Unni: differenze tra le versioni

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Indumenti: aggiunta della versione in lingua inglese sull'argomento, con l'aggiunta del testo dalle epistalae di San Girolamo riguardo al cappello degli Unni
Equipaggiamento militare: aggiunte informazione sulla versione inglese sugli archi unni in quanto più approfondita
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Un elmo tardo romano del tipo "Ridge Berkasovo" è stato trovato con una sepoltura unna a [[Concești]].<ref name="Glad, Damien 2010">{{cita libro |lingua=en |autore=Damien Glad |anno=2010 |titolo=The Empire's Influence on Barbarian Elites from the Pontus to the Rhine (5th–7th Centuries): A Case Study of Lamellar Weapons and Segmental Helmets |capitolo=The Pontic-Danubian Realm in the Period of the Great Migration |pp=349–362}}</ref> Un elmo unno del tipo ''Segmentehelm'' è stato trovato a Chudjasky, uno [[Spangenhelm]] unno nella tomba di Tarasovsky nel 1784 e un altro del tipo ''Bandhelm'' a Turaevo.<ref>{{cita libro |lingua=de |autore=Christian Miks |anno=2009 |titolo=RELIKTE EINES FRÜHMITTELALTERLICHEN OBERSCHICHTGRABES? Überlegungen zu einem Konvolut bemerkenswerter Objekte aus dem Kunsthandel; Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseums Mainz |capitolo=56 |pp=395–538, 500}}</ref> Frammenti di elmi lamellari risalenti al periodo unno e all'interno della sfera unna sono stati trovati a Iatrus, Illichevka e Kalkhni.<ref name="Glad, Damien 2010"/> L'[[armatura lamellare]] degli unni non è stata trovata in Europa, sebbene due frammenti di probabile origine unna siano stati trovati nell'Ob superiore e nel Kazakistan occidentale risalenti al III-IV secolo<ref>{{cita libro |lingua=ru |autore=A.F. Medvedev |anno=1959 |titolo=K istorii plastinchatogo dospeha na Rusi |titolotradotto=On the History of Plate Armor in Medieval Russia |editore=Soviet Archaeology |capitolo= 2 |p=119}}</ref>. Un ritrovamento di lamelle datato intorno al 520 dal magazzino di Toprachioi nella fortezza di Halmyris vicino a Badabag, in Romania, suggerisce un'introduzione della fine del V o dell'inizio del VI secolo. È noto che gli Avari eurasiatici introdussero armature lamellari nell'esercito romano e nel popolo germanico dell'era della migrazione a metà del VI secolo, ma questo tipo successivo non appare prima di allora.
 
==== Archi e Frecce ====
È anche ampiamente accettato che gli Unni introdussero in Europa il [[Scramasax|langseax]], una lama da taglio di 60 cm (24 pollici) che divenne popolare tra i germanici dell'era delle migrazioni e nell'esercito tardo romano.<ref>{{cita libro |lingua=en |autore=Attila P. Kiss |anno=2014 |titolo=Huns, Germans, Byzantines? The Origins of the Narrow Bladed Long Seaxes |editore=Acta Archaeologica Carpathica |capitolo=49 |p=131–164}}</ref> Si ritiene che queste lame abbiano avuto origine in Cina e che i Sarmati e gli Unni servissero come vettore di trasmissione, utilizzando mari più corti in Asia centrale che si svilupparono nello stretto langseax nell'Europa orientale durante la fine del IV e la prima metà del V secolo. Queste lame precedenti risalgono al I secolo d.C., con il primo del tipo più recente apparso nell'Europa orientale, l'esempio Wien-Simmerming, datato alla fine del IV secolo d.C.
