|2020 || [[Joe Biden]] || 76 || {{won}}
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A [[New York]], dove la comunità ebraica di origini tedesche era oramai ben consolidata, «gli ebrei che migrarono in gran numero dall'[[Europa orientale]] si trovarono improvvisamente al centro delle tensioni interrazziali» con i nuovi vicini [[cattolici]] [[irlandesi americani]] e [[tedeschi americani]], in particolare con i primi i quali controllavano la politica del [[partitoPartito Democratico (Stati Uniti d'America)|partitoPartito Democratico]] cittadino al tempo della [[Tammany Hall]]<ref>Ronald H. Bayor, ''Neighbors in Conflict: The Irish, Germans, Jews and Italians of New York City, 1929–1941'' (1978)</ref>.
Gli ebrei realizzarono il proprio successo commerciale inizialmente nel campo dell'abbigliamento, mentre quello sociale si stabilì all'interno del [[sindacato]]. Nel corso degli anni trenta divennero un importante fattore politico a New York, con un sostegno molto forte dato ai programmi più liberali del [[New Deal]]. Continuarono ad essere un elemento decisivo della coalizione di neoliberale, offrendo un appoggio speciale al [[movimento per i diritti civili degli afroamericani (1896-1954)|movimento per i diritti civili degli afroamericani]]. Tuttavia, verso la metà degli [[anni sessanta]], il movimento "[[Potere nero]]" causò una crescente separazione tra gli [[Afroamericano|afroamericani]] e gli ebrei, sebbene entrambi i gruppi rimanessero solidamente schierati nel campo democratico<ref>See Murray Friedman, ''What Went Wrong? The Creation and Collapse of the Black-Jewish Alliance''. (1995)</ref>.
Mentre i primi immigrati ebrei provenienti dall'[[imperoImpero tedesco]] tendessero ad essere politicamente conservatori, l'ondata degli [[Aschenazitiaschenaziti]] a partire dagli inizi del 1880 si rivelò generalmente più liberale o vicina alla [[Sinistra (politica)|sinistra politica]], fino a che non venne a costituire la maggioranza politica<ref name="Hasia Diner 2004">[[Hasia Diner]], ''The Jews of the United States. 1654 to 2000'' (2004), ch 5</ref>.
Molti di loro giunsero in America con un'esperienza all'interno dei movimenti del [[socialismo]], dell'[[anarchismo]] e del [[comunismo]], nonché dall'[[Unione Generale dei Lavoratori Ebrei]]. Un buon numero crebbe fino a raggiungere posizioni di leadership nell'"American labor movement" del XX secolo e contribuirono a fondare sindacati che hanno svolto un ruolo importante nella politica di sinistra e, dopo il 1936, nell'intera politica del partito democratico<ref name="Hasia Diner 2004"/>.
Sebbene gli ebrei statunitensi abbiano generalmente appoggiato il [[partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|partitoPartito Repubblicano]] nella seconda metà del XIX secolo, la maggioranza votò democratico almeno a partire dal 1916, quando diedero il 55% delle preferenze a [[Thomas Woodrow Wilson|Woodrow Wilson]]<ref name=JVLvote>{{Cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/US-Israel/jewvote.html|titolo=Jewish Vote In Presidential Elections|accesso=28 ottobre 2008|editore=American-Israeli Cooperative Enterprise}}</ref>.
Con l'elezione di [[Franklin Delano Roosevelt]] gli ebrei statunitensi votarono sempre più compattamente Democraticodemocratico; gli concessero ben il 90% delle preferenze alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1940]] e alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1944]], il che rappresenta la più alta percentuale di sostegno, uguagliato solo un'altra volta. Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1948]] il supporto ebraico nei confronti di [[Harry S. Truman|Harry Truman]] scese al 75%, con un 15% a favore del progressista [[Henry A. Wallace]]<ref name=JVLvote/>.
