Arte all'Aquila: differenze tra le versioni

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== Epoca precedente alla fondazione ==
Il nucleo antico della zona aquilana era ''[[Amiternum]]'', città romana dei [[Sabini]] situata in località [[San Vittorino (L'Aquila)|San Vittorino]].<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/amiternum_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/|titolo=Amiternum|accesso=2021-01-06}}</ref> L'architettura della città risale al [[I secolo a.C.]], quando venne dotata di un vasto complesso di monumenti, come [[terme]], [[anfiteatri]] e ville.<ref name="Heinzelmann_9">{{cita|Heinzelmann, Jordan, Murer 2008|pag. 9}}.</ref> Aveva impianto ortogonale,<ref name="Heinzelmann_15">{{cita|Heinzelmann, Jordan, Murer 2008|p. 15}}.</ref> su cui passava la [[via Salaria]] da [[Roma]], e la ''[[via Cecilia]]'' in mezzo al centro urbano. L'[[anfiteatro romano di Amiternum|anfiteatro]] era ampio, poteva infatti accogliere fino a 6.000{{formatnum:6000}} persone. Alcuni elementi architettonici ripresi dall'anfiteatro sono poi stati usati in seguito in altri siti come le catacombe site a San Vittorino.<ref>{{cita web|url=https://www.beniculturali.it/luogo/area-archeologica-amiternum|titolo=Amiternum|accesso=2021-01-06}}</ref> Per via della somiglianza con l'anfiteatro Romano, era conosciuto col nome di "piccolo [[Colosseo]]".<ref>{{cita web|url=https://www.ilcentro.it/l-aquila/amiternum-i-segreti-della-storia-riemergono-coi-lavori-tre-la-rovine-del-piccolo-colosseo-foto-1.339569|titolo=Amiternum, i segreti della storia riemergono coi lavori tre la rovine del "piccolo Colosseo"|accesso=2021-01-06}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.archeoabruzzo.beniculturali.it/AmiternumStoria.html|titolo=Amiternum|accesso=2021-01-06|dataarchivio=8 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210108064607/http://www.archeoabruzzo.beniculturali.it/AmiternumStoria.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
Presso la stessa frazione, si trova la [[chiesa di San Michele Arcangelo (L'Aquila)|chiesa di San Michele Arcangelo]], risalente all'[[VIII secolo]], citata in un documento dell'[[abbazia di Farfa]] del [[763]].<ref name="San Michele">{{cita web|url=http://portalecultura.egov.regione.abruzzo.it/abruzzocultura/loadcard.do?id_card=449&force=1&theme=aritwainew|accesso=2021-01-06|titolo=Abruzzo Cultura - Chiesa di San Michele Arcangelo}}</ref> La chiesa ha uno strato originale, che consta in catacombe cristiane, dove fu martirizzato il vescovo [[Vittorino di Amiterno]]; mentre la chiesa superiore ha connotazioni duecentesche, con affreschi trecenteschi.<ref name="San Michele"/> La pianta della chiesa è a croce latina, con un'ampia navata e un'abside semicircolare.<ref name="San Michele"/>
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=== XIII secolo ===
[[File:L'aquila, fontana delle 99 cannelle, mascheroni 04.jpg|thumb|upright=1.2|Mascheroni della fontana delle 99 cannelle, opera del 1272 di Tancredi di Pentima]]
La città nuova di Aquila [[Fondazione dell'Aquila|fu fondata]], secondo le cronache di [[Buccio di Ranallo]], nel [[1254]], avente dunque uno stile prettamente duecentesco e medievale. Delle primitive chiese poco rimane, poiché ricostruita in gran parte nel [[1349]] dopo un [[Terremoto dell'Appennino centro-meridionale del 1349|grave terremoto]].<ref>{{cita web|url=https://emidius.mi.ingv.it/ASMI/event/13490909_0000_000|titolo=Catalogo parametrico dei terremoti italiani 1691-1899. Terremoto del 9 settembre 1349, distretto Aquilano-Cicolano.|autore=[[Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia]]}}</ref> Anche della [[Basilica di Santa Maria di Collemaggio]], costruita per volontà di [[papa Celestino V]], una delle più antiche chiese aquilane, risalente al [[1288]], si sa solo che fu costruita da artisti provenienti da [[Sulmona]], dalla [[Badia Morronese]]. Nel restauro post-terremoto operò l'artista [[Giovanni da Sulmona]], che pose le basi del [[gotico]] aquilano, ritenuto il più rappresentativo della regione.<ref name="Antonini, 179">{{Cita|Orlando Antonini||Antonini, 2010}}, p. 179.</ref> Sostanzialmente lo stile usato nel [[XIII secolo]] per le primitive chiese aquilane, come quella di [[Chiesa di San Silvestro (L'Aquila)|San Silvestro]], fu il [[Architettura romanica|romanico]].<ref>M. Scataglini, ''Chiese romaniche dell’Aquila: San Silvestro'', 1943.</ref>
 