[[File:02019 0565 Reflexbogen, Fürsten-Grab von Jakuszowice.jpg|sinistra|miniatura|Un "arco unno" riflesso cerimoniale ricostruito da una lamina d'oro trovata in una sepoltura nomade a Jakuszowice, nella moderna Polonia.<ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=2024-04-05|data=2020-03-17|editore=BRILL|p=379|pp=383-384|ISBN=978-90-04-42242-1|DOI=10.1163/9789004422421_011. isbn 9789004422421. s2cid 216441859.}}</ref>]]
Le antiche fonti romane sottolineano l'importanza dell'arco per gli Unni,<ref>{{Cita libro|nome=Otto J.|cognome=Maenchen-Helfen|titolo=The World of the Huns|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1525/9780520310773/html|accesso=2024-04-05|data=1973-12-31|editore=University of California Press|p=221|ISBN=978-0-520-31077-3|DOI=10.1525/9780520310773. isbn 978-0-520-01596-8.}}</ref> ed era l'arma principale degli Unni.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=M. H.|cognome=OFFORD|data=1991-10-01|titolo=Review. Variation and Change in French: Essays Presented to Rebecca Posner on the Occasion of her Sixtieth Birthday. Green, John N. and Wendy Ayres-Bennett (eds)|rivista=French Studies|volume=45|numero=4|pp=498–498|accesso=2024-04-05|doi=10.1093/fs/45.4.498|url=http://dx.doi.org/10.1093/fs/45.4.498}}</ref> Gli Unni usavano un arco composito o riflesso di quello che viene spesso chiamato di "tipo Unno", uno stile che si era diffuso a tutti i nomadi della steppa eurasiatica all'inizio del periodo degli Unni. Misuravano tra 120 e 150 centimetri. Gli esemplari sono molto rari nella documentazione archeologica, con reperti in Europa raggruppati nella steppa del Ponto e nella regione del Medio Danubio.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=M. H.|cognome=OFFORD|data=1991-10-01|titolo=Review. Variation and Change in French: Essays Presented to Rebecca Posner on the Occasion of her Sixtieth Birthday. Green, John N. and Wendy Ayres-Bennett (eds)|rivista=French Studies|volume=45|numero=4|pp=498–498|accesso=2024-04-05|doi=10.1093/fs/45.4.498|url=http://dx.doi.org/10.1093/fs/45.4.498}}</ref> La rarità degli esemplari sopravvissuti rende difficile fare affermazioni precise sui vantaggi di quest'arma.<ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=2024-04-05|data=2020-03-17|editore=BRILL|p=383|ISBN=978-90-04-42242-1|DOI=10.1163/9789004422421_011. isbn 9789004422421. s2cid 216441859.}}</ref> Gli archi erano difficili da costruire e probabilmente erano oggetti di grande valore: erano fatti di legno flessibile, strisce di corno o osso e tendini di animali.<ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=2024-04-05|data=2020-03-17|editore=BRILL|pp=383-384|ISBN=978-90-04-42242-1|DOI=10.1163/9789004422421_011. isbn 9789004422421. s2cid 216441859.}}</ref> L'osso utilizzato per rinforzare l'arco lo rendeva più resistente ma probabilmente meno potente.<ref>{{Cita libro|nome=Ta Sen|cognome=TAN|titolo=Introduction of the Overland Silk Road and Maritime Silk Road|url=http://dx.doi.org/10.1142/9781783269303_0002|accesso=2024-04-05|data=2016-08-04|editore=IMPERIAL COLLEGE PRESS|p=83|pp=}}</ref> Le tombe di figure identificate come "principi" tra gli Unni sono state trovate sepolte con archi cerimoniali dorati in un'ampia area dal Reno al Dnepr.<ref>{{Cita libro|nome=Hyun Jin|cognome=Kim|titolo=The Huns, Rome and the Birth of Europe|url=https://www.cambridge.org/core/product/identifier/9780511920493/type/book|accesso=2024-04-05|edizione=1|data=2013-04-18|editore=Cambridge University Press|p=203|ISBN=978-0-511-92049-3|DOI=10.1017/cbo9780511920493. isbn 9781107009066.}}</ref> Gli archi venivano sepolti con l'oggetto posto sul petto del defunto.<ref>{{Cita libro|nome=Ta Sen|cognome=TAN|titolo=Introduction of the Overland Silk Road and Maritime Silk Road|url=http://dx.doi.org/10.1142/9781783269303_0002|accesso=2024-04-05|data=2016-08-04|editore=IMPERIAL COLLEGE PRESS|p=82 - 83}}</ref>
 
