Tor Fiscale: differenze tra le versioni

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Storia: aggiunta note riguardo l'acquisto da parte di Filippo Foppi e l'altezza
La Baraccopoli: aggiunta nota riguardo l'arrivo di Sardelli a san Policarpo
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Alla fine degli anni Sessanta e nei primi Settanta, fra il quartiere Appio Claudio, San Giovanni e Cinecittà, sviluppato con intenti speculativi attorno all’asse della via Tuscolana si venne a formare la baraccopoli dell'Acquedotto Felice dove vivevano gli immigrati del Meridione che cercavano lavoro dei baraccati. Tra il 1936 e il 1973 circa 650 famiglie immigrate dal sud Italia vissero all’interno di baracche di fortuna costruite tra un arco e l’altro dell’Acquedotto Felice nel quartiere Appio Claudio a Sud-Est di Roma.
 
Nel 1968 al sacerdote Roberto Sardelli venne affidato l'incarico di collaboratore nella parrocchia di San Policarpo, dove cominciò attivamente il suo impegno a favore degli abitanti della baraccopoli.<ref>{{Cita web | url=https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2019/02/20/roberto-sardelli-morto | titolo=Il prete dei baraccati che credeva nelle parole - Annalisa Camilli - Internazionale |accesso=17 marzo 2024}}</ref>
 
Nel 1969 acquistò una delle baracche da una prostituta e si trasferì nell'insediamento. Lì fondò la celebre "Scuola 725", dal nome della baracca che la ospitava, definita dagli stessi ragazzi "la scuola del riscatto". Era il tentativo di recuperare chi veniva emarginato anche dalla scuola, consentendo loro di proseguire gli studi e conoscere testi e autori come Gandhi o Malcolm X un’opportunità educativa e di crescita. Lo sgombero delle baraccopoli avvenne nel 1973.<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/attualita/pagine/roma-morto-don-roberto-sardelli-il-prete-dei-baraccati-dell-acquedotto-felice|titolo=Roma. Morto don Roberto Sardelli, il prete dei baraccati dell'acquedotto Felice|sito=Avvenire.it}}</ref>