A seguito di operazioni di [[gruppo di pressione]] e sperando di competere meglio per il voto ebraico entrambe le piattaforme partitiche principali inclusero un programma favorevole al [[sionismo]] almeno fin dal 1944<ref>{{Cita web|url=http://www.presidency.ucsb.edu/ws/?pid=29598|titolo=Democratic Party Platform of 1944|editore=American Presidency Project|accesso=24 maggio 2016|dataarchivio=25 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160625020558/http://www.presidency.ucsb.edu/ws/?pid=29598|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.presidency.ucsb.edu/ws/?pid=25835|titolo=Republican Party Platform of 1944|editore=American Presidency Project|accesso=24 maggio 2016|dataarchivio=24 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160624233257/http://www.presidency.ucsb.edu/ws/?pid=25835|urlmorto=sì}}</ref> e rilanciarono la proposta di creazione di uno stato ebraico; ciò ebbe tuttavia un ben minimo effetto, con il 90% che continuò a scegliere i Democratici. In tutte le competizioni, a parte le [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1980]], nessun candidato presidenziale democratico ottenne mai meno del 67% del voto ebraico. Nel 1980 [[Jimmy Carter]] ne raccolse solo il 45%.
Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1952]] e alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1956]] votarono più del 60% per il democratico [[Adlai Stevenson II]], mentre [[Dwight D. Eisenhower|Dwight Eisenhower]] non ne catturò più del 40%; il miglior risultato ottenuto dai Repubblicanirepubblicani dal 1920, quando [[Warren G. Harding|Warren Gamaliel Harding]] raggiunse il 43%<ref name=JVLvote/>.
Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1960]] l'83% votò per [[John Fitzgerald Kennedy]], mentre alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1964]] il 90% scelse per [[Lyndon B. Johnson]]. [[Hubert Humphrey]] raccolse l'81% del voto ebraico alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1968]], il quale però perse il duello contro [[Richard Nixon]]<ref name=JVLvote/>.
Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1972]] gli elettori ebraici scelsero [[George McGovern]] al 65%, mentre Nixon vide più che raddoppiato il sostegno ebraico repubblicano al 35%. Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1976]] gli elettori ebrei appoggiarono [[Jimmy Carter]] con il 71%, rispetto al 27% dei voti dati a [[Gerald Ford]]; ma alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1980]] gli elettori ebrei abbandonarono i democratici, con solo il 45% di sostegno, quando invece [[Ronald Reagan]] ne ottenne il 39% e il 14% andò all'indipendente (ex repubblicano) [[John B. Anderson]]<ref name=JVLvote/><ref name=voting>{{Cita web|url=http://www.jcpa.org/jl/vp446.htm|titolo=The Israel swing factor: how the American Jewish vote influences U.S. elections |autore=Jeffrey S. Helmreich|accesso=2 ottobre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080920070714/http://www.jcpa.org/jl/vp446.htm|dataarchivio=20 settembre 2008 <!--DASHBot-->|urlmorto=no}}</ref>. Molti ebrei statunitensi non furono d'accordo con le politiche relative al [[Medio Oriente]] dell'amministrazione Carter.
Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1984]] i Repubblicanirepubblicani mantennero il 31% del voto ebraico, mentre il 67% andò a favore di [[Walter Mondale]]. Le [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1988]] videro il 64% del voto ebraico andare a [[Michael Dukakis]], mentre [[George H. W. Bush]] ebbe un rispettabile 35%; ma alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1992]] il sostegno ebraico per i Repubblicanirepubblicani scese all'11%, con l'80% di preferenze per [[Bill Clinton]] e il 9% per l'indipendente [[Ross Perot]]. Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1996]] Clinton mantenne un alto 78%, con il 16% che invece sostenne [[Bob Dole]] e il 3% Perot<ref name=JVLvote/><ref name=voting/>.
Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2000]] [[Joe Lieberman]] è stato il primo ebreo statunitense a concorrere per una carica nazionale quando è stato scelto come candidato vicepresidente democratico a fianco di [[Al Gore]]. Sia alle elezioni del 2000 che alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2004]] è proseguito il sostegno ebraico per i democratici, prima per Gore e poi per [[John Kerry]], un cattolico di origini ebraiche, che rimangono nella fascia alta con una media del 70%; però il 2004 ha registrato un aumento del sostegno per [[George W. Bush]] il quale ha realizzato una crescita di voto ebraico passando dal 19% al 24%<ref name=voting/><ref>.[https://www.cnn.com/ELECTION/2004/pages/results/states/US/P/00/epolls.0.html 2004 exit polls at CNN]</ref>.