Gli archi scagliavano frecce più grandi dei precedenti archi di "tipo scita", e nella documentazione archeologica la comparsa di punte di freccia trilobate in ferro è considerata un segno della loro diffusione.<ref>{{Cita libro|nome=Oleksandr|cognome=Symonenko|titolo=Warfare and Arms of the Early Iron Age Steppe Nomads|url=http://asianhistory.oxfordre.com/view/10.1093/acrefore/9780190277727.001.0001/acrefore-9780190277727-e-237|accesso=2024-04-05|data=2017-06-28|editore=Oxford University Press|lingua=en|ISBN=978-0-19-027772-7|DOI=10.1093/acrefore/9780190277727.013.237. isbn 978-0-19-027772-7.}}</ref> Ammiano, pur riconoscendo l'importanza degli archi unni, non appare ben informato al riguardo e sostiene, tra l'altro, che gli Unni usassero solo frecce con punta in osso.<ref>{{Cita libro|nome=Otto J.|cognome=Maenchen-Helfen|titolo=The World of the Huns|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1525/9780520310773/html|accesso=2024-04-05|data=1973-12-31|editore=University of California Press|pp=221-222|ISBN=978-0-520-31077-3|DOI=10.1525/9780520310773. isbn 978-0-520-01596-8.}}</ref>
Gli Unni usavano un tipo di [[spatha]] in stile [[Ironia|iranico]] o [[Impero sasanide|sasanide]], con una lama lunga e dritta di circa 83 cm (33 pollici), solitamente con una piastra di protezione in ferro a forma di diamante. Spade di questo stile sono state trovate in siti come Altlussheim, Szirmabesenyo, Volnikovka, Novo-Ivanovka e Tsibilium 61. In genere avevano le impugnature in lamina d'oro, foderi in lamina d'oro e accessori del fodero decorati in stile policromo. La spada veniva portata nello "stile iraniano" attaccata a un cinturone, piuttosto che su un [[balteo]]<ref>Michel Kazanski (2013). "Barbarian Military Equipment and its Evolution in the Late Roman and Great Migration Periods (3rd–5th C. A.D.)". ''War and Warfare in Late Antiquity''. '''8''' (1): 493–522. doi:10.1163/9789004252585_016. ISBN <bdi>9789004252585</bdi>.</ref>.
 
==== Spade e altre armi ====
L'arma più famosa degli Unni è l'arco ricurvo composito di tipo Qum Darya, spesso chiamato "arco unno". Questo arco fu inventato nel terzo o secondo secolo a.C. con i primi ritrovamenti vicino al lago [[Lago Bajkal|Baikal]], ma si diffuse in tutta l'Eurasia molto prima della migrazione unna. Questi archi erano caratterizzati dall'essere asimmetrici nella sezione trasversale tra 145 e 155 cm (57 e 61 pollici) di lunghezza, con 4-9 torni sull'impugnatura e nelle siyah.<ref name="Reisinger, Michaela R. 2010">Reisinger, Michaela R. (2010). "New Evidence About Composite Bows and Their Arrows in Inner Asia". ''The Silk Road''. '''8''': 42–62.