TG1: differenze tra le versioni

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Il 10 marzo [[1992]], in seguito all'agguerrirsi della concorrenza esterna alla TV di Stato e alla nascita del [[TG5]] di [[Enrico Mentana]], il TG1 subì un ''restyling'' chiamandosi ''Telegiornale Uno'' su suggerimento dell'art director Giuseppe Rogolino (che intese così sottolineare la natura del notiziario quale primo telegiornale nazionale italiano, superiore alle nascenti testate giornalistiche private). Artefice del nuovo ''look'' fu il direttore [[Bruno Vespa]], che commissionò a [[Gianni Boncompagni]] anche la progettazione di un nuovo studio, composto da uno sfondo [[video wall]] che mostrava una redazione in attività, improntata allo stile dei telegiornali [[Stati Uniti d'America|statunitensi]]<ref>{{Cita news|autore=Silvia Fumarola |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/03/07/una-squadra-di-donne-al-nuovo-tg.html|titolo=UNA SQUADRA DI DONNE AL NUOVO TG DI VESPA|pubblicazione=la Repubblica|data=7 marzo 1992|accesso=3 luglio 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220130215902/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/03/07/una-squadra-di-donne-al-nuovo-tg.html|urlmorto=no}}</ref>. Il 18 ottobre dello stesso anno, il TG1 trasferì la propria sede nel neonato [[Centro radiotelevisivo Biagio Agnes|centro radiotelevisivo di Saxa Rubra]], così come avvenuto per [[TG2]] e [[TG3]]; fino a quella data le tre testate trasmettevano dalla [[Centro di produzione Rai di via Teulada|sede Rai di via Teulada]], ove ciascuna di esse aveva a disposizione un piano completo dello stabile con annessi studi, regia, sala montaggio e redazione.
 
Il 25 luglio 1993, il ''Telegiornale Uno'' torna a chiamarsi semplicemente TG1, con una nuova sigla ideata da Giuseppe Rogolino il cui jingle viene realizzato da Tommaso Vittorini<ref>{{Cita news|autore=Davide Frattini|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/26/sigla_del_Tg1_ritorna_futuro_co_0_9307267460.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151118085301/http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/26/sigla_del_Tg1_ritorna_futuro_co_0_9307267460.shtml|titolo=La sigla del Tg1 ritorna al futuro|pubblicazione=Corriere della Sera|data=26 luglio 1993|p=17|accesso=|urlmorto=sì|dataarchivio=18 novembre 2015}}</ref>, che verrà utilizzata fino a ottobre 1998 quando fu sostituta da una nuova sigla in chiave moderna ma rimanendo col logo di 1993. Anche la scenografia fu cambiata.
 
Tra il 1993 e il 1994 esplode inoltre lo scandalo delle false "note spese" degli inviati [[Rai]], sfociato in indagini giudiziarie per truffa da parte della [[Procura della Repubblica]] di Roma, che coinvolge molti nomi noti del video e si conclude con una serie di provvedimenti disciplinari e il licenziamento dei due giornalisti maggiormente coinvolti negli illeciti: l'inviato Enrico Massidda e il corrispondente da [[Londra]] Giancarlo Infante<ref>{{Cita news|autore=[[Concita De Gregorio]]|url= https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/27/note-spese-gonfiate-avviso-lasorella.html|titolo=NOTE SPESE GONFIATE ' AVVISO' A LASORELLA|pubblicazione=la Repubblica|data=27 febbraio 1994|accesso=3 luglio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220630113639/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/27/note-spese-gonfiate-avviso-lasorella.html|urlmorto=no}}</ref>. Quest'ultimo, il cui caso è stato oggetto di interrogazioni parlamentari, è stato destinatario di due licenziamenti per [[truffa]] ai danni della Rai in primo luogo riguardo alla fittizia locazione della residenza londinese e alla falsificazione di 600 ricevute per i pasti<ref>{{Cita web|url=http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/12092&ramo=SENATO&leg=13|titolo=Senato della Repubblica, Interrogazione parlamentare n. 4/12092 del 29 luglio 1998|accesso=3 luglio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220703163337/http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4%2F12092&ramo=SENATO&leg=13|urlmorto=no}}</ref>.
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Nel [[2003]] alcune vecchie scene dello studio vengono utilizzate nella realizzazione dei film ''[[Io non ho paura (film)|Io non ho paura]]'' di [[Gabriele Salvatores]] e ''[[Buongiorno, notte]]'' di [[Marco Bellocchio]].
 
Per festeggiare i 50 anni della Rai TV l'11 gennaio 2004 furono cambiati logo, sigla -eseguita dall'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai- e studio. La prima edizione con tale cambiamento fu quella delle 20 condotta quella sera da Francesco Giorgino.
 
Nel [[2006]] Mimun conduce un piccolo rotocalco chiamato ''[[Dopo TG1]]'', in onda al termine del notiziario delle 20:00. Nel corso di una puntata della rubrica, l'allora ministro [[Roberto Calderoli]] indossò una t-shirt che riproduceva una vignetta satirica su [[Maometto]] di [[Lars Vilks]], sollevando violente reazioni nel mondo islamico e causando un incidente diplomatico con la [[Libia]], ove una violenta protesta davanti al [[Consolato (diplomazia)|Consolato]] italiano di [[Bengasi]] venne repressa con la forza dalla polizia libica, che sparò sulla folla uccidendo 11 manifestanti<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/02_Febbraio/17/islam.shtml|titolo=Assalto al consolato italiano in Libia|sito=[[Corriere della Sera]]|data=19 febbraio 2006|accesso=3 luglio 2022|urlarchivio=https://archive.today/20120525225117/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/02_Febbraio/17/islam.shtml|dataarchivio=25 maggio 2012|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url= http://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/esteri/moriente33/vescovo/vescovo.html|titolo=Calderoli, il vescovo di Bergamo: "Fa male all'Italia e alla sua città"|sito=La Repubblica|data=18 febbraio 2006|accesso=3 luglio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191226015851/https://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/esteri/moriente33/vescovo/vescovo.html|urlmorto=no}}</ref>. Il ministro in seguito si scusò per aver indossato la maglietta<ref>{{Cita web |url=http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2008/05/09/87097-calderoli_shirt_anti_islam.shtml |titolo=Calderoli si pente, Tripoli chiude il caso