di calcare bianco con superficie esterna liscia ma a causa di un terremoto avvenuto nel XIV secolo tale copertura si sgretolò e venne in seguito adoperata per la costruzione di edifici nella città de [[Il Cairo]]. Solo alcune pietre del rivestimento sono tuttora visibili attorno alla base.
La maggior parte della piramide, sia nella parte visibile all'esterno che nelle strutture interne, è composta di pietre calcaree, grossolanamente sbozzate nelle parti esterne oggi visibili mentre nelle parti a vista dell'interno sono tagliate con grande accuratezza (spesso millimetrica) ed altrettanto sapientemente posizionate secondo la tecnica dell'aggetto. Tuttavia è stato adoperato anche il granito, come nel rivestimento della cosiddetta "''camera del re''" e nella struttura del presunto sarcofago che si trova al suo interno.
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Nella Grande Piramide sono state scoperte tre camere: la più bassa, detta ''camera ipogea'', si trova sottoterra, scolpita nella viva roccia su cui la piramide è stata costruita e appare incompiuta; più in alto si trovano, nell'ordine, la cosiddetta ''camera della Regina'' e ancora più in alto la cosiddetta ''camera del Re''. Il [[Complesso piramidale egizio|complesso]] originariamente comprendeva due templi mortuari in onore di Cheope (uno in prossimità della piramide e uno vicino al [[Nilo]]), tre piramidi più piccole, dette [[piramide secondaria|secondarie]] (per le [[Grande Sposa Reale|regine]] di Cheope), una più piccola [[piramide satellite]], una strada rialzata (detta [[rampa processionale]], per collegare i due templi) e piccole ''[[mastaba|mastabe]],'' per i nobili.
 
All'interno della Grande Piramide non è stato trovato né il feretro né il corredo funerario (fatto questo di per sé non sorprendente, poiché quasi tutte le sepolture reali dell'[[antico Egitto]] sono state saccheggiate dai [[tombarolo|tombaroli]] già nell'antichità) tuttavia questo elemento unito alla mancanza di decorazioni o [[geroglifici egizi|geroglifici]] deinei vani interni e alle gigantesche dimensioni dell'opera, ha fatto nascere un vasto dibattito con un certo numero di teorie,<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/energia/2018/08/01/grande-piramide-i-fisici-scoprono-il-segreto-della-sua-energia-_172052f1-4547-47cf-8faf-78b79ec92c47.html|titolo=Grande Piramide, i fisici scoprono il segreto della sua energia|pubblicazione=[[ANSA]]|data=1º agosto 2018|accesso=22 marzo 2019}}</ref> non accreditate dalla maggior parte della [[comunità scientifica]] archeologica, sul fatto che le piramidi non avessero la funzione di [[tomba|tombe]]. Questa ipotesi è basata su quanto detto sopra (cioè sul fatto che non è stato ritrovato all'interno alcun segno che faccia pensare ad una sepoltura, né spoglie né iscrizioni sulle pareti), constatazione materiale che a sua volta è rafforzata dal fatto che è unanime presso gli studiosi la convinzione che gli uomini del califfo [[Al-Maʾmūn]] sono stati i primi ad entrare (era l'820 d.C.) negli ambienti interni della Piramide. Tali uomini infatti aprirono una breccia nella parete nord della piramide<ref>{{Cita libro|nome=Charles|cognome=Rigano|titolo=Pyramids of the Giza Plateau|url=https://books.google.com/books?id=4arwBQAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA101&dq=Al+Mamun+north+pyramid&hl=it|accesso=6 luglio 2023|data=2014|editore=Author House|lingua=en|ISBN=978-1-4969-5249-3}}</ref>, leggermente ad ovest e più in basso dell'entrata originaria, che è stata portata alla luce solo in epoca moderna a seguito di scavi nella parete: essa era infatti abbondantemente nascosta, e non vi sono testimonianze che la sua copertura fosse una toppa rifatta sopra dopo precedenti ipotetiche apertura della breccia. Inoltre, è ancor più comprovato che gli stessi uomini del califfo furono i primi a riuscire ad entrare nei cunicoli e gallerie che portano alle camere (cosiddette) "del Re" e "della Regina", cunicoli e gallerie i cui accessi furono chiusi da invalicabili sistemi di lastre di granito che sono ancora sul posto: gli uomini del califfo riuscirono fortunosamente a superare questi sbarramenti, sfondando tetti e pavimenti dei vari corridoi, cosa che non è riscontrata essere stata fatta in altri punti prima di essi.
[[Erodoto|Erodoto di Alicarnasso]] fu il primo studioso, di cui si abbia notizia, a raccogliere informazioni dai sacerdoti egizi suoi contemporanei, per integrarli nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]''.
 
