Inca: differenze tra le versioni
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In ogni caso l'indigeno comune aveva la percezione di dedicare il suo lavoro a qualche cosa di armonico che trascendeva la sua singola persona e che comunque lo avrebbe ricompensato delle sue fatiche. Egli vedeva lo Stato come un organismo che rifletteva l'armonia della natura e che riproduceva, nell'universo terreno, le regole che sovraintendevano alle strutture di quello divino. In questo contesto la evidente condizione favorevole dei membri dell{{'}}''élite'' non suscitava in lui un sentimento di invidia perché riconosceva la necessità di una differente posizione sociale determinata dalle diverse responsabilità{{Citazione necessaria}}.
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In una società animata da un imperialismo divorante come quella Inca era inevitabile che le attività militari rappresentassero l'occupazione più importante dei membri della classe nobile. All'inizio della loro espansione gli Inca combatterono personalmente, in file serrate, durante le numerose guerre che li videro protagonisti, ma dopo la formazione dell'impero costituirono piuttosto i quadri dirigenti delle formazioni fornite dalle varie etnie assimilate. Ciò nonostante, in particolari occasioni, si schierarono ancora in schiere d'élite per fronteggiare l'avversario. Durante la guerra civile tra [[Huáscar]] ed [[Atahualpa]], un battaglione di giovani, interamente composto da nobili Inca, venne gettato nella mischia, contro le truppe di [[Quizquiz]], per dare tempo al proprio sovrano di approntare le difese necessarie e con il suo eroismo obbligò gli eserciti di [[Quito]] a segnare il passo per almeno un mese. Nella prassi corrente la funzione degli Inca era però quella di esercitare il comando delle numerose masse di armati che, di volta in volta, erano chiamate a partecipare alle campagne di conquista.
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