Zbigniew Brzezinski: differenze tra le versioni

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Immigrato dalla [[Polonia]] negli [[USA]] dopo la [[seconda guerra mondiale]], ottenne la [[cittadinanza americana]] nel [[1958]]. Nel [[1961]] sposò la scultrice [[Emilie Benes Brzezinski|Emile Benes]], con cui ebbe tre figli (tra cui la giornalista [[Mika Brzezinski|Mika]]). Si è distinto nel mondo accademico per le sue analisi politiche e la sua conoscenza dell'[[Europa]] e dell'[[URSS]]<ref>[[Roman Manekin|R.V. Manekin]], [[Дмитрий Владимирович Корнилов]]: Zbigniew Brzezinski: Chi e chi? (Who is Who?) {{cita testo|url=http://www.whoiswho.ru/russian/Curnom/22001/zb1.htm|titolo=russa «Chi è chi?», № 2 (23), 2001. Mosca, «Rospechat», PI numero 47657|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050227092037/http://www.whoiswho.ru/russian/Curnom/22001/zb1.htm }}</ref>. Infatti, è considerato uno dei maggiori esperti di [[politica]] internazionale, con particolare riferimento ai [[Relazioni bilaterali tra Unione Sovietica e Stati Uniti|rapporti con l'Unione Sovietica]]. È stato [[consigliere per la sicurezza nazionale]] durante il mandato presidenziale di [[Jimmy Carter]] (dal [[1977]] al [[1981]]).
 
Le maggiori emergenze in tema di politica estera durante il suo mandato e nella veste di consulente strategico della [[Casa Bianca]] hanno riguardato la normalizzazione delle relazioni con la [[Repubblica Popolare Cinese]] (e la rottura dei legami con la [[Taiwan|Repubblica di Cina]]); la firma [[Accordi SALT|trattato per la limitazione degli armamenti strategici]] (SALT II); la mediazione per il raggiungimento degli [[accordi di Camp David]]; il passaggio dell'[[Iran]] dalla condizione di statoStato cliente degli USA ad attore anti-occidentale come [[Repubblica islamica dell'Iran|Repubblica islamicaIslamica]]; il sostegno ai dissidenti in [[Europa orientale]] e l'importanza data al tema della difesa dei [[diritti umani]] al fine di minare l'influenza dell'[[Unione Sovietica]], il finanziamento dei [[mujahideen]] in [[Afghanistan]] in risposta al sostegno militare dell'[[Armata Rossa]] al governo della [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan]]<ref>{{cita libro|url=http://books.google.com/books?id=N_hfPrIMYuEC&printsec=frontcover&dq=from+the+shadows+robert+gates&source=bl&ots=oN0umDr35R&sig=XSAOQ8XhK-OwqaDgszMeHSQjJ-k&hl=en&ei=yvUYTeigN46WsgPDg_2hAg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&sqi=2&ved=0CCAQ6AEwAQ#v=onepage&q=afghanistan&f=false |titolo=From the Shadows, pg. 146 |editore=Google Books |accesso=26 aprile 2014}}</ref> e, infine, l'armamento diretto di questi [[mujahideen]] Jihadisti per contrastare l'[[Invasione sovietica dell'Afghanistan|intervento armato sovietico]] richiesto dalla Repubblica Democratica dell'Afghanistan alleata dell'Unione Sovietica; "Invasione" secondo l'[[operazione Cyclone]] della [[CIA]]<ref>https://www.globalresearch.ca/articles/BRZ110A.html</ref> la firma dei [[trattati Torrijos-Carter]] per la cessione del controllo da parte degli Stati Uniti del [[canale di Panama]] dopo il [[1999]].
 
È stato membro effettivo della [[Commissione Trilaterale]]. È stato professore di politica estera alla ''School of Advanced International Studies'' della [[Università Johns Hopkins]] di [[Washington]]. Tra le principali iniziative da lui intraprese, si ricorda il finanziamento dei mujahiddin in [[Pakistan]] ed [[Afghanistan]] durante la [[guerra fredda]], e precisamente nel [[1979]]. I maggiori sostenitori di tali combattenti furono la [[CIA]], l'[[Inter-Services Intelligence|ISI]] (servizi segreti pakistani) ed il [[MI6]] (servizi segreti inglesi). Tale provvedimento aveva lo scopo dichiarato di liberare l'Afghanistan dai sovietici che lo avevano invaso, evitando che la minaccia sovietica si espandesse in [[Asia centrale]]. Tuttavia le truppe sovietiche entrarono in Afghanistan la vigilia di Natale del 1979, e cioè solo dopo l'inizio degli aiuti occidentali ai ribelli islamisti.
 