Nelle immediate vicinanze della piramide ci sono ben sette fosse per [[Barca sacra|barche sacre]] di cui [[Barca solare di Cheope|una]] è stata ricostruita ed è visibile nell'apposita struttura.<ref>{{cita libro |autore=Riccardo Manzini |titolo=Complessi piramidali egizi |volume=volume II - Necropoli di Giza |editore=Ananke |p=151}}</ref>
Nell'anno 820 d.C. il [[califfo]] [[al-Maʾmūn]], intenzionato a saccheggiarla, riuscì ad entrarvi scavandovi una galleria, ma trovò la piramide già vuota. Questo fatto contribuì a far perdere interesse nella Piramide e dalla fine del [[XIV secolo]] essa fu sostanzialmente trasformata in cava. {{UNESCO|tipoBene=patrimonio|nome=Menfi e la sua Necropoli - I campi delle Piramidi da Giza a Dahshur|nomeInglese=Memphis and its Necropolis – the Pyramid Fields from Giza to Dahshur|immagine=Pyramide Kheops.JPG|anno=1979|tipologia=Culturale|criterio=(i) (iii) (vi)|link=http://whc.unesco.org/en/list/86|link2=|linkMappa=}}
 
La piramide è provvista di un cortile, di un [[luogo di culto a nord]], di un [[tempio funerario]], di una [[rampa processionale]] e di un [[tempio a valle]]. Ci sono, inoltre, annesse alla piramide principale di Cheope, anche tre [[Piramide secondaria|piramidi secondarie]] dedicate a tre sue regine e una [[piramide satellite]] scoperta nel 1999.<ref>{{cita libro |autore=Riccardo Manzini |titolo=Complessi piramidali egizi |volume=volume II - Necropoli di Giza |editore=Ananke |p=120}}</ref>
In seguito, con l'avvento dell'[[umanesimo rinascimentale]] e grazie al testo di Erodoto, la piramide tornò a suscitare la curiosità negli eruditi europei; fra questi ci fu l'italiano [[Ciriaco d'Ancona]], detto "padre dell'[[archeologia]]", il quale volle controllare le notizie antiche recandosi a visitare la piramide. Smentì la credenza allora diffusa, ossia che la piramide fosse il granaio di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] e ne lasciò vari disegni e una relazione. Testimoniò che la grande piramide fosse l'unica delle [[Sette meraviglie del mondo|sette meraviglie]] ad essere sopravvissuta nei secoli<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ciriaco-d-ancona_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=CIRIACO d'Ancona in "Enciclopedia Italiana"|accesso=30 agosto 2018}}</ref>
 
Dalla metà del [[XVIII secolo]] la Piramide divenne meta di esploratori occidentali in cerca di emozioni, ma dopo le [[guerre napoleoniche]] (1799-1801) le notizie riportate dall'esercito francese fecero nascere un enorme interesse anche a livello popolare, creando quella che fu detta "egittomania" europea<ref>Alexander Rehding, ''Music-Historical Egyptomania, 1650-1950'', Journal of the History of Ideas, Vol. 75, No. 4 (October 2014), pp. 545-580.</ref> e di conseguenza iniziarono campagne sistematiche di studio da parte degli archeologi europei.
Con l'indipendenza dell'[[Egitto]], il controllo del sito è passato in mano dello stato egiziano, che ne regola i permessi di scavo e studio pur collaborando con enti e organizzazioni private estere.
 