</ref> Sebbene gli archi interi sopravvivano raramente nelle condizioni climatiche europee, i reperti di osso Siyah sono abbastanza comuni e caratteristici delle sepolture della steppa. Esemplari completi sono stati trovati in siti nel bacino del Tarim e nel deserto del Gobi come Niya, Qum Darya e Shombuuziin-Belchir. I nomadi eurasiatici come gli Unni usavano tipicamente punte di freccia di ferro trilobate a forma di diamante, attaccate usando catrame di betulla e un codolo, con aste tipicamente di 75 cm (30 pollici) e impennate attaccate con catrame e tendini. Si ritiene che tali punte di freccia trilobate siano più precise e abbiano un potere di penetrazione o una capacità di ferire migliori rispetto alle punte di freccia piatte.<ref name="Reisinger, Michaela R. 2010"/> I ritrovamenti di archi e frecce in questo stile in Europa sono limitati ma archeologicamente evidenziati. Gli esempi più famosi provengono da Wien-Simmerming, anche se più frammenti sono stati trovati nei Balcani settentrionali e nelle regioni dei Carpazi.<ref>Kazanski, Michel (2018). "Bowmen's Graves from the Hunnic Period in Northern Illyricum". In Nagy; et al. (eds.). ''To Make a Fairy's Whistle from a Briar Rose:" Studies Presented to Eszter Istvánovits on her Sixtieth Birthday''. Nyíregyháza: Jósa András Museum. pp. 207–217.</ref>
[[File:02019 0566 (2) Spatha of Jakuszowice.jpg|sinistra|miniatura|Una spatha sepolta in una tomba del periodo degli Unni con origini nomadi proveniente da Jakuszowice nella moderna Polonia. <ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=2024-04-05|data=2020-03-17|editore=BRILL|p=379|ISBN=978-90-04-42242-1|DOI=10.1163/9789004422421_011. isbn 9789004422421. s2cid 216441859.}}</ref>]]
Ammiano riferisce che gli Unni usavano spade di ferro,<ref>{{Cita libro|nome=E. A.|cognome=Thompson|nome2=Peter J.|cognome2=Heather|titolo=The Huns|accesso=2024-04-05|collana=The peoples of Europe|data=1996|editore=Blackwell|p=59|ISBN=978-0-631-15899-8}}</ref> e spade cerimoniali, pugnali e foderi decorati sono reperti frequenti nelle sepolture del periodo degli Unni.<ref>{{Cita libro|nome=Alexander|cognome=Sarantis|nome2=Neil|cognome2=Christie|titolo=War and Warfare in Late Antiquity (2 vols.): Current Perspectives|url=https://brill.com/view/title/24219|accesso=2024-04-05|data=2013-08-19|editore=BRILL|p=513|ISBN=978-90-04-25258-5|DOI=10.1163/9789004252585_016. isbn 9789004252585.}}</ref> Inoltre, molte spade sono adornate con delle perle; questi elementi decorativi potrebbero aver avuto un significato religioso.<ref>{{Cita libro|nome=Alexander|cognome=Sarantis|nome2=Neil|cognome2=Christie|titolo=War and Warfare in Late Antiquity (2 vols.): Current Perspectives|url=https://brill.com/view/title/24219|accesso=2024-04-05|data=2013-08-19|editore=BRILL|pp=518-519|ISBN=978-90-04-25258-5|DOI=10.1163/9789004252585_016. isbn 9789004252585.}}</ref> A partire da Joachim Werner, gli archeologi hanno sostenuto che gli Unni potrebbero aver originato la moda di decorare le spade con [[cloisonné]];<ref>{{Cita libro|nome=Hyun Jin|cognome=Kim|titolo=The Huns|accesso=2024-04-05|collana=Peoples of the ancient world|data=2016|editore=Routledge|p=170|ISBN=978-1-138-84171-0}}</ref> tuttavia, Philip von Rummel sostiene che queste spade mostrano una forte influenza mediterranea, sono rare nel bacino dei Carpazi dal periodo degli Unni, e potrebbero essere state prodotte da officine bizantine.<ref>{{Cita libro|nome=Philipp|cognome=Rummel|titolo=Habitus barbarus: Kleidung und Repräsentation spätantiker Eliten im 4. und 5. Jahrhundert|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/9783110918205/html|accesso=2024-04-05|data=2007-12-31|editore=DE GRUYTER|pp=346–348|ISBN=978-3-11-019150-9|DOI=10.1515/9783110918205. isbn 978-3-11-019150-9.}}</ref>
 