Gli interni furono nella maggior parte cambiati dopo il [[terremoto dell'Appennino centro-meridionale del 1349|terremoto del 1349]], caratterizzati da un impianto gotico a tre navate con colonnati ad arcate a sesto acuto, e pareti affrescate, come dedotto dai primi restauri post-sisma [[2009]] nella [[chiesa di San Pietro a Coppito]].<ref>{{cita web|url=https://www.virtuquotidiane.it/cronaca/restituito-alla-citta-dopo-il-restauro-laffresco-di-saturnino-gatti-nella-chiesa-di-san-pietro-a-coppito.html|accesso=2021-01-06|titolo=RESTITUITO ALLA CITTÀ DOPO IL RESTAURO L’AFFRESCO DI SATURNINO GATTI NELLA CHIESA DI SAN PIETRO A COPPITO}}</ref>
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[[File:Basilica di San Bernardino (facciata).jpg|thumb|Facciata della Basilica di San Bernardino]]
[[File:Mausoleo di San Bernardino.JPG|thumb|left|Il mausoleo di San Bernardino]]
Il [[XV secolo|Quattrocento]] aquilano fu segnato dagli avvenimenti della [[Guerra dell'Aquila]], ma anche dalla dimora di tre santi: [[Bernardino da Siena|San Bernardino da Siena]], [[Giovanni da Capestrano|San Giovanni da Capestrano]] e [[Giacomo della Marca|San Giacomo della Marca]]. Il primo morì in città nel [[1444]] e, per volontà di Giovanni da Capestrano,<ref name="MiBACT SB">{{cita web|url=https://www.musei.abruzzo.beniculturali.it/musei?mid=1282&nome=chiesa-di-san-bernardino|accesso=2021-01-06|titolo=Chiesa di San Bernardino|dataarchivio=8 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210108131513/https://www.musei.abruzzo.beniculturali.it/musei?mid=1282&nome=chiesa-di-san-bernardino|urlmorto=sì}}</ref> nel [[1454]] iniziò la costruzione della [[Basilica di San Bernardino|basilica a lui dedicata]],<ref name="MiBACT SB"/> massima espressione dell'[[arte rinascimentale]] in [[Abruzzo]] e tra le più importanti d'[[Italia]].<ref>AA.VV., ''L'Aquila. Una città d'arte da salvare, 99'', 2009</ref><ref>Luigi Marra e Maria Pia Renzetti, L'Aquila, Teramo, CETI, 1965.</ref> Sebbene la costruzione sia cominciata a metà Quattrocento, la facciata fu realizzata da [[Cola dell'Amatrice]] nel [[XVI secolo|Cinquecento]].<ref name="ref_A">AA.VV., Città d'arte - L'Aquila Bari Lecce, Roma, L'Espresso, 2011.</ref>
 
La basilica presenta un impianto unico nell'ambito dell'architettura religiosa aquilana, dovuto alla sovrapposizione di un corpo a pianta centrale e uno a pianta longitudinale.<ref name="Antonini">Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, vol. 1, Todi, Tau Editrice, 2010.</ref> Il riferimento principale di un complesso architettonico così particolare sembra ispirata alla [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore]] a [[Firenze]],<ref name="ref_A" /> come omaggio dell'origine toscana del santo, che era di [[Massa Marittima]].<ref>Umberto Chierici, La basilica di San Bernardino a L'Aquila, L'Aquila, Cassa di Risparmio della provincia dell'Aquila, 1969.</ref>
 