All'interno della Grande Piramide non è stato trovato né il feretro né il corredo funerario (fatto questo di per sé non sorprendente, poiché quasi tutte le sepolture reali dell'[[antico Egitto]] sono state saccheggiate dai [[tombarolo|tombaroli]] già nell'antichità) tuttavia questo elemento unito alla mancanza di decorazioni o [[geroglifici egizi|geroglifici]] dei vani interni e alle gigantesche dimensioni dell'opera, ha fatto nascere un vasto dibattito con un certo numero di teorie,<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/energia/2018/08/01/grande-piramide-i-fisici-scoprono-il-segreto-della-sua-energia-_172052f1-4547-47cf-8faf-78b79ec92c47.html|titolo=Grande Piramide, i fisici scoprono il segreto della sua energia|pubblicazione=[[ANSA]]|data=1º agosto 2018|accesso=22 marzo 2019}}</ref> non accreditate dalla maggior parte della [[comunità scientifica]] archeologica, sul fatto che le piramidi non avessero la funzione di [[tomba|tombe]]. Questa ipotesi è basata su quanto detto sopra (cioè sul fatto che non è stato ritrovato all'interno alcun segno che faccia pensare ad una sepoltura, né spoglie né iscrizioni sulle pareti), constatazione materiale che a sua volta è rafforzata dal fatto che è unanime presso gli studiosi la convinzione che gli uomini del califfo [[Al-Maʾmūn]] sono stati i primi ad entrare (era l'820 d.C.) negli ambienti interni della Piramide. Tali uomini infatti aprirono una breccia nella parete nord della piramide<ref>{{Cita libro|nome=Charles|cognome=Rigano|titolo=Pyramids of the Giza Plateau|url=https://books.google.com/books?id=4arwBQAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA101&dq=Al+Mamun+north+pyramid&hl=it|accesso=6 luglio 2023|data=2014|editore=Author House|lingua=en|ISBN=978-1-4969-5249-3}}</ref>, leggermente ad ovest e più in basso dell'entrata originaria, che è stata portata alla luce solo in epoca moderna a seguito di scavi nella parete: essa era infatti abbondantemente nascosta, e non vi sono testimonianze che la sua copertura fosse una toppa rifatta sopra dopo precedenti ipotetiche apertura della breccia. Inoltre, è ancor più comprovato che gli stessi uomini del califfo furono i primi a riuscire ad entrare nei cunicoli e gallerie che portano alle camere (cosiddette) "del Re" e "della Regina", cunicoli e gallerie i cui accessi furono chiusi da invalicabili sistemi di lastre di granito che sono ancora sul posto: gli uomini del califfo riuscirono fortunosamente a superare questi sbarramenti, sfondando tetti e pavimenti dei vari corridoi, cosa che non è riscontrata essere stata fatta in altri punti prima di essi.
 
== Storia ==
===Costruzione===
[[File:Statue-of-Hemiun.jpg|thumb|left|Statua dell'architetto [[Hemiunu]]]]
[[File:Khufu CEM.jpg|thumb|Statua del faraone [[Cheope]]|alt=]]
La Grande Piramide, secondo gli egittologi, è stata realizzata nel [[XXVI secolo a.C.]] e si crede che sia stata progettata da [[Hemiunu]], un sacerdote e alto funzionario egizio. Non tutti concordano sulla data precisa di conclusione dei lavori, a causa di problemi di completezza e interpretazione dei ''[[Libri dei Re (Egitto)|Libri dei Re]],'' le antiche cronologie dei regnanti in Egitto, ma la più probabile è intorno al 2560 a.C. Tuttavia la datazione al radiocarbonio effettuata nel 2020 all'Universita di Aberdeen, di un cuneo di legno di cedro ritrovato alla base della "Camera della Regina", risale al 3341 a.C.<ref>http://edition.cnn.com/style/amp/dixon-relics-great-pyramid-of-giza-discovery-intl-hnk-scli-scn/index.html</ref> confutando tali congetture e possibilmente anticipando la costruzione di almeno 5-7 secoli, rendendo impossibile la sua edificazione da parte del noto faraone a cui è attribuita, e neppure ai suoi predecessori delle Dinastie precedenti, addirittura prima di tutto l'Antico Regno e persino precedente al periodo [[Periodo Protodinastico (Egitto)|Periodo Protodinastico]] (che partirebbe dal 3100 a.C. circa), lasciando la questione molto aperta.
Tuttavia la datazione al radiocarbonio effettuata nel 2020 all'Universita di Aberdeen, di un cuneo di legno di cedro ritrovato alla base della "Camera della Regina", risale al 3341 a.C.<ref>http://edition.cnn.com/style/amp/dixon-relics-great-pyramid-of-giza-discovery-intl-hnk-scli-scn/index.html</ref> confutando tali congetture e possibilmente anticipando la costruzione di almeno 5-7 secoli, rendendo impossibile la sua edificazione da parte del noto faraone a cui è attribuita, e neppure ai suoi predecessori delle Dinastie precedenti, addirittura prima di tutto l'Antico Regno e persino precedente al periodo [[Periodo Protodinastico (Egitto)|Periodo Protodinastico]] (che partirebbe dal 3100 a.C. circa), lasciando la questione molto aperta.
 
