Gaio Svetonio Tranquillo: differenze tra le versioni

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Il ''[[De viris illustribus (Svetonio)|De viris illustribus]]'' ("I personaggi famosi"),<ref>Svetonio, [[Wikisource:la:De viris illustribus (Suetonius)|''De viris illustribus'' (testo latino)]].</ref> che trova un suo chiaro precedente in [[Cornelio Nepote]], analizza le figure di personalità illustri nel campo culturale, suddividendole in cinque categorie: poeti (''De poetis''), grammatici e retori (''De grammaticis et rhetoribus''), oratori (''De oratoribus''), storici (''De historicis'') e filosofi (''De philosophis'')<ref name="Perelli324"/>.
 
Dell'opera si conserva pressoché intatta soltanto la sezione riservata ai grammatici e ai retori (21 grammatici e 5 retori), anche se mancante della parte finale:<ref name="Perelli324"/>: dopo una diffusa introduzione sull'arrivo della scienza grammaticale a Roma, Svetonio offre dei brevi ritratti (alcuni brevissimi) di coloro che hanno contribuito allo sviluppo dello studio della grammatica a Roma, ponendo l'attenzione, oltre che sulle novità che ciascun grammatico ha apportato, spesso anche su particolari aneddotici.
 
Delle altre sezioni del ''De viris illustribus'', rimangono soltanto alcune vite, sulla cui reale attribuzione a Svetonio, peraltro, non c'è accordo fra gli studiosi. Si ricordano la ''[[Vita Terentii]]'' (che costituisce la premessa al commento di [[Elio Donato]] alle commedie [[Publio Terenzio Afro|terenziane]]), la vita di [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] e quella di [[Marco Anneo Lucano|Lucano]]; deriva dal ''De poetis'' anche la vita di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], premessa al commento delle opere del poeta sempre da Elio Donato.<ref name="Perelli324"/>
 
=== ''De vita Caesarum'' ===
{{Vedi anche|Vite dei Cesari}}
 
Le ''[[Vite dei Cesari|Vite dei dodici Cesari]]'' in otto libri,<ref>Svetonio, [[Wikisource:la:De vita Caesarum libri VIII|''De vita Caesarum libri VIII'' (testo latino)]].</ref>, sono ben più ampie e sono a noi giunte pressoché complete (manca solo una breve parte iniziale). Comprendono, in ordine cronologico, i ritratti didei "dodici Cesari": [[ImperatoriGiulio romaniCesare]], trae cuii loprimi stessoundici [[Gaioimperatori Giulio Cesare|Cesareromani]], a cui seguono [[Augusto]], [[Tiberio]], [[Caligola]], [[Claudio]], [[Nerone]], [[Galba]], [[Otone]], [[Vitellio]], [[Vespasiano]], [[Tito (imperatore)|Tito]], [[Domiziano]].
 
A parte una [[genealogia]] introduttiva e un breve riassunto della vita e della morte del personaggio, queste biografie non seguono un modello cronologico, bensì uno schema non rigido, modificabile a seconda delle esigenze dell'autore. Questo schema era composto da moduli biografici di tipo alessandrino: si partiva dalla nascita e dalle origini familiari, per poi passare all'educazione, alla giovinezza, alla carriera politica prima dell'assunzione al potere; qui iniziava la seconda parte (organizzata ''per species'', ovvero per categorie) della narrazione: i principali atti di governo, un ritratto fisico e morale, la descrizione della morte e del funerale, infine il testamento. Tutto ciò a discapito dell'organicità del racconto, con un interesse spesso dispersivo verso il particolare o l'aneddoto.<ref name="Perelli324"/>.
 
La differenza con il contemporaneo [[Plutarco]] è che, mentre quest'ultimo partecipava più emotivamente al racconto, Svetonio dimostra una attenzione più documentaria che appassionata. Svetonio appare più distaccato, astenendosi da un giudizio personale.<ref name="Perelli325">Luciano Perelli, ''Storia della letteratura latina'', cit., p. 325.</ref> Emerge anche una caratterizzazione negativa degli imperatori del [[I secolo]], forse incoraggiato dallo stesso [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], al fine di contrapporre il suo buon governo a quello dei suoi predecessori, caratterizzato spesso da eccessi (vedi su tutti [[Caligola]], [[Nerone]] e [[Domiziano]]).<ref name="Perelli325"/>. Svetonio sembra concentrarsi soprattutto attorno alla figura del ''princeps'', quasi incurante del mondo imperiale che lo circonda.
 
