Magna Carta: differenze tra le versioni
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[[File:Article-barons-add-ms-4838.jpg|miniatura|upright|sinistra|La "[[Carta dei Baroni]]" concessa nel giugno 1215, oggi conservata presso la [[British Library]], fu il prototipo della ''Magna Carta''<ref>{{cita|Baucero, 2016|p. 44}}.</ref>]]
Il 10 giugno 1215, Giovanni incontrò i capi dei ribelli a [[Runnymede]], una [[marcita]] posta sulla riva meridionale del [[Tamigi]]. Runnymede era un luogo tradizionale per le assemblee, situato su un terreno neutrale, tra la fortezza reale del [[castello di Windsor]] e la sede dei ribelli a [[Staines]], offrendo dunque ad entrambe le parti la sicurezza di non trovarsi in una situazione di svantaggio militare. Inoltre, la conformazione del suolo, in gran parte [[acquitrino
Come ha notato lo storico David Carpenter, sebbene la Carta «non facesse perdere tempo occupandosi di teoria politica», essa andò oltre le semplici richieste baronali, costituendo invero una proposta più ampia di riforma politica.<ref>{{cita|Turner, 2009|p. 180}}; {{cita|Turner, 2009|p. 182}}.</ref> Con la stessa si garantivano la tutela dei diritti della Chiesa, la protezione dalla detenzione illegale, l'obbligo ad un equo e rapido processo e, soprattutto, si introducevano delle limitazioni in materia di tassazione e altre gabelle feudali verso la Corona, prevedendo che la promulgazione di alcune imposte fiscali necessitasse del consenso dei baroni.<ref>{{cita|Turner, 2009|pp. 184-185}}; {{cita|Carpenter, 1990|p. 9}}.</ref> La Carta sanciva anche la promozione di alcuni [[diritti della persona]] per tutti, in particolare per i baroni,<ref>{{cita|Turner, 2009|p. 182}}.</ref><ref name=PadoaSchioppa236-237/> ma anche i diritti dei [[servi della gleba]] vennero presi in considerazione nelle clausole 16, 20 e 28.<ref>{{cita web|url=https://www.bl.uk/magna-carta/articles/magna-carta-english-translation|titolo=Magna Carta|editore=British Library|accesso=16 marzo 2016|lingua=en|dataarchivio=13 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160313211039/http://www.bl.uk/magna-carta/articles/magna-carta-english-translation|urlmorto=no}}</ref> Il suo stile e il suo contenuto riflettevano lo [[Statuto delle libertà]] concesso da [[Enrico I d'Inghilterra|Enrico I]], così come un più ampio corpo di tradizioni giuridiche.<ref>{{cita|Vincent, 2012|pp. 61-63}}; {{cita|Carpenter, 2004|pp. 293-294}}.</ref>
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Giovanni e gli aristocratici ribelli non si fidavano l'uno dell'altro e nessuna delle due parti tentò seriamente di rispettare l'accordo di pace.<ref>{{cita|Turner, 2009|p. 189}}; {{cita|Poole, 1993|p. 479}}.</ref> I 25 baroni nominati per il consiglio furono tutti rivoltosi scelti tra coloro che si erano posti nelle posizioni più estreme e molti di loro addussero svariate motivazioni per mantenere mobilitati i rispettivi eserciti a disposizione.<ref>{{cita|Turner, 2009|pp. 189-191}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|p. 262}}; {{cita|Warren, 1990|pp. 239, 242}}.</ref> Ulteriori controversie iniziarono presto a emergere anche tra i baroni ribelli e quelli della fazione realista.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|p. 12}}.</ref>
La clausola 61 della ''Magna Carta'' conteneva anche l'impegno del re a chiedere «nulla a nessuno, né per noi [cioè la Corona] né per altri, per cui alcuna di queste concessioni o libertà possa essere revocata o diminuita».<ref>{{cita|Carpenter, 1996|p. 13}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 134}}.</ref> Nonostante ciò, già il mese successivo alla promulgazione, il re fece appello a papa Innocenzo sostenendo che la Carta ponesse a rischio il suo rapporto in veste di feudatario.<ref>{{cita|Turner, 2009|pp. 190-191}}; {{cita|Carpenter, 1990|p. 12}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 46}}.</ref> A onor del vero, nonostante ai sensi dell'intesa di pace i baroni a Londra avrebbero dovuto deporre le armi entro il 15 agosto, essi si rifiutarono di farlo.<ref>{{cita|Turner, 2009|p. 190}}.</ref> Nel frattempo, i commissari papali [[scomunica