Nonostante l'incongruenza con la datazione determinata dall'esame al C-14, l'assenza di fonti certe e altre opere che si possano dimostrare coeve e la mancanza del feretro, la piramide è generalmente attribuita al faraone [[Cheope]] (nome ellenizzato di Khufu) ed è affiancata dalla [[Piramide di Chefren]], suo successore, dalla [[Grande Sfinge di Giza|Grande Sfinge]] e dalla [[Piramide di Micerino]], successore di [[Chefren]].
 
=== Età Antica ===
Nelle immediate vicinanze della piramide ci sono ben sette fosse per [[Barca sacra|barche sacre]] di cui [[Barca solare di Cheope|una]] è stata ricostruita ed è visibile nell'apposita struttura.<ref>{{cita libro |autore=Riccardo Manzini |titolo=Complessi piramidali egizi |volume=volume II - Necropoli di Giza |editore=Ananke |p=151}}</ref>
[[Erodoto|Erodoto di Alicarnasso]] fu il primo studioso, di cui si abbia notizia, a raccogliere informazioni sul monumento dai sacerdoti egizi suoi contemporanei, per integrarlipoi riportarli nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]''.
 
=== Medioevo ===
La piramide è provvista di un cortile, di un [[luogo di culto a nord]], di un [[tempio funerario]], di una [[rampa processionale]] e di un [[tempio a valle]]. Ci sono, inoltre, annesse alla piramide principale di Cheope, anche tre [[Piramide secondaria|piramidi secondarie]] dedicate a tre sue regine e una [[piramide satellite]] scoperta nel 1999.<ref>{{cita libro |autore=Riccardo Manzini |titolo=Complessi piramidali egizi |volume=volume II - Necropoli di Giza |editore=Ananke |p=120}}</ref>
====Oblio====
[[File:Joseph (San Marco).jpg|thumb|[[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] in Egitto. Sullo sfondo le piramidi immaginate come granai (cupola nord del transetto della [[Basilica di San Marco]] di Venezia]]
Nel [[Medioevo]], in Europa si era persa la cognizione della reale natura della Piramide di Cheope, che con [[Piramide di Chefren|quella di Chefren]] e [[Piramide di Micerino|quella di Micerino]] si credeva che fosse uno dei "granai di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]]", ossia i magazzini ove il patriarca aveva accumulato il grano necessario per superare il periodo di carestia che aveva previsto. Questa convinzione era basata su un'errata interpretazione di una passo della [[Genesi]] (41:47-8), e fu favorita dalla falsa etimologia del termine "piramide", fatto derivare dal greco πυρός (''pyros'', grano).
 
Al tempo della dominazione bizantina sull'Egitto non vi furono particolari attenzioni sulla Grande Piramide e con la perdita della [[lingua egizia]], venne rafforzata l'interpretazione dei monumenti come granai. Per questo motivo erano una delle tappe dei pellegrinaggi europei in Egitto<ref>
=== Epoca bizantina e araba ===
*''[https://books.google.it/books?id=hvYQAAAAYAAJ&pg=PT404&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Itinerarium Egeriae]'', Y2 [= citazione di Pietro Diacono]; ed. R. Weber, CCSL 175:100; PL 173:1129D;
[[File:Joseph (San Marco).jpg|thumb|[[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] in Egitto. Sullo sfondo le piramidi immaginate come granai]]
*{{en}}[[Gregorio di Tours]], ''[https://archive.org/details/historyoffranks01greg/page/8/mode/2up?view=theater Historia Francorum]''</ref>.
Al tempo di [[Gregorio Nazianzeno]] e [[Stefano di Bisanzio]] le piramidi iniziarono ad essere denominate ''[[granaio]] di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]]'', un errore di interpretazione che durò fino alla fine del [[XV secolo]]. Questa definizione potrebbe esser nata dalla falsa etimologia del termine greco πυρός (''pyros'', grano). Al tempo della dominazione bizantina sull'Egitto non vi furono particolari attenzioni sulla Grande Piramide e con la perdita della [[lingua egizia]], venne rafforzata l'interpretazione dei monumenti come granai.
 