Nello stesso periodo, nella basilica di San Bernardino, fu costruito anche il [[Mausoleo di San Bernardino|mausoleo]], realizzato in pietra e rivestito in marmo, a forma di una grande arca isolata su base quadrata.<ref>{{Cita web|titolo=La storia|url=http://www.basilicasanbernardino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6&Itemid=102|autore=Basilica di San Bernardino|accesso=9 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170909190301/http://www.basilicasanbernardino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6&Itemid=102|dataarchivio=9 settembre 2017|urlmorto=sì}}</ref>
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=== XVI secolo ===
[[File:Giulio cesare bedeschini, san massimo, ante 1613, dall'arcivescovado dell'aquila.jpg|thumb|left|Giulio Cesare Bedeschini, ''San Massimo d'Aveia nelle vesti di arcivescovo'', 1613 ca., Museo Nazionale d'Abruzzo all'Aquila]]
Nel [[1517]] fu completato l'imponente [[mausoleo di Celestino V]], all'interno della [[Basilica di Santa Maria di Collemaggio|basilica di Collemaggio]] da [[Girolamo Pittoni]].<ref>Gianfranco Ruggieri, Il rilievo del Mausoleo di Papa Celestino V (sec. XVI), in Rappresentazione e formazione tra ricerca e didattica, Roma, Aracne Editrice, 2008,.</ref> La maggior parte delle chiese aquilane risentì dello stile rinascimentale, specialmente la [[chiesa di Santa Maria Paganica]] e il [[Convento di San Domenico (L'Aquila)|complesso di San Domenico]], anche se successivi interventi vennero effettuati dopo la distruzione del [[1703]]. Al livello di architettura civile l'epoca rinascimentale fu molto proficua grazie all'operato di [[Margherita d'Austria]]; di simbolico fu costruito il ''[[Forte spagnolo]]'' nel [[1534]] dall'architetto [[Pedro Luis Escrivà]],<ref>{{cita web|url=http://www.museonazionaleabruzzo.beniculturali.it/index.php?it/160/castello-cinquecentesco|accesso=2021-01-06|titolo=Castello Cinquecentesco}}</ref> con la demolizione di una parte delle mura medievali.<ref>A. Clementi, E. Piroddi, ''L'Aquila'', 1988.</ref> Alcune porte, come la Porta Bazzano in particolare, furono restaurate secondo il gusto attuale, con l'aggiunta dello stemma del casato austriaco. Fu ricostruito quasi completamente anche il [[Palazzo Margherita (L'Aquila)|Palazzo Margherita]], in origine ''Palazzo del Capitano'', conservando l'[[Torre civica (L'Aquila)|antica torre dell'orologio]] medievale.
 
Nel 1583 si era stabilito in città [[Giulio Cesare Bedeschini]], allievo del Cigoli, capostipite di una famiglia di pittori che col fratello Giambattista e col figlio Francesco tennero aperta una bottega molto viva ad Aquila per tutto il [[XVII secolo]].<ref>{{cita web|url=https://www.classicult.it/riapre-a-laquila-il-museo-nazionale-dabruzzo-munda/|accesso=2021-01-06|titolo=Riapre all'Aquila il Museo Nazionale d'Abruzzo}}</ref> Di Bedeschini famose sono le tele all'interno del Duomo dei ''Quattro Santi Patroni dell'Aquila'', poi si hanno opere di [[Baccio Ciarpi]], seguace di [[Caravaggio]] e maestro di [[Pietro da Cortona]], conservate nella chiesa di San Silvestro (''Battesimo di Costantino'', 1617), nel Duomo e nella chiesa di Santa Giusta. In questi anni fu realizzato anche l'[[Organo della basilica di Santa Maria di Collemaggio all'Aquila|organo di Collemaggio]].<ref>{{cita web|url=https://www.ilcentro.it/l-aquila/collemaggio-via-al-rimontaggio-dell-organo-distrutto-nel-sisma-1.1969473|accesso=2021-01-06|titolo=Collemaggio, via al rimontaggio dell’organo distrutto nel sisma}}</ref> Verso la fine del secolo, inoltre, venne avviato un piano regolatore che dava più spazio all'attuale [[Corso Vittorio Emanuele (L'Aquila)|Corso Vittorio Emanuele]], che già dal Medioevo costituiva il principale asse viario della città fino al Castello, passando per Piazza Duomo, assieme all'attuale ''Corso Principe Umberto''.
 