[[File:John of England vs Louis VIII of France.jpg|miniatura|Re Giovanni combatte [[Filippo II di Francia]] nella [[prima guerra dei baroni]]]]
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[[File:Rouget_-_Saint_Louis_médiateur_entre_le_roi_d'Angleterre_et_ses_barons_(23_janvier_1264).jpg|miniatura|Re [[Luigi IX di Francia]] tenta di mediare tra [[Enrico III d'Inghilterra]] e i suoi baroni ribelli nel ''[[dit d'Amiens]]'']]
Nel 1258, un gruppo di baroni prese il potere grazie ad un [[colpo di Stato]], citando la necessità di applicare rigorosamente la ''Magna Carta'' e la Carta della Foresta, dando vita a un nuovo governo baronale che promuovesse riforme attraverso le [[disposizioni di Oxford]].<ref>{{cita|Davis, 2013|pp. 195-197}}.</ref> Ad ogni modo, i baroni ribelli non si trovavano in una condizione militare sufficientemente florida da conseguire una vittoria decisiva e così, tra il 1263 e il 1264, fecero appello al re [[Luigi IX di Francia]] perché facesse da arbitro sulle loro proposte riformiste. Gli aristocratici basarono le loro richieste sui termini della ''Magna Carta'', sostenendo che fosse una fonte inviolabile del diritto inglese e che il re fosse andato contro i suoi dettami.<ref>{{cita|Jobson, 2012|p. 104}}.</ref><ref name=Le_Goff>{{cita|Le Goff, 1996|pp. 209-210}}.</ref>
Con il ''[[dit d'Amiens]]'', il re transalpino si schierò fermamente in favore della monarchia, con il risultato che l'arbitrato francese non riuscì a raggiungere la pace con i ribelli che, per tutta risposta, rifiutarono di accettare il verdetto.<ref name=Le_Goff/> L'Inghilterra sprofondò nella [[seconda guerra dei baroni]], alla fine vinta dal figlio di Enrico, il principe [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo I]]. Anche quest'ultimo invocò la ''Magna Carta'' nel giustificare la sua causa, sostenendo che i riformatori stessi avessero agito in contrasto con essa.<ref>{{cita|Davis, 2013|p. 224}}.</ref> In seguito alla sconfitta dei baroni, nel 1267, Enrico, con un gesto conciliante, emise lo [[Statuto di Marlborough]], che comprendeva un nuovo impegno a rispettare i termini della ''Magna Carta''.<ref>{{cita|Jobson, 2012|p. 163}}.</ref>
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[[File:John Lilburne.jpg|thumb|upright|[[John Lilburne]] criticò la ''Magna Carta'' come una definizione inadeguata delle libertà inglesi]]
In ogni caso, la Carta fu spesso al centro del dibattito giuridico inglese. Nel 1621, venne presentato un disegno di legge al Parlamento al fine di rinnovare la ''Magna Carta'', un tentativo tuttavia infruttuoso. Il giurista [[John Selden]] sostenne che i diritti dell'''[[habeas corpus]]'' trovassero una loro ragion d'essere già nella Carta.<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 156}}; {{cita|Hindley, 1990|p. 189}}.</ref> Coke, dal canto suo, promosse la ''[[Petition of Right]]'' del 1628, in cui citò la ''Magna Carta'' nel suo preambolo, sperando di estendere le sue disposizioni e renderle vincolanti per la magistratura.<ref>{{cita|Hindley, 1990|pp. 189-190}}; {{cita|Turner, 2003b|p. 157}}.</ref> Tale proposta sollevò l'opposizione della monarchia che rispose asserendo che la situazione giuridica coeva fosse molto meno netta rispetto a quella che si presentava all'epoca della promulgazione della Carta; in seguito, la Corona scelse di limitare lo studio della ''Magna Carta'' ai soli aspetti storici e ordinò l'arresto di Coke per tradimento.<ref>{{cita|Hindley, 1990|p. 189}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|pp. 280-281}}.</ref>
