Pierre Gaviniès: differenze tra le versioni
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Gaviniès ha composto almeno sette concerti per violino, che sono tra i più significativi dello [[stile galante]] francese. Nel [[1764]] ha pubblicato in proprio una raccolta, costituita da sei concerti scritti probabilmente non prima del [[1759]], ristampata poi da Sieber negli anni settanta del XVIII secolo<ref name="white" />. Ad essi si aggiunge il manoscritto di un concerto in mi maggiore, presumibilmente scritto in un periodo precedente<ref>Si distingue dagli altri per il metro di 2/4 invece di c, per il fraseggio più breve e per i minori contrasti melodici. Inoltre le parti dei fiati (oboi, corni) potrebbero essere un'aggiunta successiva, vista anche l'indicazione di sole cinque parti nel frontespizio.</ref> e conservato presso la biblioteca del [[Conservatoire national supérieur de musique et de danse de Paris|Conservatorio di Parigi]].
Nei suoi concerti si nota l'influenza della [[scuola di Mannheim]] e vengono intravisti come precursori dei concerti mozartiani<ref>[[Teodor de Wyzewa]] e [[Georges de Saint-Foix]], due musicologi autori di una importante biografia di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], individuano l'influenza dei concerti di Gaviniés nel concerto per violino [[K211]], cfr. {{cita|Cooper, Ginter||grove}}</ref> e romantici. Presentano caratteristiche analoghe alle sonate dello stesso compositore, ma con un maggiore virtuosismo<ref name="roeder" />, concretizzato in ampi salti melodici, salti di corda, staccato e ritmi puntati, ricche fioriture e passaggi particolarmente acuti. Il virtuosismo non è però esagerato (in confronto, i concerti di Gaviniès presentano meno difficoltà tecniche rispetto a quelli di Locatelli o di Leclair) ed è bilanciato da eleganza e chiarezza melodica<ref>{{cita|White|p. 223|white}}.</ref>.
In accordo con lo stile dell'epoca, i primi movimenti dei concerti di Gaviniès si articolano in quattro [[tutti]] e tre soli, con il primo tutti in tonalità d'impianto, senza modulazioni, il secondo alla dominante, il terzo alla relativa minore che torna alla tonica (ad eccezione del concerto n. 3, nel quale la modulazione si compie nel solo immediatamente successivo) e il quarto ancora in tonalità d'impianto. Vi è grande varietà nel materiale musicale, in parte condiviso da soli e tutti. Il primo solo è generalmente molto variegato e il materiale iniziale è talvolta riutilizzato nelle successive ripetizioni, anche se generalmente l'epilogo si basa su materiale del secondo motivo. È presente un contrasto tra motivi (sinfonici nel tutti di apertura, cantabili in ciò che segue) e talvolta si osserva un vero e proprio tema melodico dopo la modulazione, anche se non si riscontra propriamente il contrasto tematico caratteristico della [[forma-sonata]]. È presente anche una ripresa, non un semplice ritornello finale, con la modulazione che riporta alla tonalità d'impianto nel terzo tutti. Il materiale ripreso non è sempre quello iniziale, anche se in genere c'è un riferimento chiaro al primo solo. L'ultimo solo del violino utilizza materiale precedentemente esposto alla dominante e ora trasportato alla tonica, mentre l'ultimo tutti funge da chiusura dopo la cadenza solistica.
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*''Chaconne'', composta come interludio per una esecuzione della [[Hippolyte et Aricie (Rameau)|Hippolyte et Aricie]] di [[Jean-Philippe Rameau|Rameau]] ([[1767]], perduta)
[[Musica da camera]]:
*sei sonate per violino e basso continuo, op. 1 ([[1760]])
*''Recueil d'airs à 3 parties'', per due violini e viola o violoncello ([[1763]] circa)
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