Louis-Ferdinand Céline: differenze tra le versioni
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Nell'ultimo pamphlet ''Les Beaux Draps'', uscito nel 1941 in tiratura limitata e "protetto" dagli ambienti collaborazionisti francesi, l'antisemitismo si fa ancora più violento e la vena artistica diminuisce: {{Citazione|Trovo [[Leggi razziali fasciste|l'antisemitismo italiano]] tiepido, per i miei gusti, pallido, insufficiente. Lo trovo pericoloso. Distinzione fra buoni Ebrei e cattivi Ebrei? Significa niente. Gli Ebrei possibili, patrioti, e gli Ebrei impossibili, non patrioti? Sciocchezza! Separare il loglio dal buon grano! Subito ricadiamo nelle discriminazioni fini, scrupoli liberali, sfumature, misure ''equanimi'', coglionerie, cavilli da leguleio, retoriche, cazzi di mosca, in pieno ''latinismo''|da ''Les Beaux Draps''}}
Durante il suo soggiorno a Parigi, lo scrittore tedesco [[Ernst Jünger]], ufficiale di occupazione della [[Wehrmacht]] a Parigi e aderente al [[nazionalsocialismo]], in maniera critica, e che pochi anni dopo avrebbe simpatizzato per il fallito [[attentato a Hitler del 20 luglio 1944]], aveva incontrato diversi scrittori francesi come [[Jean Cocteau]], [[Henry de Montherlant]], [[Jean Paulhan]] e Céline stesso, che lo incuriosivano. Il pomeriggio del 7 dicembre 1941, presso l'Istituto tedesco di cultura, incontrò personalmente Céline, che lo stupì con discorsi selvaggiamente [[Antisemitismo|antisemiti]] e lo rivide poi nel 1943. Jünger espresse il suo disgusto per "gente del genere" nel suo diario, facendo riferimento all'antisemitismo e al nichilismo dello scrittore francese.
{{quote|Fra gli altri c’era Merline, grande, ossuto, forte, un po’ goffo, vivace nella discussione, anzi nel monologo. È caratteristico quel suo sguardo da maniaco introvertito, che riluce come dal fondo di una caverna. Non guarda né più a sinistra né a destra: si ha l’impressione che cammini incontro a una meta sconosciuta. "Io ho la morte sempre al mio fianco", e indica una sedia come se ci fosse seduto sopra un cagnolino. È sorpreso, urtato di sentire che noi soldati non fuciliamo, non impicchiamo e non sterminiamo gli ebrei; sorpreso che qualcuno, avendo una baionetta a disposizione, non ne faccia un uso illimitato. "Se i bolscevichi fossero a Parigi vi darebbero un esempio, vi mostrerebbero come si pettina la popolazione, quartiere per quartiere, casa per casa. E avessi io la baionetta, saprei cosa farne". [...] Di sera, da Armance, che è inferma: si è ferita a un piede a casa di Céline. Mi ha raccontato che questo autore, nonostante le sue grandi rendite, è sempre a corto di denaro, poiché lo distribuisce completamente alle [[prostitute]], che, con tutte le loro malattie, ricorrono alle sue cure [...] Vi era lo scultore Breker con sua moglie, che è greca; inoltre la signora Abetz e le simpatiche figure di [[Abel Bonnard]] e Drieu La Rochelle, contro il quale nel 1915 ho scambiato colpi di fucile. [...] Céline, con le unghie sporche: entro ora in una fase nella quale la vista dei nichilisti mi diviene fisicamente insopportabile.|E. Jünger, ''Irradiazioni. Diario 1941-1945''}}▼
▲{{quote|Fra gli altri c’era Merline, grande, ossuto, forte, un po’ goffo, vivace nella discussione, anzi nel monologo. È caratteristico quel suo sguardo da maniaco introvertito, che riluce come dal fondo di una caverna. Non guarda né più a sinistra né a destra: si ha l’impressione che cammini incontro a una meta sconosciuta. "Io ho la morte sempre al mio fianco", e indica una sedia come se ci fosse seduto sopra un cagnolino. È sorpreso, urtato di sentire che noi soldati non fuciliamo, non impicchiamo e non sterminiamo gli ebrei; sorpreso che qualcuno, avendo una baionetta a disposizione, non ne faccia un uso illimitato. "Se i bolscevichi fossero a Parigi vi darebbero un esempio, vi mostrerebbero come si pettina la popolazione, quartiere per quartiere, casa per casa. E avessi io la baionetta, saprei cosa farne". [...] Di sera, da Armance, che è inferma: si è ferita a un piede a casa di Céline. Mi ha raccontato che questo autore, nonostante le sue grandi rendite, è sempre a corto di denaro, poiché lo distribuisce completamente alle [[prostitute]], che, con tutte le loro malattie, ricorrono alle sue cure [...] Vi era lo scultore Breker con sua moglie, che è greca; inoltre la signora Abetz e le simpatiche figure di [[Abel Bonnard]] e Drieu La Rochelle, contro il quale nel 1915 ho scambiato colpi di fucile. [...] Céline, con le unghie sporche: entro ora in una fase nella quale la vista dei nichilisti mi diviene fisicamente insopportabile.<ref>{{Cita libro|
Jünger confermò in un'intervista del [[1994]]<ref>{{Cita web|titolo=Ein lumpiges Leben|titolotradotto=Una vita meschina|url=https://www.spiegel.de/kultur/ein-lumpiges-leben-a-e826b90e-0002-0001-0000-000009283237|sito=[[Der Spiegel]]|data=5 giugno 1994|p=178|lingua=tedesco}}</ref> che il personaggio del convinto collaborazionista "Merline" sopracitato nel brano, era ricalcato su Céline, ma cambiò il nome per non offenderlo. Inoltre, rivela che nella traduzione in francese, la redattrice [[Banine]], che detestava Céline, volle utilizzare il nome vero al posto dello pseudonimo, con la conseguenza di una causa di diffamazione contro Jünger. Per trarre d'impaccio Banine, che era anche una sua amica, Jünger disse, quando fu interrogato a [[Ravensburg]], che si era trattato di un semplice refuso.<ref>{{Cita libro|titolo=I prossimi titani. Conversazioni con Ernst Jünger|autore=[[Antonio Gnoli]], [[Franco Volpi (filosofo)|Franco Volpi]]|editore=Adelphi|città=Milano|anno=1997|pp=93-94|isbn=88-459-1325-2}}</ref>
Nonostante ciò, durante la sua vita Céline tentò sempre di definirsi come ideologicamente diverso dai fascisti e non amato dai nazisti, sostenendo di essere frainteso nelle sue [[Iperbole (figura retorica)|iperboli]] nichiliste. Come i citati Montherlant e Jünger (creatore del tipo politico dell'«[[anarca]]»), Céline è stato anche definito un "anarchico di destra".<ref>Jean Préposiet, ''Storia dell'anarchismo'', 2006, p. 375, capitolo XV, ''Libertari di destra'' - "Il caso Céline"</ref>
{{quote|Sono [[anarchico]] da sempre, non ho mai votato, non voterò mai per niente né per nessuno. Non credo negli uomini. [...] I nazisti mi detestano al pari dei socialisti, e i comunisti anche, senza contare [[Henri de Régnier]] o [[Comœdia]]. Si intendono tutti quando si tratta di sputarmi addosso. Tutto è permesso tranne che dubitare dell'Uomo. Allora non c'è più niente da ridere.
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