Nel 1640, l'Inghilterra sprofondò nella [[guerra civile inglese|guerra civile]] che portò all'esecuzione di re Carlo I nove anni più tardi. Sotto il successivo [[protettorato di Cromwell]] alcuni giuristi misero in dubbio se la ''Magna Carta'' fosse ancora vigente in quanto frutto di un accordo raggiunto con un monarca.<ref>{{cita|Danziger e Gillingham, 2004|p. 271}}.</ref> Un ''[[pamphlet]]'' pubblicato nel 1660 e intitolato ''The English devil'', indirizzato contro Cromwell e la sua scelta di condannare il documento all'oblio, criticò molto questa posizione.<ref>{{cita|Woolwrych, 2003|p. 95}}.</ref>
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Le due copie del 1215 di proprietà della British Library, note come ''Cotton MS. Augustus II.106'' e ''Cotton Charter XIII.31A'', furono acquistate dall'antiquario Sir [[Robert Bruce Cotton]] nel XVII secolo.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp. 35–36}}.</ref> La prima era stata trovata da Humphrey Wyems, un avvocato londinese, che potrebbe averla scoperta in una sartoria e che poi la diede a Cotton nel gennaio 1629.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp. 36}}.</ref> La seconda fu trovata nel [[castello di Dover]] nel 1630 da Sir [[Edward Dering]]. La carta di Dering era tradizionalmente ritenuta la copia inviata nel 1215 ai [[Cinque Ports]],<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 65}}.</ref> ma nel 2015 lo storico David Carpenter ha sostenuto che più probabilmente si trattasse di quella inviata alla [[Cattedrale di Canterbury]], in quanto il suo contenuto era identico a una trascrizione del 1290 eseguita nella cattedrale.<ref>{{cita web|url=http://www.canterbury.ac.uk/news/newsRelease.asp?newsPk=2372|titolo=Canterbury's Magna Carta rediscovered in time for 800th anniversary|editore=Canterbury Christ Church University|accesso=31 gennaio 2015|lingua=en|dataarchivio=23 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123005702/http://www.canterbury.ac.uk/news/newsRelease.asp?newsPk=2372|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.kentnews.co.uk/news/remarkable_discovery_says_copy_of_magna_carta_in_british_library_was_canterbury_charter_1_3923530|titolo=Remarkable discovery says copy of Magna Carta in British Library was 'Canterbury charter'|editore=kentnews|accesso=31 gennaio 2015|lingua=en|dataarchivio=23 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123010037/http://www.kentnews.co.uk/news/remarkable_discovery_says_copy_of_magna_carta_in_british_library_was_canterbury_charter_1_3923530|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita|Breay e Harrison, 2015|pp. 57, 66}}.</ref> Un incendio, divampato nel 1731 nella [[biblioteca Cotton]], ne compromise il sigillo, pur lasciando sostanzialmente illesa la pergamena anche se un po' raggrinzita. Due anni più tardi, [[John Pine]], ne realizzò una copia del tutto identica. Nel 1830 un tentativo maldestro di pulizia e conservazione rese il manoscritto in gran parte illeggibile a occhio nudo.<ref>{{cita|Breay e Harrison, 2015|pp. 66, 216–19}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 72}}.</ref> Nonostante tali difetti, questa è comunque l'unica copia sopravvissuta del 1215 ad avere ancora applicato il suo grande sigillo.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp. 36–37}}; {{cita|Davis, 1963|p. 36}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 39}}.</ref>