Con la [[Conquista islamica dell'Egitto|conquista islamica nel 649]] le cose non cambiarono. Lo storico islamico [[al-Maqrizi]] (1364-1442), raccolse un certo numero di scritti islamici e copti, che descrivevano quasi unanimemente che il nuovo accesso alla piramide fu creato dal settimo califfo abbaside [[al-Maʾmūn]], i cui uomini avevano scavato un cunicolo vicino all'accesso originale nell'820. Al-Maqrizi era ovviamente a conoscenza dei sarcofagi nelle camere funerarie e perciò del fatto che le piramidi non fossero granai ma tombe. Nell'anno 820 d.C. il [[califfo]] [[al-Maʾmūn]], intenzionato a saccheggiarla, riuscì ad entrarvi scavandovi una galleria, ma trovò la piramide già vuota. Questo fatto contribuì a far perdere interesse nella Piramide e dalla fine del [[XIV secolo]] essa fu sostanzialmente trasformata in cava. {{UNESCO|tipoBene=patrimonio|nome=Menfi e la sua Necropoli - I campi delle Piramidi da Giza a Dahshur|nomeInglese=Memphis and its Necropolis – the Pyramid Fields from Giza to Dahshur|immagine=Pyramide Kheops.JPG|anno=1979|tipologia=Culturale|criterio=(i) (iii) (vi)|link=http://whc.unesco.org/en/list/86|link2=|linkMappa=}}
 
Anche lo storico, filosofo e geografo arabo [[Abu al-Hasan 'Ali al-Mas'udi|al-Mas'udi]] riportò nella sua opera ''Akhbār al-zamān'' il nuovo accesso di al-Ma'mun. Le sue descrizioni sono comunque alternate a fantasiosi abbellimenti. Le prime descrizioni dell'interno della piramide di Cheope apparvero dalla prima metà dell'[[XI secolo]], ad opera del medico [[Ali ibn Ridwan]] e all'inizio del XII secolo dallo scrittore arabo Muhammad al-Kaisi.
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Il viaggiatore arabo [['Abd al-Latif al-Baghdadi]] (1163-1231) quando visitò l'Egitto si meravigliò dell'ingegno dei costruttori delle piramidi. Descrisse anche come un esercito di lavoratori del sovrano [[Al-'Aziz Uthman|al-Malik al-Aziz Uthman]] tentò, senza successo, di rimuovere le pietre di rivestimento della [[Piramide di Micerino]], e che le pietre di rivestimento di alcune piramidi vennero utilizzate come materiale da costruzione nella città di Giza. Iniziarono così, per diversi secoli, lavori di demolizione del rivestimento delle due grandi piramidi di Giza. Al-Latif fece anche riferimento a varie iscrizioni sui rivestimenti delle due grandi piramidi e descrisse la precisione con la quale erano state poste le pietre di calcare. Molto interessanti le sue descrizioni del sistema camerale della piramide di Cheope, dove si fa riferimento anche ai condotti di ventilazione nella camera superiore.
 
Già nelNel [[1335]] il monaco tedesco [[Guglielmo di Boldensele]] aveva visitato le piramidi di Giza e avendo visto anche l'interno della Grande Piramide, respinse l'idea del granaio. A quel tempo, i rivestimenti esterni nella parte inferiore della piramide dovevano essere ancora intatti, probabilmente furono rimossi su vasta scala sotto il sultano mamelucco [[An-Nasir Hasan]] (1347-1362) per costruire la moschea del [[Il Cairo|Cairo]].
=== Riscoperta europea ===
 
==== Riscoperta europea ====
[[File:Greaves Pyramidographia p.632.jpg|thumb|Lo schema della Grande Piramide nell'edizione del [[1752]] della ''Pyramidographia'' di [[John Greaves (astronomo)|John Greaves]]]]
Nel periodo dell'[[Umanesimo]], nel 1436, [[Ciriaco d'Ancona]], il padre dell'[[archeologia]]<ref name=Treccani>
Verso la fine del XV secolo, la Grande Piramide è stata sempre più meta o almeno tappa di esploratori e pellegrini europei in viaggio verso la [[Terra santa]], e da questi erroneamente sempre interpretata come il granaio che il patriarca [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] aveva suggerito al faraone di costruire per rimediare ai sette anni di carestia che ci sarebbero stati in Egitto.
* {{Cita libro |curatore = Edward W. Bodnar |curatore2 = Clive Foss |titolo = Cyriac of Ancona: Later travels |editore = Harvard University Press |città = Cambridge (Massachusetts) |anno = 2003 |isbn = 0-674-00758-1}} Bodnar chiama Ciriaco: «''the founding father of modern classical archeology''» ("il padre fondatore della moderna archeologia classica");
 
