Policromia: differenze tra le versioni

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Policromia nella scultura antica
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== Policromia nella scultura antica ==
La scultura [[Grecia arcaica|greca arcaica]], influenzata dall'[[arte egizia]], presentavano colori vivaci, tanto da sembrare vive ai visitatori. L'applicazione dei colori si estendeva ai frontoni dei templi, alle decorazioni sulle tombe, alle iscrizioni ed estendeva la leggibilità dell'opera d'arte, sottolineando dettagli non necessariamente evidenti nella rappresentazione tridimensionale<ref name=":0">{{Cita libro|autore-capitolo=Vincenz Brinkmann|titolo=I colori del bianco: policromia nella scultura antica|accesso=2024-03-21|collana=Collana di studi e documentazione|data=2004|editore=De Luca|capitolo=I colori della scultura arcaica e protoclassica|ISBN=978-88-8016-633-7}}</ref>. Nelle sculture arcaiche e protoclassiche, i colori applicati rispettavano convenzioni che assegnavano ad un tipo di materiale, un colore prestabilito. Le policromie andavano dall'applicazione del colore uniforme, per indicare una determinata carnagione ad esempio o la criniera di un animale, alle figure geometriche<ref name=":0" />.
 
== Note ==