Domenico Morone: differenze tra le versioni

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Tra i primi esponenti [[Rinascimento|rinascimentali]] della [[scuola veronese di pittura]], nacque in una famiglia di [[Morbegno]] giunta in riva all'[[Adige]] intorno al 1425. Probabilmente fu allievo di [[Francesco Benaglio]], ma venne profondamente influenzato anche da altri artisti dell'epoca, come [[Andrea Mantegna]] e [[Giovanni Bellini]], anche se poco si conosce della sua formazione e dei primi anni di attività.
 
Si ritiene che iniziò come [[miniatura|miniatore]] per poi passare alla produzione di dipinti e affreschi. Le sue prime opere conosciute risalgono al 1470, come le quattro tavolette in cui raffigurò ''[[San Francesco, san Bernardino, san Bartolomeo e san Rocco]]'', originariamente parte di un [[polittico]], e alcuni affreschi oggi [[affresco staccato|staccati]] e conservati al [[museo di Castelvecchio]] di Verona. A parte la decorazione delle portelle dell'[[organo (strumento musicale)|organo]] della [[Chiesa di San Bernardino (Verona)|chiesa di San Bernardino]], non si conoscono altre sue opere collocabili negli [[anni 1480]], tuttaviabenché èfosse pressoché certo che la sua [[bottega]] dovesse aver raggiunto una certa popolarità in città. Nel 1493 firmò una delle sue opere più celebri, la tela ''[[Cacciata dei Bonacolsi]]'' commissionata dal [[duca di Mantova]] [[Francesco II Gonzaga]]. A partire dagli anni successivi gran parte della sua produzione vide la collaborazione del figlio [[Francesco Morone|Francesco]], e proprio insieme a lui nel 1503 terminò quello che è considerato il suo capolavoro: il ciclo di affreschi per la [[libreria Sagramoso]] nel convento di San Bernardino a Verona.
 
Celebre per i dettagli delle figure umane, degli sfondi e degli oggetti, utilizzò nei suoi lavori colori vibranti e luminosi, spesso con una gamma cromatica ricca. È stato osservato che i volti dei suoi protagonisti sono tendenzialmente sobri e prosaici a differenza di quelli del figlio, definiti invece «dolciastri». Negli ultimi anni Domenico Morone divenne sempre più opaco e attento alle finezze psicologiche, come ben si nota nella sua ''[[Madonna col Bambino (Domenico Morone)|Madonna col Bambino]]'' dipinta negli [[anni 1510]]. Probabile maestro di artisti di rilievo, tra cui [[Girolamo dai Libri]], [[Paolo Morando]] e [[Michele da Verona]] (oltre al già citato figlio [[Francesco Morone|Francesco]]), la sua ultima menzione risale al 1517 e, verosimilmente, morì da lì a poco.