Anonima Castelli: differenze tra le versioni

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== Storia ==
 
==== Ebanisteria Castelli ====
L’azienda nacque come ''Ebanisteria Castelli'' nel 1877 a Bologna, piccola bottega diretta da Ettore Castelli. All'inizio del XX secolo l'attività si espanse, e Castelli divenne fornitore di diversi [[Ente pubblico (Italia)|enti pubblici]] italiani. A Bologna, furono creati due stabilimenti: uno in via Remosella, e uno in via Corticella. Negli anni venti, Cesare Castelli succedette al padre nella direzione dell’azienda, e si occupò di consolidare come unica sede produttiva quella di Via Corticella, che dal 1930 rimase fino la fine del secolo la sede generale del gruppo, con la denominazione di ''Centro Studi.'' Seguirono una filiale di vendita a [[Roma]] e un magazzino a [[Milano]]. Con l’ingresso presso il ''Centro Studi'' del primo capo progettista Antonio Nerozzi, si iniziò ad adottare un metodo più vicino al moderno concetto di [[design]].<ref name = "Carugati">{{Cita libro|titolo= Castelli |autore= Decio Giulio Riccardo Carugati |editore= Electa |ISBN= 88-435-7283-0 }}</ref>
 
==== Anonima Castelli ====
Nel 1939 fu costituita la nuova società ''Anonima Castelli spa''<ref>{{Cita libro|nome=Marino|cognome=Cavallo|titolo=Per una globalizzazione responsabile: qualità dello sviluppo e coesione sociale|url=https://books.google.it/books?id=ErXv9CK-k3EC&pg=PA162&dq=anonima+castelli+spa&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjn4aGnmLyEAxXFVfEDHQO5CMEQ6AF6BAgHEAI#v=onepage&q=anonima%20castelli%20spa&f=false|accesso=2024-02-21|data=2001|editore=FrancoAngeli|lingua=it|ISBN=978-88-464-3578-1}}</ref>, con titolare Cesare Castelli.<ref name = "Scodeller">{{cita web|url=https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-031-49811-4_8|titolo=Anonima Castelli. Objects, Design and Cultural Heritage|autore= Dario Scodeller|data=31 dicembre 2023}}</ref> L’Ebanisteria venne incorporata nella nuova entità. L’azienda aprì due nuovi stabilimenti produttivi, uno in Via Ferrarese 3, a Bologna, e uno a [[Imola]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], Castelli dovette trasformare i suoi impianti per soddisfare le richieste dello [[Storia del fascismo italiano|Stato]], creando i rivestimenti strutturali in legno per i mezzi da guerra e i [[Prefabbricato|prefabbricati]] per l’alloggio dei [[Regio Esercito|militari]]. Nel 1944, lo stabilimento di Imola venne distrutto in un [[Bombardamento|bombardamento aereo]]. Rimasero intatti i due di Bologna.<ref name = "Carugati">{{Cita libro|titolo= Castelli |autore= Decio Giulio Riccardo Carugati |editore= Electa |ISBN= 88-435-7283-0 }}</ref>
 
==== Rinascita nel dopoguerra ====
Con la [[Secondo dopoguerra in Italia|fine della guerra]], Cesare Castelli ammodernò gli impianti e si concentrò sulle forniture per ufficio. Nel 1956 fu costituita la ''Metalcastelli S.p.a.'', un’azienda per la sola produzione di [[Mobile (arredamento)|mobilio]] in [[metallo]]. Verranno aperti due nuovi impianti produttivi: uno a Bologna, e uno a [[Torino]]. Nel 1955 entrò in azienda Giulio Ponzellini, genero di Cesare, che gli affidò delle mansioni commerciali di Castelli. Cesare morì nel 1966.<ref name = "Scodeller">{{cita web|url=https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-031-49811-4_8|titolo=Anonima Castelli. Objects, Design and Cultural Heritage|autore= Dario Scodeller|data=31 dicembre 2023}}</ref>
 
==== L'espansione negli anni '60 ====
Nei primi anni del 1960, con l’indipendenza [[Algeria|algerina]]<ref name="algeria">{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2022/07/05/indipendenza-algeria-60-anni|titolo=L’indipendenza dell’Algeria, 60 anni fa|autore= Il Post|data=5 luglio 2022}}</ref> e il subentro in azienda di Leonida, figlio di Cesare, l'azienda si aprì al commercio nei mercati del [[Nordafrica]]. In questi anni fecero il loro ingresso in azienda dei nuovi deisgner, fra cui [[Giancarlo Piretti]], che nel 1965 progettò il modello di seduta ''106''. Fu così fondata una divisione specializzata nello studio e nello sviluppo di sedie: DSC (Divisione Sedie Castelli). Dentro questa divisione, Piretti progettò ''[[Sedia Plia (Piretti)|Plia]].''<ref name = "Plia">{{cita web|url=https://www.architecturaldigest.com/story/giancarlo-piretti-plia-chair-history|titolo=How Giancarlo Piretti’s Plia Chair Became the Hot Seat of the Third Millennium|autore= Sydney Gore|data=28 settembre 2022}}</ref>
 
[[File:Anonima Castelli Production Plant Bologna Plia.png|miniatura|Una grande quantità di [[Sedia Plia (Piretti)|''Plia'']] all'interno dell'impianto produttivo di Bologna, denominato Divisione Sedie Castelli.]]
 