Alle [[Elezionielezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2008]] il 78% degli ebrei ha votato per [[Barack Obama]], che è diventato il primo [[afroamericano]] ad essere eletto [[presidente degli Stati Uniti d'America]]<ref>[http://www.jta.org/2008/11/05/news-opinion/politics/op-ed-why-jews-voted-for-obama OP-ED: Why Jews voted for Obama] by Marc Stanley, [[Jewish Telegraphic Agency]] (JTA), November 5, 2008 (retrieved on December 6, 2008).</ref>; questo risultato si pone a fronte del 34% dei protestanti bianchi, del 47% dei cattolici bianchi, del 67% di coloro che si identificano con un'altra religione e del 71% che non appartengono ad alcuna religione<ref>{{Cita news|url=https://www.cnn.com/ELECTION/2008/results/polls/#val=USP00p2|titolo=Local Exit Polls – Election Center 2008 – Elections & Politics from CNN.com|accesso=15 febbraio 2015}}</ref>.
Nel febbraio del 2016 il democratico del [[New Hampshire]] [[Bernie Sanders]] è diventato il primo candidato ebreo a vincere le primarie presidenziali di uno degli [[Stati federati degli Stati Uniti d'America]] e quindi a concorrere contro [[Hillary Clinton]] per le [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2016 (Stati Uniti d'America)|Elezionielezioni primarie del Partito Democratico del 2016]]<ref>{{Cita web|url=https://www.nytimes.com/2016/02/11/us/politics/bernie-sanders-jewish.html|titolo=As Bernie Sanders Makes History, Jews Wonder What It Means|nome=Nicholas|cognome=Confessore|data=10 febbraio 2016|via=NYTimes.com}}</ref>.
Dal momento che gli ebrei statunitensi hanno sempre più progredito economicamente nel tempo alcuni commentatori si sono chiesti perché rimangano così fermamente democratici e non abbiano invece spostato le proprie preferenze politiche verso il [[Centrismo|centro]] o la [[destra (politica)|destra]] come invece hanno fatto altri gruppi come gli ispanici e gli stessi [[arabi americani]]<ref>{{Cita web|url=http://www.tomgrossmedia.com/USvotinghabits.html|titolo=Tom Gross on US Jewish voting habits|accesso=15 febbraio 2015}}</ref>.
Per le competizioni congressuali e senatoriali nel 1968 gli ebrei statunitensi hanno votato tra il 70 e l'80% per i Democraticidemocratici<ref>{{Cita web|cognome=F. Weisberg|nome=Herbert|titolo=Reconsidering Jewish Presidential Voting Statistics|url=https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs12397-012-9093-z|sito=(Volume 32, Issue 3, pp. 215–236) [[Springer (azienda)|Springer Science+Business Media]]|accesso=4 gennaio 2014}}</ref>; questo sostegno è aumentato fino all'87% alle elezioni del 2006<ref>{{Cita web|titolo=2006 EXIT POLLS|url=https://edition.cnn.com/ELECTION/2006/pages/results/states/US/H/00/epolls.0.html|editore=CNN|accesso=4 gennaio 2014}}</ref>.
Il primo ebreo statunitense ad essere stato eletto al [[Senato degli Stati Uniti|Senato]] fu [[David Levy Yulee]] della [[Florida]], che servì dal 1845 al 1851 e ancora dal 1855 al 1861.
Nel [[114º Congresso degli Stati Uniti d'America]] ci sono 10 ebrei (con 2 donne) al Senato<ref name=cong>{{Cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/US-Israel/jewcong114.html|titolo=Jewish Members of the 114th Congress}}</ref>, 9 dei quali sono Democratici ([[Michael Bennet]], [[Richard Blumenthal]], [[Barbara Boxer]], [[Ben Cardin]], [[Dianne Feinstein]], [[Al Franken]], [[Carl Levin]], [[Chuck Schumer]], [[Ron Wyden]]) più Bernie Sanders, che è stato democratico durante la campagna presidenziale, ma è tornato come indipendente<ref>{{Cita news|url=https://blogs.wsj.com/washwire/2016/07/26/bernie-sanders-to-return-to-senate-as-an-independent/ |titolo=Bernie Sanders to Return to Senate as an Independent |pubblicazione=[[The Wall Street Journal]] |data=26 luglio 2016 |accesso=19 settembre 2016 |nome=Peter |cognome=Nicholas}}</ref>.