=== XVIII secolo ===
Dopo il grave [[terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto del 1703]], gran parte del patrimonio edilizio cittadino andò distrutto o fortemente danneggiato.<ref>Luigi Mammarella, L'Abruzzo ballerino. Cronologia dei terremoti in Abruzzo dall'epoca romana al 1915, pp. 77–83, Adelmo Polla Editore, 1990.</ref> La ricostruzione di tutte le chiese, perlopiù all'interno, avvenne sotto un aspetto [[barocco]].<ref>Clara Verazzo, Le tecniche della tradizione: Architettura e città in Abruzzo citeriore, Roma, Gangemi Editore, 2015, p. 58.</ref> [[Sebastiano Cipriani]] nel [[1711]] si occupò della ricostruzione della [[Duomo dell'Aquila|Cattedrale]], andata completamente distrutta dopo il terremoto, anche se il progetto della facciata fino al [[XX secolo]] rimase incompiuto, venendo terminato solo nel 1933.<ref>Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005.</ref>
 
Durante l'epoca barocca, continuò lo sviluppo urbano al livello architettonico, con la costruzione di nuovi palazzi.
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=== XIX secolo ===
Nel [[XIX secolo]] fu realizzato il [[Palazzo del Convitto]] presso l'ex convento francescano coi portici sul [[Corso Vittorio Emanuele (L'Aquila)|Corso Vittorio Emanuele]] e la facciata su Piazza Palazzo, sede della [[Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi]],<ref>{{cita web|url=https://www.fondazionetim.it/progetti/patrimonio-storico-artistico/biblioteca-provinciale-dellaquila|titolo=Biblioteca provinciale dell'Aquila|accesso=2021-01-06}}</ref> e inoltre fu progettata la facciata della Cattedrale, in [[stile neoclassico]], da [[Giovanni Battista Benedetti (architetto)|Giambattista Benedetti]] (1851).<ref name="Antonini"/> Il progetto tuttavia fu completato negli anni '30 del '900, venendo privato di molti ornamenti del disegno originario, mantenendo comunque i due campanili gemelli, ma non i fregi della facciata e la cupola presso il presbiterio. Al livello di architettura civile, furono poi costituiti ufficialmente i due principali viali cittadini: Corso Vittorio Emanuele e Corso Principe Umberto<ref name="Ciranna"/> con le facciata dei palazzi gentilizi [[Palazzo Cappa Cappelli|Cappa-Cappelli]], [[Palazzo Gatti|Gatti]], [[Palazzo Paone Tatozzi|Paone Tatozzi]], [[Palazzo Lucentini Bonanni|Lucentini-Bonanni]], [[Palazzo Quinzi|Quinzi]] (sede dell'istituto tecnico), [[Palazzo Pica Alfieri|Pica Alfieri]], e fu realizzato il [[Palazzo dell'Emiciclo]] in stile classico nel 1888 da Carlo Waldis,<ref name="Ciranna">Simonetta Ciranna, L’architettura del potere: il rafforzamento del Corso Vittorio Emanuele II e Federico II tra XIX e XX secolo, in Città e Storia, IV, n. 1, Roma, gennaio-giugno 2011, p. 215.</ref> sopra l'antico convento dei Cappuccini di San Michele dentro le mura. Quest'ultimo, insieme al [[Palazzo Centi]], rappresenta un vero trionfo dell'arte neoclassica aquilana, e dell'Abruzzo.
 