==== Anni '70 e '80 e cambio di proprietà ====
Nel 1972, Castelli partecipò alla mostra ''“Italy: The New Domestic Landscape”'' <ref name = "moma">{{cita web|url=https://assets.moma.org/documents/moma_press-release_326797.pdf?_ga=2.75951836.870052051.1707501036-964889211.1707501036|titolo= The Museum of Modern Art, ITALY: THE NEW DOMESTIC LANDSCAPE, Press Release|data=26 maggio 1972}}</ref> presso il [[Museum of Modern Art|MoMa]] di [[New York]]. In questa occasione, Piretti conobbe [[Emilio Ambasz]], [[Curatore d'arte|curatore]] della mostra, con il quale nel 1979 ideò il modello ''Vertebra'', che vinse il [[Premio Compasso d'oro|Compasso d’oro]] due anni dopo. L'azienda collaborò con molti progettisti del tempo, fra cui Charles Randolph Pollock, [[Richard Sapper]] e [[Ferdinand Alexander Porsche]]. Il 5 Gennaio 1982 Castelli venne quotata in [[Borsa valori|borsa]], con il nominativo di ''Castelli S.p.a.''<ref name = "spa">{{cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/unita/MIUD0CB6A3/|titolo= Castelli S.p.A. (1982 gennaio 5)|}}</ref> <ref name = "Perini">{{cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1982/10/20/289/sg/pdf|titolo=Gazzetta Ufficiale Della Repubblica Italiana|pagina=7560, paragrafo 49}}</ref> Nel 1988, Leonida Castelli vendette le sue azioni, e Giulio Ponzellini ne acquisì la maggioranza.<ref name = "Scodeller">{{cita web|url=https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-031-49811-4_8|titolo=Anonima Castelli. Objects, Design and Cultural Heritage|autore= Dario Scodeller|data=31 dicembre 2023}}</ref>
 
==== La globalizzazione ====
Dagli anni ottanta le cariche amministrative di Castelli si scambiarono più volte alla [[leadership]] dell’azienda, tra la famiglia Castelli e quella dei Ponzellini, fino al 1994, quando l’azienda fu acquisita dal gruppo statunitense Haworth, con sede in [[Michigan]]<ref name="haworth">{{cita web|url=https://www.adi-design.org/mobili-per-l-ufficio-si-rilancia-il-marchio-castelli.html|titolo=MOBILI PER L'UFFICIO: SI RILANCIA IL MARCHIO CASTELLI|autore=ADI, Associazione per il Disegno Industriale}}</ref>. In questo periodo l'azienda adottò nuovi programmi di [[modellazione tridimensionale]]. Tra i designer più noti di quegli anni vi fu [[Michele De Lucchi]], che nel 1999 creò una linea di mobili per ufficio.
 
==== La crisi e il fallimento ====
Durante il primo decennio degli anni duemila lo stabilimento di [[San Giovanni in Persiceto]], dove era presente anche uno [[Sala mostra|showroom]], divenne la sede principale di ''Castelli spa''.
 
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imprenditore Pavan}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cartabiancanews.com/2014/07/castelli-spa-il-giudice-dichiara-il-fallimento/|titolo=Castelli Spa: il giudice dichiara il fallimento|autore=Gianluca Stanzani|sito=Carta Bianca News|data=2014-07-16|lingua=it-IT|accesso=2024-02-14}}</ref>); furono chiusi gli stabimilmenti di Ozzano ed Imola<ref>{{Cita web|url=https://www.bolognatoday.it/economia/castelli-san-giovanni-persiceto-liquidazione.html|titolo=Persiceto, la Castelli verso la liquidazione: quale destino per 200 lavoratori?}}</ref>, e a dicembre 2013<ref name=":2" /> fu messa in [[liquidazione]]<ref>{{Cita web|url=http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2013/13-dicembre-2013/liquidazione-castelli-rischio-200-dipendenti-2223794362553.shtml|titolo=In liquidazione la Castelli: a rischio 200 dipendenti|autore=Redazione online|sito=Corriere di Bologna|data=2013-12-13|lingua=it|accesso=2024-02-14}}</ref>; due tentativi di vendere la Castelli all'asta andarono deserti.<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.bolognatoday.it/economia/castelli-san-giovanni-persiceto-pavan-affitto.html|titolo=Castelli, c'è l'accordo: Pavan affitta l'azienda, ok all'assorbimento di tutti i dipendenti|sito=BolognaToday|lingua=it|accesso=2024-02-14}}</ref>
 
==== Rifondazione e anni recenti ====
Nel 2015 l’azienda venne ceduta tramite asta fallimentare alla società ''Castelli 2014 Srl'',<ref name=":1" /> appartenente alla famiglia Pavan, e fu rinominata ''Anonima Castelli Srl''.<ref name="Pavan">{{cita web|url=https://www.cittametropolitana.bo.it/portale/La_Castelli_di_San_Giovanni_in_Persiceto_riparte_con_la_famiglia_Pavan_Salvaguardati_tutta_l8217occupazione_e_il_polo_produttivo|titolo=La Castelli di San Giovanni in Persiceto riparte con la famiglia Pavan. Salvaguardati tutta l’occupazione e il polo produttivo|autore= Ufficio Stampa Città Metropolitana di Bologna|data=29 gennaio 2015}}</ref>