Sempre nel 114º Congresso ci sono 19 membri della [[Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti|Camera dei rappresentanti]] ebrei [44]; erano 27 ebrei all'inizio del [[112º Congresso degli Stati Uniti d'America]]<ref name=autogenerate>{{Cita news|cognome=Kampeas|nome=Ron|titolo=The Chosen: Jewish members in the 112th U.S. Congress|url=http://www.jta.org/2010/11/03/news-opinion/politics/the-chosen-jewish-members-in-the-112th-u-s-congress|accesso=4 gennaio 2014|giornale=[[Jewish Telegraphic Agency]]|data=3 novembre 2010}}</ref>, 26 democratici e uno ([[Eric Cantor]]) repubblicano. Mentre molti di questi rappresentavano le città costiere e le periferie con popolazioni ebraiche significative, altri invece provenivano da zone interne (per esempio [[Gabrielle Giffords]] da [[Tucson]], [[John Yarmuth]] da [[Louisville]], [[Jared Polis]] da [[Boulder (Colorado)|Boulder]] ([[Colorado]]) e [[Steve Cohen]] da [[Memphis]]).
Il numero totale di ebrei che servono nella Camera dei Rappresentantirappresentanti è diminuito a partire dal massimo di 31 al [[111º Congresso degli Stati Uniti d'America]]<ref>{{Cita web|url=http://www.jewishexponent.com/article/17558/Jews_in_the_111th_Congress/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110812053407/http://www.jewishexponent.com/article/17558/Jews_in_the_111th_Congress/|urlmorto=sì|dataarchivio=12 agosto 2011|titolo=Jews in the 111th Congress - The Jewish Exponent|data=12 agosto 2011}}</ref>. [[John Adler]] del [[New Jersey]], [[Steve Kagan]] del [[Wisconsin]], [[Alan Grayson]] e [[Ron Klein]] della [[Florida]] non sono stati rieletti; [[Rahm Emanuel]] si è dimesso per diventare il capo del personale del presidente; [[Paul Hodes]] del [[New Hampshire]] non si è ricandidato. [[David Cicilline]] del [[Rhode Island]] era l'unico nuovo eletto ebreo statunitense eletto al 112º Congresso; era stato il Sindacosindaco di [[Providence]]. Il numero è diminuito quando [[Jane Harman]], [[Anthony Weiner]] e [[Gabrielle Giffords]] si sono ritirati dall'incarico durante il 112º Congresso.
A partire dal gennaio del 2014 vi sono 5 uomini apertamente [[gay]] che servono nel Congresso e 2 di loro sono ebrei: [[Jared Polis]] del [[Colorado]] e David Cicilline. Il primo deputato ebreo statunitense a fare [[coming out]] è stato [[Barney Frank]].
Nel novembre del 2008 Cantor è diventato uno dei 4 vicepresidenti della Camera, il primo repubblicano ebreo ad essere scelto per tale posizione<ref>[http://www.jta.org/2008/11/25/news-opinion/politics/what-is-the-future-for-republican-jews What is the future for Republican Jews?] by Eric Fingerhut, Jewish Telegraphic Agency (JTA), November 25, 2008.</ref>; nel 2011 è diventato il primo leader di maggioranza con un'appartenenza ebraica. Ha mantenuto l'incarico fino al 2014, quando si è dimesso poco dopo la sua sconfitta alle primarie repubblicane per il suo Stato.
=== Partecipazione ai movimenti per i diritti civili ===
I membri della comunità ebraica statunitense hanno incluso anche degli eminenti [[attivismo|attivisti]] dei vari movimenti sorti per favorire i [[diritti civili]]; alla metà del XX secolo erano tra i partecipanti più impegnati nel [[movimento per i diritti civili degli afroamericani]] e nei gruppi riconducibili alla [[storia del femminismo]]. Alcuni di loro sono stati anche figure di spicco nella lotta per i [[diritti LGBT negli Stati Uniti d'America]].
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