Quinto Furio Pacilio Fuso: differenze tra le versioni

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{{Richiesta revisione bozza|ts=20240325135433|richiedente=Tandem reverto in domum|esito=La voce è troppo troppo breve, pubblicandola in ns0 verrebbe spostata nuovamente in bozza, se non cancellata.|revisore=Smatteo499}}
{{Bozza|arg=biografie|arg2=storia|ts=20240318053837}}<!-- IMPORTANTE: NON CANCELLARE QUESTA RIGA, SCRIVERE SOTTO -->
 
{{Bio
|Nome = Quinto
|Cognome = Furio Pacilio Fuso
|PostCognomeVirgola = in [[lingua latina|latino]] ''Quintus Furius Pacilius Fusus''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 431 a.C.
|Epoca = -400
|Attività = politico
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = del [[V secolo a.C.]]
|Punto = no
}}
 
== Biografia ==
 
{{Magistrato romano
|nome = Quinto Furio Pacilio Fuso
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|coniuge 5 =
 
{{Bio
|Nome = Quinto
|Cognome = Furio Pacilio Fuso
|PostCognomeVirgola = in [[lingua latina|latino]] ''Quintus Furius Pacilius Fusus''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 431 a.C.
|Epoca = -400
|Attività = politico
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = del [[V secolo a.C.]]
|Punto = no
}}
 
== Biografia ==
 
}}Appartenente alla [[Gens Pacilia]], '''Quinto Furio Pacilio Fuso''' fu ''[[pontifex maximus]]'' dal [[449 a.C.]] al [[431 a.C.]]
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Pertanto, fu affidato a "''Quinto Furio Pacilio Fuso''", in qualità di ''[[pontifex maximus]]'', il compito di tenere i [[Comizio|comizi]] in cui furono nuovamente selezionati i [[Tribuno della plebe|tribuni della plebe]] <ref>[[Tito Livio]], III, 54</ref> <ref>{{Cita libro|nome=T. Robert S.|cognome=Broughton|titolo=The Magistrates of the Roman Republic|url=|anno=1952|città=[[New York]]|p=49|volume=I}}</ref> .
 
[[File:Loix des Douze Tables.jpg|thumb|Esposizione delle tavole in bronzo recanti la cosiddetta legge delle "Dodici Tavole"]]
 
Pochi mesi dopo '''Quinto Furio Pacilio Fuso''' partecipò alla cerimonia per l'esposizione pubblica, nel Foro cittadino, delle [[leggi delle XII tavole]] <ref>Livio, ''Ab urbe condita'', Libro III, 57, 10.</ref> (''duodecim tabulae; duodecim tabularum leges''), la più antica opera legislativa di Roma, secondo la tradizione, riportata da Tito Livio, redatta negli anni 451 e 450 a.C. per volontà della plebe, allo scopo di rendere più conoscibile e certo il diritto, fino ad allora tramandato oralmente e applicato di volta in volta, caso per caso, in forza dell’interpretazione segreta ed esclusiva del Collegio dei pontefici, all'epoca appartenenti al solo patriziato.
 
Considerate, dunque, dai Romani, fonte di tutto il diritto pubblico e privato (''fons omnis publici privatique iuris'') <ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', III, 34.6.</ref> , come ricordato da [[Tito Livio]], i consoli dell'anno [[449 a.C.]] [[Lucio Valerio Potito]] e [[Marco Orazio Barbato]] <ref>Livio, ''Ab urbe condita'', Libro III, 44, 55.</ref> le fecero incidere su 12 tavole di bronzo, purtroppo andate perdute nel saccheggio di Roma da parte dei [[Galli]] di [[Brenno]] nel [[390 a.C.]]).
 
Secondo lo storico [[Ettore Pais]] <ref>''Storia di Roma'', 2 voll., 1898-99.</ref> i redattori si sarebbero limitati a redigere per iscritto gli antichi ''mores'', trattandosi, dunque, di una raccolta delle consuetudini precedentemente esistenti ed oralmente tramandate.
 
[[File:Twelve Tables Engraving.jpg|thumb|La pubblicazione delle XII tavole in un'incisione ottocentesca]]
 
Le [[leggi delle XII tavole]] coprivano, meritoriamente l'intero campo del diritto (diritto sacro, pubblico, penale, privato), compreso il processo; sembra che le prime tre tavole riguardassero il processo civile e l'esecuzione forzata, la quarta il diritto di famiglia, la quinta le successioni ''mortis causa'', la sesta i negozi giuridici, la settima le proprietà immobiliari, l'ottava e la nona i delitti e i processi penali, la decima norme di diritto costituzionale, mentre le ultime due (che prevedevano, "ex multis", il divieto di matrimonio fra patrizi e plebei, avrebbero avuto carattere di appendice.
 
Le [[leggi delle XII tavole]] sono state per lungo tempo oggetto di studio, dapprima da parte del Collegio dei pontefici, presieduto nei primi diciotto anni seguiti alla loro prubblicazione, per l'appunto, da '''Quinto Furio Pacilio Fuso''', in qualità di ''[[pontifex maximus]]'', e poi, soltanto verso la fine del III sec. a.C., dei primi giuristi laici, che alla loro esegesi dedicarono le proprie opere scritte <ref>https://www.treccani.it/enciclopedia/dodici-tavole/</ref> .
 
== Note ==