La copia della Cattedrale di Lincoln era quella indirizzata alla contea. Fino al 1846 era esposta nella cattedrale per poi essere trasferita in un altro edificio.<ref>{{cita|Breay, 2010|p. 35}}.</ref><ref name=NationalSocietyMagna>{{cita web|url=http://www.magnacharta.org/DeanofLincolnsRemarks2004.htm|editore=National Society Magna Charta Dames and Barons|titolo=Magna Charta: Our Heritage and Yours|cognome=Knight|nome=Alec|data=17 aprile 2004|accesso=2 settembre 2007|lingua=en|dataarchivio=21 agosto 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040821184913/http://www.magnacharta.org/DeanofLincolnsRemarks2004.htm|urlmorto=sì}}</ref> Tra il 1939 e il 1940 fu esposta nel Padiglione Britannico all'[[esposizione universale]] del 1939 a [[New York]] e alla [[Biblioteca del Congresso]].<ref name=":0"/> Quando scoppiò la [[seconda guerra mondiale]], [[Winston Churchill]] era intenzionato a donarla al popolo americano, sperando che questo avrebbe incoraggiato gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], allora neutrali, a entrare nel conflitto contro le [[potenze dell'Asse]], ma i vertici della cattedrale si opposero e l'idea venne abbandonata.<ref name="Vincent107">{{cita|Vincent, 2012|p. 107}}.</ref> Dopo il dicembre 1941, la copia fu conservata per motivi di sicurezza a [[Fort Knox]], nel [[Kentucky]], prima di essere rimessa in mostra nel 1944 e restituita, due anni più tardi, alla Cattedrale di Lincoln.<ref name=":0">{{Cita web|url=https://loc.gov/exhibits/magna-carta-muse-and-mentor/magna-carta-comes-to-america.html|titolo=Magna Carta: Muse and Mentor Magna Carta Comes to America|data=6 novembre 2014|lingua=en|accesso=22 ottobre 2021|dataarchivio=22 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211022191114/https://loc.gov/exhibits/magna-carta-muse-and-mentor/magna-carta-comes-to-america.html|urlmorto=no}}</ref><ref name="Vincent107"/><ref>{{Cita web|url=http://www.britishpathe.com/video/magna-carta-as-exhibit-for-new-york-world-fair|titolo=Magna Carta As Exhibit For New York World Fair|cognome=Pathé|nome=British|accesso=15 settembre 2016|lingua=en|dataarchivio=20 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160920095220/http://www.britishpathe.com/video/magna-carta-as-exhibit-for-new-york-world-fair|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://blogs.loc.gov/law/2014/04/magna-carta-in-the-us-part-i-the-british-pavilion-of-the-1939-new-york-worlds-fair/|titolo=Magna Carta in the US, Part I: The British Pavilion of the 1939 New York World's Fair|data=30 aprile 2014|lingua=en|accesso=22 ottobre 2021|dataarchivio=22 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211022191117/https://blogs.loc.gov/law/2014/04/magna-carta-in-the-us-part-i-the-british-pavilion-of-the-1939-new-york-worlds-fair/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita|Baucero, 2016|pp. 73-74}}.</ref> Nel 1976 venne esposta nella biblioteca medievale della cattedrale.<ref name=NationalSocietyMagna/> Successivamente è stata messa in mostra a [[San Francisco]] per poi trascorrere un periodo di restauro conservativo prima di un'altra esposizione negli Stati Uniti nel 2007, prima al [[Contemporary Art Center of Virginia]] e poi al [[National Constitution Center di Philadelphia]].<ref name=NationalSocietyMagna/><ref>{{Cita web|url=http://www.constitutioncenter.org/PressRoom/PressReleases/2007_05_30_17687.shtml|editore=National Constitution Center|titolo=Magna Carta on Display Beginning 4 July|data=30 maggio 2007|accesso=2 settembre 2007|lingua=en|dataarchivio=27 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927032707/http://www.constitutioncenter.org/PressRoom/PressReleases/2007_05_30_17687.shtml|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.virginiamoca.org/magna-carta-four-foundations-freedom|titolo=Magna Carta & Four Foundations of Freedom|editore=Contemporary Art Center of Virginia|anno=2007|accesso=4 novembre 2014|lingua=en|dataarchivio=4 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104191845/http://www.virginiamoca.org/magna-carta-four-foundations-freedom|urlmorto=no}}</ref> Nel 2009 è tornata a New York per essere esposta al [[Fraunces Tavern|Fraunces Tavern Museum]].