Mivar: differenze tra le versioni

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In controtendenza rispetto alle altre aziende italiane del settore, precipitate in grave crisi e costrette, per poter proseguire le attività, a ricorrere all'erogazione di denaro pubblico dalla finanziaria pubblica [[REL (finanziaria pubblica)|REL]], istituita nel 1984 dal [[Ministero dello sviluppo economico|Ministero dell'Industria]], negli anni ottanta Mivar riesce a reggersi con le proprie risorse e diventa il secondo produttore nazionale dopo [[Sèleco]], con una quota di mercato del 9,8% nel 1986.<ref name="rel">{{Cita news|autore=F. Saulino|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/04/nuovo-assalto-al-carrozzone-rel.html|titolo=NUOVO ASSALTO AL CARROZZONE REL|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|p=57|accesso=6 marzo 2021}}</ref> Le difficoltà per le aziende di elettronica che hanno impiegato gli aiuti dalla REL non cessano, mentre Mivar, sempre in controtendenza, continua a crescere: nel 1988, con una quota di mercato del 12%, i suoi televisori sono al secondo posto tra i più diffusi in Italia dopo quelli del colosso olandese [[Philips]], gli apparecchi prodotti sono {{formatnum:300000}} a colori e {{formatnum:60000}} in bianco e nero ed il fatturato è di 176 miliardi di lire.<ref name="rel"/><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/03/15/la-mivar-fa-utili-senza-spendere-per.html?ref=search|titolo=LA MIVAR FA UTILI SENZA SPENDERE PER LA PUBBLICITA'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=15 marzo 1989|p=44|accesso=6 marzo 2021}}</ref>
 
L'aggressiva concorrenza dei produttori di elettronica di consumo [[giappone]]si e [[Corea del Sud|sudcoreani]], arrivati in Europa tra la metà degli [[anni '80]] e l'inizio degli [[anni '90]] operando nella fascia più bassa del mercato, la stessa di Mivar, non ha alcun impatto sull'azienda lombarda, che nel 1993 conquista la ''[[leadership]]'' nazionale nelle vendite dei televisori, scavalcando Sèleco e Philips.<ref name="silvestrelli"/><ref name="leadership">{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/03/14/un-successo-tutto-schermo.html?ref=search|titolo=UN SUCCESSO A TUTTO SCHERMO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=14 marzo 1994|p=14|accesso=6 marzo 2021}}</ref> Gli apparecchi venduti in quell'anno sono 600.000 e la forte crescita delle vendite riesce ad ammortizzare l'aggravio dei costi ed il calo degli utili dovuti all'importazione di componenti dall'[[Estremo Oriente]] e dalla [[Germania]].<ref name="leadership"/><ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/02/22/la-mivar-cresce-senza-promozioni.html?ref=search|titolo=LA MIVAR CRESCE SENZA PROMOZIONI|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=22 febbraio 1996|p=26|accesso=6 marzo 2021}}</ref>
 
In questo periodo la Mivar inizia la vendita di apparecchi televisivi dotati della modalità [[Picture-in-Picture|PIP]] (“immagine nell'immagine”), disponibile a richiesta su televisori di maggior formato (uno dei modelli più popolari fu il 28 S1 Stereo PIP TVD), oltre a fornire grossi quantitativi di televisori a numerose emittenti ed aziende del settore radiotelevisivo italiano, tra cui gli operatori [[Rai]] e [[Mediaset]], e a vendere, insieme ai televisori, dei carrelli porta televisore in plastica a scomparti, progettati internamente e da acquistare a parte e a discrezione del cliente, ad esempio per alloggiarvi apparecchi aggiuntivi da collegare alla TV, come [[videoregistratore|videoregistratori VHS]] ed in seguito [[lettore DVD|lettori DVD]]. La gamma dei prodotti Mivar di questo periodo è formata da due linee specifiche, quella dei televisori a piccolo schermo (14, 16 e 20 pollici) e quelli dei televisori a grande schermo (21, 25, 28 e 33 pollici).