Flamenco: differenze tra le versioni

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Le cose brutte
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La chitarra inizialmente poteva dare al ''cantaor'' solo due toni, il [[Mi (nota)|mi]] e il [[La (nota)|la]], ed era suonata solo con il dito pollice. Si passò poi al [[capotasto]], attrezzo adattabile al manico della chitarra per dare al ''cantaor'' il giusto equilibrio per la voce. All'interno di una rappresentazione tipica di flamenco, il ruolo del chitarrista o ''tocaor'' è quello di predisporre un "tappeto sonoro" (''compás'') per il cantante, che lo sostenga nella libertà e ortodossia interpretativa delle strofe, dette ''letras'', intervallando il canto con degli [[Assolo|assoli]] melodici, detti ''falsetas'', per dargli pause di respiro. Nel caso in cui ci sia un ballerino (''bailaor''), la chitarra deve accompagnarne adeguatamente i suoni ritmici, con particolare attenzione quando viene eseguita una ''escobilla'', che è il suono prodotto prevalentemente con le percussioni dei piedi. A seconda del ''palo'' esistono tre tipi di scansione ritmica: il ''compás'' di dodici, di quattro (detto ''compás binario'') o di tre tempi (detto ''compás ternario''). Il ''compás'' di dodici tempi è una delle scansioni più frequenti per i canti fondamentali come la [[Soleá (cante)|soleá]], la [[Seguiriya|siguiriya]] e la [[Bulerías|bulería]].
 
La prima comparsa della chitarra si ha a [[Siviglia]] nel [[1847]] e originariamente fu usata per accompagnare il ''cante'' e il ''baile'', inoltre contribuirono alla diffusione dello strumento in modo determinante artisti come [[Paco de Lucía]], il quale fece della chitarra anche uno strumento solista. In Italia uno dei chitarristi specializzati nel genere è [[Enrico Petrucci]].
[[File:Flamenco en el Palacio Andaluz, Sevilla, España, 2015-12-06, DD 07.JPG|miniatura|230x230px]]