<ref>{{cita news|url=https://www.nytimes.com/2009/09/14/nyregion/14magna.html|titolo=Copy of Magna Carta Travels to New York in Style|autore=Kahn, Eve M|opera=[[The New York Times]]|data=13 settembre 2009|accesso=4 gennaio 2015|lingua=en|pubblicazione=|dataarchivio=4 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104141658/http://www.nytimes.com/2009/09/14/nyregion/14magna.html|urlmorto=no}}</ref> Attualmente (2022) è in prestito permanente al David P. J. Ross Vault presso il castello di Lincoln, insieme a una copia originale della [[carta della Foresta]] del 1217.<ref>{{cita web|titolo=Magna Carta|url=https://www.lincolncastle.com/content/magna-carta|sito=Lincoln Castle|accesso=11 aprile 2018|data=12 febbraio 2015|lingua=en|dataarchivio=12 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180412001407/https://www.lincolncastle.com/content/magna-carta|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|titolo=Magna Carta|url=https://lincolncathedral.com/education-learning/magna-carta/|sito=Lincoln Cathedral|accesso=11 aprile 2018|lingua=en|dataarchivio=12 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180412001325/https://lincolncathedral.com/education-learning/magna-carta/|urlmorto=no}}</ref>
La quarta copia, ritrovata nel 1812, fu consegnata per la prima volta nel 1215 alla [[Cattedrale di Old Sarum]] e poi spostata [[Cattedrale di Salisbury|in quella di Salisbury]] che ne ha preso il posto.<ref>{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=The Salisbury Connection|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-how-did-magna-carta-come-about/salisbury-connection|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=15 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141215182419/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-how-did-magna-carta-come-about/salisbury-connection|urlmorto=no}}</ref><ref name="Vincent104">{{cita|Vincent, 2012|p. 104}}.</ref><ref name="Salisbury Cathedral 2013">{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=The Document|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-what-magna-carta/document|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=8 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141008043634/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-what-magna-carta/document|urlmorto=no}}</ref> È forse la meglio conservata delle quattro, grazie anche ad un restauro avvenuto negli [[anni 1940]], tuttavia si possono notare piccoli fori di spillo probabilmente causati da una sua affissione.<ref name="Salisbury Cathedral 2013"/><ref name=Baucero75/><ref>{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/wiltshire/8182987.stm|titolo=Award for cathedral Magna Carta|opera=[[BBC News Online]]|data=4 agosto 2009|accesso=4 gennaio 2015|lingua=en|pubblicazione=|dataarchivio=16 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211016204538/http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/wiltshire/8182987.stm|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=Visiting Magna Carta|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta/visiting-magna-carta|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=15 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141215152418/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta/visiting-magna-carta|urlmorto=no}}</ref> La grafia su questa versione è diversa da quella delle altre tre, suggerendo che non sia stata scritta da uno scriba reale, ma piuttosto da un [[amanuense]] della cattedrale, avvezzo alla copiatura, che l'ha poi fatta autentificare dalla corte reale.<ref name="cita|Breay, 2010|p. 37"/><ref name="Vincent104"/><ref name=Baucero75>{{cita|Baucero, 2016|p. 75}}.</ref>
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La ''Magna Carta'' del 1215 inizia con una lunga introduzione nella quale «Giovanni, per grazia di Dio Re d'Inghilterra, ...» dichiara come intento «la salvezza della Nostra anima e di quella dei nostri predecessori e dei nostri successori, a maggior gloria di Dio, ad esaltazione della Santa Chiesa, e per un migliore governo del Nostro Regno». Successivamente vi è un lungo testo che per prassi è suddiviso in 63 clausole distinte benché nella sua formulazione originale fosse privo di soluzioni di continuità o di qualsiasi segno convenzionale che le separasse, come invece erano presenti nella [[carta dei Baroni]].<ref>{{cita|Baucero, 2016|pp. 111-112}}.</ref>