In* seguito,[[Ranuccio conBianchi l'avventoBandinelli|R. Bianchi Bandinelli]], dell'[[umanesimoMassimo rinascimentalePallottino|M. Pallottino]], eE. grazieCoche alde testola diFerté Erodoto- Treccani, lavoce piramide{{Treccani|archeologia_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)|archeologia|citazione=...Ciriaco tornòde' aPizzicolli suscitare(v. laCiriaco curiositàD'Ancona), negliche eruditiviaggiò europei;in Grecia fra questiil ci1412 fue l'italianoil [[Ciriaco1448 ricercando e annotando opere d'Ancona]]arte e iscrizioni, dettopuò "padredirsi, in certo modo, il fondatore dell'archeologia in senso generale}}</ref>, facendosi guidare dal testo di [[archeologiaErodoto]]", ilraggiunse qualel'altipiano volledi controllareGiza ledopo notizieaver antichenavigato recandosisul a[[Nilo]] visitaree riscoprì la piramide.vera Smentìnatura ladella credenzaPiramide alloradi diffusa,Cheope ossiae chedelle altre due ad essa vicine. Smentì la piramidefalsa fosseidentificazione con il granaio di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] e ne lasciò vari disegni e una relazione, riportata nei suoi ''Commentarii''. Testimoniò che la grande piramide fosse l'unica delle [[Sette meraviglie del mondo|sette meraviglie]] ad essere sopravvissuta nei secoli<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ciriaco-d-ancona_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=CIRIACO d'Ancona in "Enciclopedia Italiana"|accesso=30 agosto 2018}}</ref>.
Già nel [[1335]] il monaco tedesco [[Guglielmo di Boldensele]] aveva visitato le piramidi di Giza e avendo visto anche l'interno della Grande Piramide, respinse l'idea del granaio. A quel tempo, i rivestimenti esterni nella parte inferiore della piramide dovevano essere ancora intatti, probabilmente furono rimossi su vasta scala sotto il sultano mamelucco [[An-Nasir Hasan]] (1347-1362) per costruire la moschea del [[Il Cairo|Cairo]].
 
Nel 1436 [[Ciriaco d'Ancona]] si recò a visitare la piramide, citandola nei suoi ''Commentarii'' e testimoniando che l'antica [[Sette meraviglie del mondo|meraviglia del mondo antico]] era l'unica ad essere sopravvissuta allo scorrere del tempo.<ref name="ciriaco">Enciclopedia Treccani, [http://www.treccani.it/enciclopedia/ciriaco-d-ancona_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Ciriaco d'Ancona]</ref><ref>Agostino Pertusi, ''Venezia e l'Oriente: fra Tardo Medioevo e Rinascimento'', Sansoni, 1966, p. 331.</ref>
 
=== Età Moderna ===
Nel [[1646]] [[John Greaves (astronomo)|John Greaves]] ne parla nella sua ''Pyramidographia'', (considerata il primo tentativo di un lavoro egittologico). Greaves scalò la piramide di Cheope, ne misurò i blocchi, ne visitò l'interno e ne disegnò uno schema di notevole precisione per la sua epoca.<ref>[https://books.google.it/books?id=TUEGAAAAQAAJ&dq=Pyramidographia&hl=it&pg=PR73#v=onepage&q&f=false Google Books: ''Miscellaneous Works of John Greaves''], tra cui l'edizione completa della ''Pyramidographia''.</ref>
 
Dalla metà del [[XVIII secolo]] la Piramide di Cheope divenne meta di esploratori occidentali in cerca di emozioni, ma dopo le [[guerre napoleoniche]] (1799-1801) le notizie riportate dall'esercito francese fecero nascere un enorme interesse anche a livello popolare, creando quella che fu detta "egittomania" europea<ref>Alexander Rehding, ''Music-Historical Egyptomania, 1650-1950'', Journal of the History of Ideas, Vol. 75, No. 4 (October 2014), pp. 545-580.</ref> e di conseguenza iniziarono campagne sistematiche di studio da parte degli archeologi europei.
=== XVIII e XIX secolo ===
Con l'indipendenza dell'[[Egitto]], il controllo del sito è passato in mano dello stato egiziano, che ne regola i permessi di scavo e studio pur collaborando con enti e organizzazioni private estere.
 