In ambito pittorico, tra la seconda metà dell'Ottocento e il primo Novecento, all'Aquila si distinse [[Teofilo Patini]] di [[Castel di Sangro]], che già a Napoli era divenuto famoso per le sue tele di denuncia sociale riguardo alle misere condizioni degli abitanti delle montagne abruzzesi, per il duro lavoro nei campi, e per le modeste aspettative di vita. Per L'Aquila, Patini realizzò le tele di ''[[Bestie da soma]]'' (1886), attualmente trasferita a Castel di Sangro,<ref>{{cita web|url=https://abruzzoweb.it/laquila-nuovo-gioiello-perso-bestie-da-soma-va-a-castel-di-sangro/|accesso=2021-01-06|titolo=L’AQUILA: NUOVO GIOIELLO PERSO, ”BESTIE DA SOMA” VA A CASTEL DI SANGRO}}</ref> ''Pulsazioni e palpiti'' (1888), dipinse il soffitto della biblioteca provinciale con ''L'Aquila'' nella forma allegoria dell'uccello rapace, e ''Gloria di San Massimo'' presso il Duomo, andata purtroppo distrutta nel sisma del 2009.
 
== XX secolo ==
Nel primo '900 la [[Basilica di Santa Maria di Collemaggio]] dovette subire restauri sulla facciata per un crollo dovuto al [[terremoto di Avezzano]] del [[1915]];<ref>{{cita web|url=https://www.ilcapoluogo.it/2018/02/26/collemaggio-79-anni-in-pochi-metri/|titolo=Collemaggio: 79 anni in pochi metri|accesso=2021-01-06}}</ref> sempre nello stesso anno fu costruita la [[Villa Silvestrella]] dalla famiglia Palitti,<ref>{{Cita news|lingua=|autore=Giovanni Baiocchetti, Francesca Marchi|titolo=L'Aquila, rinasce angolo fiabesco 'La Silvestrella'|url=http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=122195|data=22 luglio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150804102817/http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=122195|dataarchivio=4 agosto 2015}}</ref> in stile [[neogotico]] e [[liberty]] e, sempre intorno a questi anni iniziò a popolarsi la piana del Campo di Fossa a sud del [[Corso Federico II]], con villette in stile eclettico e rievocativo, sino alla costruzione di palazzi di rappresentanza negli anni del Ventennio, come l'[[Palazzo ex GIL (L'Aquila)|ex Casa del Balilla]], la [[Casa della Giovane Italiana]], e la [[Chiesa di Cristo Re (L'Aquila)|chiesa parrocchiale di Cristo Re]], negli [[Anni 1930|anni trenta]].<ref>{{cita web|url=http://ing.univaq.it/info_gr/Restauro%20Architettonico/citt%25e0%2520&%2520storia.pdf|accesso=2021-01-06|titolo=Il disegno della città e le sue trasformazioni}}</ref>
 
Durante il [[Storia del fascismo italiano|fascismo]] L'Aquila ebbe un nuovo sviluppo edilizio e monumentale di stampo [[Razionalismo italiano|razionalista]]. Nel [[1927]], a fianco della Chiesa delle Anime Sante, fu costruito in stile liberty il Palazzo delle Poste e Telegrafi, nel 1928 veniva inaugurato nella villa pubblica il Monumento ai caduti di [[Nicola D'Antino]], nel [[1934]] sempre da questo artista fu realizzato il suo capolavoro della ''[[Fontana Luminosa]]'',<ref>{{cita web|url=https://www.ilcapoluogo.it/2019/06/19/la-fontana-luminosa-85-anni-ben-portati-tra-storia-luci-e-magia/|accesso=2021-01-06|titolo=La Fontana Luminosa: 85 anni ben portati tra storia, luci e magia}}</ref> collocata davanti all'ingresso al corso Vittorio Emanuele, in stile razionalista e rievocativo, ispirato alla tradizione abruzzese delle donne che raccolgono l'acqua con la conca di rame. Sempre dal D'Antino furono restaurati i due efebi del complesso della ''[[Fontana vecchia (L'Aquila)|Fontana Vecchia]]'' di Piazza Duomo.<ref>{{cita web|url=https://www.ilcapoluogo.it/2020/11/18/piazza-duomo-il-cuore-dellaquila/|accesso=2021-01-06|titolo=L'AQUILA