La maggior parte del contenuto della Carta del 1215 e delle versioni successive intendeva disciplinare i diritti [[feudalesimo|feudali]] della Corona sui baroni.<ref name=Breay28>{{cita|Breay, 2010|p. 28}}.</ref> Sotto i re [[plantageneti]], e in particolare durante il regno di [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni]], le prerogative del monarca erano state spesso usate in modo fraudolento, talvolta nel tentativo di massimizzare le entrate finanziarie della Corona. Inoltre, si intendeva tornare a riconoscere le prerogative di città, chiese e nobili che erano state schiacciate dall'autorità imposta fin dai tempi di re Enrico II. Nonostante la prevalenza dei temi fiscali, gli argomenti trattati appaiono molteplici e tra essi meritano menzione l'amministrazione della giustizia, le libertà della [[chiesa inglese]], le [[Successione a causa di morte|successioni a causa di morte]], la disciplina delle foreste reali, dei ponti fluviali, il diritto tributario e commerciale, le [[unità di misura]] (clausola 35<ref>{{cita|Baucero, 2016|p. 128}}.</ref>) e i contratti debitori verso gli [[ebrei]].<ref name=Montanari147>{{cita|
La prima clausola garantisce la libertà della chiesa inglese, tramite la prerogativa di scegliere i propri [[vescovo|vescovi]] senza ingerenze della Corona. Il ruolo dell'istituzione ecclesiastica era stato oggetto di grande dibattito negli anni precedenti alla Carta.<ref>{{cita|Baucero, 2016|p. 114}}.</ref> I re normanni e angioini avevano tradizionalmente esercitato un grande potere sulla chiesa all'interno dei loro territori. Dal 1040 in poi, nel contesto della [[riforma della Chiesa dell'XI secolo]], i pontefici avevano sottolineato l'importanza che la Chiesa fosse governata in modo più efficace da Roma e avevano stabilito un sistema giudiziario indipendente e una catena gerarchica di autorità.<ref>{{cita|Huscroft, 2005|p. 190}}.</ref> Dopo il 1140, questi principi erano stati ampiamente accettati all'interno della struttura clericale inglese, anche se accompagnati da alcune preoccupazioni circa la centralizzante autorità di Roma.<ref>{{cita|Huscroft, 2005|p. 189}}; {{cita|Turner, 2009|p. 121}}.</ref>
Le clausole successive, fino all'ottava, regolano il diritto successorio con soluzioni distinte per coloro che ereditavano in minore età e chi fosse stato già maggiorenne, fissando anche le tasse che dovevano pagare. Si poneva attenzione affinché i tutori non potessero appropriarsi indebitamente degli averi di coloro che erano sotto la loro protezione, mentre particolari diritti vennero predisposti per le vedove a cui era concesso anche di risposarsi previo assenso del proprio signore. Dalla clausola 9 alla 11 veniva affrontata la questione dei debiti con una disciplina particolare per quelli verso gli ebrei.<ref name=Breay28/><ref>{{cita|Baucero, 2016|pp. 114-115}}.</ref
Lo ''[[scutagium]]'' era una forma di tassazione medievale: tutti i cavalieri e i nobili erano obbligati a prestare servizio militare a favore della Corona in cambio delle proprie terre che, teoricamente, appartenevano al Re, ma molti di essi preferivano pagare del denaro per esserne esentati; con il denaro ricavato, spesso, la Corona pagava i [[mercenari]].<ref>{{cita|Poole, 1993|pp. 16–17}}.</ref> A quanto dovesse ammontare lo ''scutage'' e le condizioni in cui il re lo potesse imporre erano incerte e controverse; le clausole 12 e 14 riguardavano proprio la gestione di tale diritto reale vietando al sovrano di imporre nuove tasse ai suoi vassalli diretti senza il previo consenso del consiglio comune del regno.<ref name=Breay28/>
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