Bruno Contrada: differenze tra le versioni
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Il giudice [[Antonino Caponnetto]] disse che ''«quando Contrada venne interrogato sull'omicidio [[Piersanti Mattarella|Mattarella]] mi rimase impresso un gesto di Falcone: una volta che Contrada ebbe terminato, entrambi, io e Falcone, ci alzammo per stringergli la mano. Poi Falcone fissò la propria mano per qualche istante e la pulì vistosamente sui pantaloni. Era un chiaro segno di ribrezzo»''. Quando gli fu riferito che ciò non poteva essere accaduto (l'interrogatorio a Contrada non era stato verbalizzato dall'ufficio istruzione di Falcone ma dal procuratore della Repubblica Vincenzo Pajno) Caponnetto cambiò versione, ammettendo che forse si era sbagliato, che Falcone non lo fece in aula ma, “eventualmente”, nel suo studio.<ref name=garan>{{cita testo|url=http://ilgarantista.it/2015/04/15/il-mostro-e-innocente/|titolo=Davide Vari, ''Il mostro è innocente''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150424213308/http://ilgarantista.it/2015/04/15/il-mostro-e-innocente/ }}, Cronache del Garantista, 15 aprile 2015</ref>
L'allora [[Capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza|Capo della Polizia]] [[Vincenzo Parisi]]<ref>{{Cita web |url=http://poliziadistato.it/articolo/1479-Vincenzo_Parisi |titolo=Vincenzo Parisi (Poliziadistato.it) |accesso=27 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090907145316/http://www.poliziadistato.it/articolo/1479-Vincenzo_Parisi |urlmorto=sì }}</ref> si prodigò invece per difendere l'indagato.<ref>''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'' 27 dicembre 1992</ref> [[Antonino Caponnetto]] giudicò incauta la posizione assunta da Parisi.<ref>''[[La Stampa]]'' 28 dicembre 1992</ref> [[Luciano Violante]], nel frattempo divenuto presidente della [[Commissione Parlamentare
Secondo Mutolo, la mafia era un'organizzazione dalla spiccata natura [[anticomunista]], che aveva servito la causa atlantica sia portando voti alla [[Democrazia Cristiana]], sia contrastando con ogni mezzo le iniziative delle formazioni progressiste (l'esempio più famoso nella [[strage di Portella della Ginestra]]). Questa attitudine aveva come contropartita una sorta di tacita ''pax mafiosa'': per anni, lo Stato aveva evitato di combattere efficacemente contro quell'organizzazione criminale. A metà degli [[anni 1970]] qualcosa era cambiato, poiché la politica sembrava aver accantonato i progetti di colpo di Stato. Nel mutato scenario, si osava attaccare i vertici mafiosi avvalendosi dello strumento giuridico dell'[[associazione per delinquere]]. L'incriminazione per tale reato, in buona sostanza, esponeva i boss al rischio di essere coinvolti nella responsabilità per ogni misfatto importante che accadesse nei rispettivi "[[Mandamento (mafia)|mandamenti]]".<ref>De Lutiis, ''I servizi,'' op. cit., pag. 382</ref>
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