Nel [[1981]] il [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidentepresidente]] Carter lo insignì della [[medaglia presidenziale della libertà]]. Nel 1985, sotto l'amministrazione [[Ronald Reagan|Reagan]], Brzezinski è stato membro della commissione presidenziale per la [[guerra chimica]]. Dal 1987 al 1988 ha lavorato nella Commissione del Consiglio di sicurezza nazionale e del Dipartimento della difesa sulla strategia integrata a lungo termine. Dal 1987 al 1989 fece parte del comitato consultivo dell'intelligence estera del presidente<ref>{{Cita web|titolo=PRESIDENT'S FOREIGN INTELLIGENCE ADVISORY BOARD: Records, 1981-1989 |url=https://www.reaganlibrary.gov/public/archives/textual/smof/pfiab.pdf |sito=Reagan Library Archives}}</ref>. Nel 1990, Brzezinski ammonì gli Stati Uniti a non lasciarsi travolgere dall'euforia post-[[guerra fredda]]; si oppose pubblicamente alla [[guerra del Golfo]], sostenendo che gli USA avrebbero sperperato il credito internazionale che avevano accumulato sconfiggendo l'Unione Sovietica e che ciò avrebbe potuto scatenare un ampio risentimento in tutto il [[mondo arabo]].
 
Fu molto critico nei confronti della decisione del presidente [[Bill Clinton]] di intervenire nella [[guerra in Bosnia ed Erzegovina]] contro le [[Vojska Republike Srpske|truppe serbe]]<ref>{{cita testo|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_m1571/is_n32_v11/ai_17210365/|titolo="Brzezinski on isolation: former National Security Advisor Zbigniew Brezinski warns of the failures of Clinton foreign policy"|postscript=nessuno|accesso=23 luglio 2023|dataarchivio=15 luglio 2012|urlarchivio=https://archive.today/20120715143345/http://findarticles.com/p/articles/mi_m1571/is_n32_v11/ai_17210365/|urlmorto=sì}}, ''Insight on the News'', August 21, 1995</ref>. Modificò la sua inclinazione verso la neutralità ed il non intervento a seguito dell'ascesa al potere di [[Vladimir Putin]] in Russia: da quel momento divenne un fautore dell'[[Cronologia della NATO|espansione della NATO]], che a suo dire doveva coinvolgere anche l'Ucraina («Senza l'Ucraina, la Russia cessa di essere un impero eurasiatico», fu la sua argomentazione)<ref>"{{cita testo|url=http://www.businessweek.com/articles/2014-02-27/the-new-great-game-why-ukraine-matters-to-so-many-other-nations|titolo=The New Great Game: Why Ukraine Matters to So Many Other Nations|accesso=23 luglio 2023|dataarchivio=28 febbraio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140228190911/http://www.businessweek.com/articles/2014-02-27/the-new-great-game-why-ukraine-matters-to-so-many-other-nations|urlmorto=sì}}". Bloomberg. February 27, 2014.</ref>. Nel [[1999]] appoggiò il [[Operazione Allied Force|bombardamento della Jugoslavia]] effettuato dall'Alleanza Atlantica durante la [[guerra del Kosovo]]<ref>{{cita testo|url=http://www.charlierose.com/view/interview/4378|titolo="A conversation about Kosovo with Zbigniew Brzezinski"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121008003709/http://www.charlierose.com/view/interview/4378}} ''Charlie Rose'', March 25, 1999</ref>. Si dichiarò contrario all'[[Invasione dell'Iraq del 2003|invasione dell'Iraq]] nel [[2003]] e definì la politica estera di [[George W. Bush]] "catastrofica"<ref name=NYTobit>{{cita news|url=https://www.nytimes.com/2017/05/26/us/zbigniew-brzezinski-dead-national-security-adviser-to-carter.html|titolo=Zbigniew Brzezinski, National Security Adviser to Jimmy Carter, Dies at 89|cognome=Lewis|nome=Daniel|data=27 maggio 2017|opera=[[The New York Times]]|accesso=27 maggio 2017|issn=0362-4331|p=A1}}</ref>.