Utente:Facquis/Sandbox/Prova/Biennio nero: differenze tra le versioni
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Durante il "[[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]", nelle principali città italiane sorsero gruppi di volontari che si organizzarono in "leghe antibolsceviche", allo scopo di sostituire i dipendenti pubblici durante gli scioperi, assicurando la circolazione dei mezzi di trasporto pubblico e la pulizia delle strade. Questi volontari, perlopiù di estrazione borghese e mossi da ideali nazionalisti e antisocialisti, furono i precursori dello ''squadrismo urbano'', che fra il 1919 e l'estate del 1920 si realizzò soprattutto in attacchi dimostrativi contro manifestazioni socialiste e sedi del movimento operaio<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922'', Milano, Mondadori, 2003, pp. 3, 57.</ref>. Ulteriori atti squadristici avvennero poi a [[Mantova]], [[Brescia]] e [[Padova]] e nel [[1920]] in tutte le principali città dell'Italia settentrionale cominciarono a essere formate squadre d'azione armate e alle dipendenze del [[Fasci Italiani di Combattimento|Fascio di combattimento]] locale.
Nonostante alcuni tentativi da parte di Mussolini di riavvicinare il PSI (principalmente nel 1919<ref>F. J. Demers, ''Le origini del fascismo a Cremona'', Roma-Bari, Laterza, 1979.</ref> e nel 1921<ref>Renzo de Felice ''Mussolini il fascista'', I, Torino, Einaudi, 1966.</ref>) i socialisti non condividevano le idee [[Nazionalismo|nazionaliste]] di fascisti, futuristi, sindacalisti rivoluzionari, interventisti, fiumani, reduci e arditi. Il tentativo di Mussolini di riavvicinarsi ai socialisti lo portò a polemizzare con tutti i movimenti politici degli ex combattenti<ref>[[Pietro Nenni]], ''[[Storia di quattro anni (1919-1922)]]'', Roma, Einaudi, 1946: "Fu questa svalutazione del fenomeno combattentistico il primo errore e forse il più fatale".</ref>. Il fallimento del progetto politico sansepolcrista divenne evidente con la disfatta fascista alle elezioni politiche del 16 novembre 1919, nelle quali i Fasci di combattimento mancarono l'obiettivo di concordare una lista unitaria nazionale della sinistra interventista, anche a causa delle forti diffidenze che specialmente i repubblicani e i sindacalisti rivoluzionari nutrivano nei confronti del fascismo e dello stesso Mussolini, accusati, il primo di essere un movimento apparentemente rivoluzionario ma in realtà reazionario e il secondo di eccessiva spregiudicatezza<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini il rivoluzionario 1883-1920'', Torino, Einaudi, 1965, p. 534.</ref>. In queste elezioni i Fasci di combattimento riuscirono a presentare una propria lista solo per la circoscrizione di Milano, ottenendo in tutto 4 657 voti (su circa 270 000 votanti) e nessun eletto<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini il rivoluzionario 1883-1920'', Torino, Einaudi, 1965, pp. 570-572.</ref>.
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=== Le motivazioni degli squadristi ===
== Note ==
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