Il diplomatico inglese Nathaniel Davison entrò nel 1765 nella camera superiore e scoprì la camera di scarico più bassa, quella immediatamente al di sopra della camera superiore, alla quale viene comunemente dato il suo nome.
 
=== Età Contemporanea ===
=== XVIII e =XIX secolo ====
Un contributo scientifico allo studio delle piramidi fu un effetto della [[campagna d'Egitto|campagna di Napoleone in Egitto]]: arrivarono sul posto 150 tra filologi, naturalisti, cartografi, geodeti e disegnatori francesi,<ref name="Janosi">Peter Jánosi, ''Le piramidi''. Il Mulino, 2006.</ref> tra i quali si ricorda [[Edme François Jomard]], il quale dedicò un capitolo della ''[[Description de l'Égypte]]'' alle piramidi.<ref>''Description de l'Egypte'', volume 15 (1822): ''Planches: Antiquités'', volume V. ''Pyramids de Memphis''.</ref> Malgrado la qualità degli studi fosse divenuta più approfondita, anche in questo periodo non mancarono teorie pseudoscientifiche che vedevano il complesso sistema di misure e proporzioni della Grande piramide come una sorta di registro delle scienze esatte.
 
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L'archeologo inglese [[Flinders Petrie]] lavorò alla necropoli di Giza dal 1880 al 1882 e misurò con strumenti topografici parzialmente auto-costruiti sia l'esterno che l'interno della Grande Piramide, smentendo le teorie di Piazzi Smyth e le speculazioni sul ''pollice piramide''. Suo padre era spesso ospite a casa di Piazzi Smyth, ed egli fu influenzato da ''La nostra eredità nella Grande Piramide'', tuttavia successivamente con le su ricerche smentirà il lavoro di Piazzi Smyth. Egli inoltre coniò il termine pyramidiot per descrivere ciò che vedeva come un culto quasi religioso.<ref>{{Cita libro|cognome=Petrie|titolo=Seventy Years In Archaeology|url=https://books.google.it/books?id=7ZtFAAAAQBAJ&pg=PA12&lpg=PA12&hl=it|accesso=11 novembre 2018|data=6 agosto 2013|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=9781136192166}}</ref>
 
==== XX secolo ====
[[File:Hetepheres-Ibrahim02.jpg|thumb|[[George Reisner]] agli scavi di Giza nel [[1926]]]]
[[File:Australian 11th Battalion group photo.jpg|sinistra|miniatura|L'[[11º battaglione australiano]] sui gradini della piramide nel [[1915]]]]
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Nel 1992 e successivamente nel 1993 l'ingegnere tedesco Rudolf Gantenbrink, in collaborazione con il [[Istituto archeologico germanico|Deutsches Archäologisches Institut]] al Cairo, usando diversi robot e sotto la supervisione dell'archeologo Rainer Stadelmann, esplorò entrambi i condotti di aerazione della camera intermedia, riuscendo a visitare interamente solo il condotto sud, il quale presentava uno sportellino di chiusura. A differenza di quelli presenti nella camera superiore infatti, i condotti nella camera intermedia non comunicano con l'esterno.<ref>{{en}} [http://www.cheops.org/ Upuaut Project]</ref> La spedizione liberò dai detriti la parte esterna dei condotti della camera superiore ed installò nel condotto nord un ventilatore per far affluire aria pulita nella camera superiore.<ref>{{en}} [http://www.cheops.org/startpage/theupuautstory/thesecond1992campaign/second92.htm Upuaut Project - The second 1992 campaing]</ref>
 
==== Esplorazioni recenti ====
Il 17 settembre 2002, anche una spedizione della [[National Geographic Society]] inviò un veicolo robotizzato denominato ''Pyramid Rover'' all'interno dei condotti della camera intermedia. Il robot riuscì a bucare lo sportellino ed a far penetrare la propria videocamera all'interno solo per scoprire una cavità vuota, chiusa da un'altra pietra. Il 18 settembre 2002 venne scoperta una porta del tutto analoga nel condotto nord.