Caduta dell'Impero romano d'Occidente: differenze tra le versioni

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La '''caduta dell'Impero romano d'Occidente''' viene fissata formalmente dagli storici nel [[476 d.C.]], anno in cui [[Odoacre]] depose l'ultimo [[imperatori romani|imperatore romano d'Occidente]], [[Romolo Augusto]]. Ciò fu il risultato di un lungo processo di declino dell'[[Impero romano d'Occidente]] in cui quest'ultimo non riuscì a far rispettare il suo dominio sulle sue province e il suo vasto territorio fu diviso in diverse entità.
 
Gli storici moderni hanno ipotizzato diversi fattori causali, tra cui il declino dell'efficienza del [[esercito romano|suo esercito]], la salute e il numero della popolazione, la crisi dell'economia, l'incompetenza degli imperatori, le lotte interne per il potere, i mutamenti religiosi e l'inefficienza dell'amministrazione civile. Anche la crescente pressione da parte delle [[invasioni barbariche]], ovvero di popoli estranei alla cultura latina, contribuì notevolmente alla caduta, così come il diffondersi del cristianesimo, che portò ad un cambiamento di paradigma della realtà e alla fuga nei monasteri, isole di salvezza in un mondo materiale percepito ormai come perso (si veda Rutilio Namaziano).
 
Sebbene la sua legittimità sia durata per secoli e la sua influenza culturale permanga ancora oggi, l'Impero d'Occidente non ha mai avuto la forza di risorgere, non riuscendo più a dominare alcuna parte dell'Europa occidentale a nord delle Alpi. L'[[Impero bizantino|Impero romano d'Oriente]], o bizantino, sopravvisse e, sebbene diminuito in forza, rimase per secoli una potenza effettiva del Mediterraneo orientale fino alla sua [[Assedio di Costantinopoli (1453)|definitiva caduta]] nel 1453 da parte dei [[Turchi Ottomani|Turchi ottomani]].