Armistizio di Cassibile: differenze tra le versioni
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L{{'}}'''armistizio di Cassibile''' (detto anche '''armistizio corto''') fu un atto della [[seconda guerra mondiale]] che prevedeva la [[resa incondizionata]] delle forze armate italiane alle [[Alleati della seconda guerra mondiale|forze alleate]] con il conseguente disimpegno italiano dall'[[Potenze dell'Asse|Asse]]<ref>{{Treccani|https://www.treccani.it/enciclopedia/armistizio-di-cassibile_(Dizionario-di-Storia)/|Armistizio di Cassibile}}</ref> e l'inizio di fatto della [[cobelligeranza]] tra [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] in caso di attacchi armati della [[Germania nazista]].<ref>Formalmente la cobelligeranza iniziò il 13 ottobre 1943, con la dichiarazione di guerra italiana alla Germania. Tuttavia gli autori sono concordi nell'anticipare l'inizio di cobelligeranza, resistenza e guerra di liberazione all'8 settembre 1943. Le clausole dell'armistizio delineavano una serie di compiti difensivi e protettivi per le forze italiane nei confronti delle forze tedesche. L'art.2 recitava: "Italia farà ogni sforzo per sottrarre ai tedeschi tutti i mezzi che potrebbero essere adoperati contro le Nazioni Unite". L'art.8 recitava: "Immediata garanzia del libero uso di tutti i campi di aviazione e dei porti navali in territorio italiano senza tener conto del progresso dell'evacuazione delle forze
tedesche dal territorio italiano. Questi porti navali e campi di aviazione dovranno essere protetti dalle forze armate italiane finché questa funzione non sarà assunta dagli Alleati". L'art.9 recitava: "Garanzia da parte del Governo italiano che, se necessario, impiegherà le sue forze armate per assicurare con celerità e precisione l'adempimento di tutte le condizioni di questo armistizio". Allegato all'armistizio era un promemoria (il cd. "Documento Québec")
La stipula ebbe luogo in [[Sicilia]] nella frazione [[siracusa]]na di [[Cassibile]], in contrada Santa Teresa Longarini<ref>{{Cita|Vitali:1980|p. 97}}.</ref><ref>{{Cita|Chiodo:1990|p. 283}}.</ref><ref>{{Cita|Mayda:1992|p. 201}}.</ref> e [[proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|rimase segreta per cinque giorni]], nel rispetto di una clausola del patto che prevedeva che esso entrasse in vigore dal momento del suo annuncio pubblico. Il pomeriggio dell'{{Data|08|09|1943}} alle ore 17:30 (18:30 per l'Italia)<ref name="Annuncio BBC">{{Cita web | url = http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/september/8/newsid_3612000/3612037.stm | titolo = 1943: Italy's surrender announced | editore = [[BBC]] | accesso = 2020-02-29 }}</ref>, Radio Algeri trasmise il proclama in [[lingua inglese]] per bocca del generale statunitense [[Dwight D. Eisenhower|Dwight Eisenhower]]. Solo alle 19:42 il popolo italiano venne informato della firma grazie al [[proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|proclama]] del primo ministro [[Pietro Badoglio]] trasmesso dai microfoni dell'[[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche|EIAR]]<ref>{{Cita news | url = http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1609_02_1943_0216_0001_22308291/ | titolo = La comunicazione di Badoglio | pubblicazione = [[Stampa Sera]] | data = 1943-09-09 | accesso = 2020-02-29 }}</ref>.
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