Thompson è scettico sul fatto che gli Unni potessero fondere la ghisa da soli,<ref>{{Cita libro|nome=E. A.|cognome=Thompson|nome2=P. J.|cognome2=Heather|nome3=E. A.|cognome3=Thompson|titolo=The Huns|accesso=2024-04-05|collana=The peoples of Europe|data=1996|editore=Blackwell|pp=59|ISBN=978-0-631-15899-8}}</ref> ma Maenchen-Helfen sostiene che "[l]'idea che i cavalieri unni si facessero strada fino alle mura di Costantinopoli e alla Marna con spade barattate e catturate è assurda."<ref>{{Cita libro|nome=Otto J.|cognome=Maenchen-Helfen|titolo=The World of the Huns|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1525/9780520310773/html|accesso=2024-04-05|data=1973-12-31|editore=University of California Press|p=12|ISBN=978-0-520-31077-3|DOI=10.1525/9780520310773. isbn 978-0-520-01596-8.}}</ref> Una spada caratteristica usata dagli Unni e dai loro popoli sudditi era la lunga ''[[seax]]'' a lama stretta.<ref>{{Cita libro|nome=Aleksander|cognome=Bursche|nome2=John|cognome2=Hines|nome3=Anna|cognome3=Zapolska|titolo=The Migration Period between the Oder and the Vistula (2 vols)|url=https://brill.com/view/title/56858|accesso=2024-04-05|data=2020-03-17|editore=BRILL|p=396|ISBN=978-90-04-42242-1|DOI=10.1163/9789004422421_011. isbn 9789004422421. s2cid 216441859.}}</ref> A partire dal lavoro di J. Werner negli anni '50, molti studiosi hanno creduto che gli Unni abbiano introdotto questo tipo di spada in Europa.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Paweł|cognome=Valde-Nowak|data=2021-12|titolo=Editorial: Professor Zenon Woźniak. Editor of twenty-five volumes of Acta Archaeologica Carpathica|rivista=Acta Archaeologica Carpathica|volume=56|pp=9–12|accesso=2024-04-05|doi=10.4467/00015229aac.21.001.15342|url=http://dx.doi.org/10.4467/00015229aac.21.001.15342}}</ref> Nelle versioni più antiche, queste spade sembrano essere armi più corte e da taglio. Gli Unni, insieme agli Alani e ai popoli germanici orientali, usavano anche un tipo di spada conosciuta come ''spatha'' germanica orientale o asiatica, una lunga spada di ferro a doppio taglio con una guardia incrociata di ferro. Queste spade sarebbero state usate per abbattere i nemici che erano già stati messi in fuga dalle raffiche di frecce degli Unni.<ref>{{Cita libro|nome=Alexander|cognome=Sarantis|nome2=Neil|cognome2=Christie|titolo=War and Warfare in Late Antiquity (2 vols.): Current Perspectives|url=https://brill.com/view/title/24219|accesso=2024-04-05|data=2013-08-19|editore=BRILL|p=513|ISBN=978-90-04-25258-5|DOI=10.1163/9789004252585_016. isbn 9789004252585.}}</ref> Fonti romane menzionano anche i lacci di corda come armi usate a distanza ravvicinata per immobilizzare gli avversari.<ref>{{Cita libro|nome=P. J.|cognome=Heather|titolo=The fall of the Roman Empire: a new history of Rome and the Barbarians|url=https://www.worldcat.org/title/ocm58595067|accesso=2024-04-05|data=2006|editore=Oxford University Press|p=157|OCLC=ocm58595067|ISBN=978-0-19-515954-7}}</ref>
 
Alcuni Unni o le popolazioni a loro sottomesse potrebbero anche aver portato lance pesanti, come attestato per alcuni mercenari unni nelle fonti romane.<ref>{{Cita libro|nome=Otto J.|cognome=Maenchen-Helfen|titolo=The World of the Huns|url=https://www.degruyter.com/document/doi/10.1525/9780520310773/html|accesso=2024-04-05|data=1973-12-31|editore=University of California Press|p=239|ISBN=978-0-520-31077-3|DOI=10.1525/9780520310773. isbn 978-0-520-01596-8.}}</ref>
 
== Storia ==