Ornette Coleman: differenze tra le versioni

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Nel [[1962]] fonda un trio sperimentale con [[David Izenzon]] e [[Charles Moffett]]; dopo il celebre ''[[Town Hall, 1962|Town Hall concert]]'', in cui viene anche eseguito il suo primo quartetto d'archi, si ritira dalla scena musicale per tre anni, durante i quali studia la [[tromba]] e il [[violino]], che suona con tecniche non ortodosse.
 
Nel [[1966]] l'uscita di ''The Empty Foxhole'', con Haden e suo figlio [[Denardo Coleman]] (di soli 10 anni), viene accolta con molti dissensi. Gira l'[[Europa]] col trio e tornato in America tenta organici diversi. Negli [[Anni 1970|anni settanta]] fonda anche un gruppo di [[Fusion (genere musicale)|jazz elettrico]], il Prime Time, con esiti artistici discontinui. Collabora con gli etnici ''Masters of Jujuka'' e con suonatori sardi di [[launeddas]], oltre che con [[Jackie McLean]] ([[1967]]), [[Pat Metheny]] ([[1986]]), [[Jerry Garcia]] ([[1988]]) e [[Howard Shore]] ([[1991]]). ''In all languages'' ([[1987]]) presenta le stesse composizioni suonate dal quartetto classico e poi dal Prime Time. Nel [[1990]] il Teatro Valli di [[Reggio Emilia]], per la direzione artistica di Filippo Bianchi, gli dedica un festival monografico di tre giorni, nel corso del quale vengono eseguite sue composizioni cameristiche, ''Skies of America'', e si esibiscono i Prime Time e il quartetto con Don Cherry, Charlie Haden e Billy Higgins. Negli [[Anni 1990|anni novanta]] suona in quartetto con [[Geri Allen]] e in duo con [[Joachim Kuhn]], e nel [[2000]] incontra [[Lee Konitz]] sul palcoscenico di [[Umbria Jazz]].
Nel [[2003]] e nel [[2007]] torna all'Umbria Jazz con due applauditissimi concerti all'Arena Giuliana.
Il 16 agosto 2007 ha anche aperto, con il suo quartetto, la 27ª edizione del Roccella Jazz Festival.
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=== Carriera successiva ===
Ad un certo punto della sua carriera, Coleman, come [[Miles Davis]] prima di lui, si diede al "jazz elettrico". Album come ''Virgin Beauty'' e ''Of Human Feelings'' utilizzano ritmi [[Rock and roll|rock]] e [[funk]], qualche volta denominati "[[free funk]]". Se da un lato, tutto ciò può sembrare un semplice adeguamento di Coleman alla moda dell'epoca per il [[jazz rock]], è bene far presente che comunque Coleman mantenne la sua originalità artistica all'interno del movimento. Le chitarre elettriche hanno il sopravvento sul sound generale, ma la musica, nel suo nucleo, era più simile ai suoi primi lavori che agli altri dischi di [[Fusion (genere musicale)|fusion]] che circolavano ai tempi. Queste performance posseggono le medesime "melodie angolari" e le simultanee improvvisazioni collettive, che [[Joe Zawinul]] definiva "nessuno fa assoli, tutti fanno assoli allo stesso momento" e che Coleman stesso chiamava ''[[armolodia]]''.
 
Qualche critico ha ipotizzato che il frequente utilizzo da parte di Coleman del termine da lui coniato ''armolodia'', sia semplicemente un espediente per gettare fumo negli occhi dei critici occupati a cercare di decifrare i suoi poco ortodossi metodi compositivi.