La forma, che appare in alcuni casi sciatta, risulta semplice, lineare, con una struttura schematica, anche frammentaria, che non fornisce un discorso articolato da un punto di vista stilistico.<ref name="Perelli325"/> In alcuni casi, Svetonio riesce invece ad "''ottenere notevoli effetti drammatici ed a mostrare una caratterizzazione psicologica coerente''".<ref name="Perelli325"/>
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Sotto il nome di Svetonio sono pervenuti anche alcuni titoli e frammenti di argomento storico-antiquario, grammaticale e scientifico. Di carattere erudito, ad esempio, sono ''Peri ton par' Hellesi paidion'' ("Sui giochi in [[Grecia]]") e ''Peri blasphemion'' ("Sugli insulti"), scritti in [[lingua greca|greco]] e che sopravvivono in estratti in tardi glossari greci.
 
Di altre opere ci informano in parte il lessico ''Suda'' e grammatici latini tardi:<ref>{{cita libro|traduttore=Graves Robert|titolo=Suetonius: The Twelve Caesars|url=https://archive.org/details/twelvecaesarspen00suet|annooriginale=1957|anno=2007|editore=Penguin Books|città=Hamondsworth|edizione=1|lingua=en|capitolo=Foreword|isbn=978-0140455168}}</ref>: si va, così, dalle ''Vite dei sovrani'' alle più piccanti ''Vite di famose cortigiane'', per continuare con opere che erano, forse, sezioni di un trattato spesso citato come ''Roma'' e che doveva comprendere, in una sorta di miscellanea, vari aspetti della vita romana. Lo attesterebbero titoli come ''Su usi e costumi dei Romani'', ''Sull'anno romano'', ''Sulle feste romane'', ''Sui vestiti'', ''Sul De re publica di Cicerone'', ''Sulle magistrature''.
 
Di carattere ancor più vario e meno compatto doveva essere il ''Pratum'', che forse comprendeva titoli come ''Sui metodi di misurazione del tempo'', ''Problemi grammaticali'', ''Sui difetti fisici'', ''Sulla Natura'', ''Sui segni diacritici usati nei libri''.
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== Una valutazione di Svetonio ==
Svetonio svolse le funzioni di segretario<ref name="GST">{{Cita web|url=http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-latina/adriano/La-prosa--Svetonio,-Floro,-Frontone,-Gellio/Svetonio.html|titolo=Svetonio|opera=[[Sapere (rivista)|Sapere]].it|accesso=12 maggio 2018}}</ref> (''ab epistulis''<ref name="GSvetonioT"/><ref name="Svetonio"/>), di responsabile delle biblioteche pubbliche di [[Roma]]<ref name="GST"/> (''a bibliothecis''<ref name="GSvetonioT"/><ref name="Svetonio"/>) e di direttore dell'archivio imperiale<ref name="GST"/> (''a studiis''<ref name="GSvetonioT"/><ref name="Svetonio"/>) durante l'impero di [[Adriano]].<ref name="GST"/>. Grazie a questi compiti ebbe accesso a informazioni riservate, grazie a cui ci sono giunte notizie di prima mano sui Cesari, altrimenti irrimediabilmente perdute. Tuttavia, suo grande difetto è quello di prestare credito, riguardo alle vite di alcuni imperatori, alla presenza di fonti storiche del tempo di per sé corrotte e parziali. Eppure, nonostante i limiti stilistici e strutturali delle sue biografie, egli ottenne un'enorme fama<ref name="GSvetonioT"/> durante tutta l'età antica e il [[Medioevo]].<ref name="Svetonio"/>.
 
Svetonio fu, comunque, essenzialmente un [[erudizione|erudito]], vista la grande mole di opere composte negli ambiti più svariati (in parte scritte in [[lingua greca|greco]]), amante della vita ritirata, onde potersi dedicare agli studi che più amò. Fu figura di [[antiquario]], studioso enciclopedico, con grande interesse per le antichità e la cultura romana, accostabile a [[Marco Terenzio Varrone]] per le caratteristiche della produzione.<ref name="Perelli324">Luciano Perelli, ''Storia della letteratura latina'', Milano, Paravia, 1996, p. 324.</ref>.
 
== Note ==