Regio Esercito: differenze tra le versioni

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| Dimensione = ~{{formatnum:935000}} uomini (1915)<ref name=EI>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/esercito_italiano_1915.html Ordine di battaglia REI 1915]</ref><br />~{{formatnum:3045000}} uomini (1918)<ref name=R>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/esercito_italiano_1918.html Ordine di battaglia REI 1918]</ref><br />~{{formatnum:1875000}} uomini (1940)<ref name=REI>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/regio_esercito_1940_1.html Ordine di battaglia REI 1940]</ref><br />~{{formatnum:3095000}} uomini (1943)<ref name=RE>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/regio_esercito_1943.html Ordine di battaglia REI 1943]</ref><br />~{{formatnum:76500}} uomini (1944)<ref>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/esercito_regno_del_sud_1944.html Ordine di battaglia 1944]</ref><br />~{{formatnum:254000}} uomini (1945)<ref>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/regio_esercito_1945.html Ordine di battaglia nel 1945]</ref>
| Struttura_di_comando = [[Forze armate italiane|Forze armate del Regno d'Italia]]
| Descrizione_guarnigione = [[Stato Maggioremaggiore dell'Esercito italiano|Stato Maggiore]]
| Guarnigione = [[Torino]] ([[1861]]-[[1864]])<br />[[Firenze]] (1864-[[1871]])<br />[[Roma]] (1871-[[1943]])<br />[[Brindisi]] (1943-[[1944]])<br />[[Salerno]] (1943-[[1945]])<br />[[Roma]] (1945-[[1946]])
| Descrizione_equipaggiamento =
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*[[Guerra mahdista]]
*[[Guerra d'Eritrea]]
*[[Guerra d'di Abissinia]]
*[[RivoltaRibellione dei Boxer]]
*[[Guerra italo-turca]]
*[[Prima guerra mondiale]]
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| Descrizione_capo_cerimoniale =
| Capo_cerimoniale =
| Descrizione_Colonel_in_Chief = [[Capo di stato maggiore dell'Esercito italianoItaliano|Capi di Stato Maggiore]]
| Colonel_in_Chief = [[Luigi Cadorna]]<br />[[Armando Diaz]]<br />[[Pietro Badoglio]]<br />[[Alberto Pariani]]<br />[[Rodolfo Graziani]]<br />[[Vittorio Ambrosio]]<br />[[Mario Roatta]]<br />[[Raffaele Cadorna (1889-1973)|Raffaele Cadorna]]
| Comandanti degni di nota =
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L'anno successivo iniziarono gli impegni internazionali, nell'ambito della collaborazione con un corpo internazionale per la pacificazione della rivolta contro la dominazione [[Impero ottomano|turca]] durante la [[Guerra greco-turca (1897)|guerra greco-turca del 1897]], a cui il Regno d'Italia durante la [[rivolta di Creta del 1897-1898|rivolta di Creta]] con l'invio di un corpo di spedizione sbarcato a [[Suda (isola)|Suda]], nell'isola di [[Creta (Grecia)|Creta]], il 25 aprile [[1897]]. Parallelamente verranno costituiti i ''[[Regi corpi truppe coloniali]]'' - in Eritrea, [[Somalia]] e, successivamente, in Libia - per coadiuvare le truppe italiane nel controllo del territorio; queste truppe dovevano formare anche una classe media coloniale legata agli interessi degli imprenditori italiani.<ref>Domenico Quirico, ''[[Lo squadrone bianco]]''</ref>
 
Il 14 luglio [[1900]] venne costituito a [[Napoli]] il [[Corpo di spedizione italiano in Cina]] con reparti di esercito e fanteria di marina per contrastare la [[rivoltaribellione dei Boxer]] in [[Cina]] e difendere la [[concessione italiana di Tientsin]] ed i [[Protettorato|protettorati]] europei.<ref name=storia1/> Il 29 settembre [[1911]] iniziò la [[guerra italo-turca]], con il Regio Esercito che entrò il 5 ottobre a [[Tripoli]], nella primavera [[1912]] occupò il [[Dodecaneso]] e finì di conquistare il [[Fezzan]] nel [[1914]].<ref name=storia1/>
 
=== La prima guerra mondiale e l'intervento in Albania ed in Macedonia ===
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Nel 1918 il Regio Esercito fu impiegato anche all'estero: in [[Francia]] con il [[II Corpo d'armata italiano in Francia|II Corpo d'armata]] combatté a [[Offensiva di primavera#Friedensturm|Bligny]] (15 - 23 luglio) e lungo lo ''[[Chemin des Dames]]'' (10 - 12 ottobre); in [[Albania]] vinse la [[battaglia di Malakastra]] (6-9 luglio).
 
Operò anche sul fronte dei Balcani, con la [[Campagna di Albania]] e l'impegno in [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]], dove fu inviato un [[Corpo di spedizione italiano in Macedonia|corpo di spedizione]]. Le truppe italiane occuparono [[Durazzo]] il 29 dicembre 1915 e [[Bitola]] il 18 novembre 1916<ref name=storia2/> rimanendo fino al 1918.
 
Il conflitto mobilitò circa {{formatnum:4000000}} di militari, fece circa {{formatnum:600000}} caduti e {{formatnum:1500000}} tra feriti e invalidi.<ref name=storia2/> Dopo la sino alla fine della [[prima guerra mondiale]] la milizia territoriale quella mobile vennero sciolte confluendo nell'esercito.
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Durante il [[ventennio fascista]] il [[governo Mussolini]] tra gli anni '20 e '30 emanò alcune riforme relative all'assetto generale; e nel 1923 il ''[[Servizio Aeronautico]]'' viene separato dall'esercito trasformandosi nella ''[[Regia Aeronautica]]''. In questi anni inoltre videro la luce i primi reparti corazzati.<ref>{{Cita web |url=http://www.regioesercito.it/recensioni/lembo2.htm |titolo=Regio Esercito - Recensioni editoriali<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=24 aprile 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111204004035/http://www.regioesercito.it/recensioni/lembo2.htm |urlmorto=no }}</ref> Negli anni trenta il ''[[Regio Corpo Truppe Coloniali]]'' coadiuvò quelle nazionali durante il completamento dell'occupazione della Somalia, fino ad allora controllata solo parzialmente dalle truppe italiane nelle zone attorno alla capitale Mogadiscio e a pochi presidi lungo la costa. Il [[1935]] fu l'anno d'inizio della [[guerra d'Etiopia]] a cui il Regio Esercito partecipò varcando il [[Mareb]] il 3 ottobre ed entrando in [[Addis Abeba]] il 5 maggio [[1936]].<ref name=storia3>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19191939/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1919 - 1939|sito=esercito.difesa.it|accesso=23 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111020195825/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19191939/Pagine/default.aspx}}</ref>
 
Intanto durante gli [[anni 1930|anni trenta]] erano state progettate e prodotte nuove armi come il pezzo contraereo [[90/53 Mod. 1939]], l'[[obice]] [[149/19 Mod. 1937]] e il mortaio [[Ansaldo 210/22 Mod. 1935]] ma pochissimi esemplari furono prodotti e distribuiti per carenza di risorse. Nel campo dell'armamento individuale vi fu l'introduzione del [[Beretta MAB 38]] (usato da truppe speciali come la [[185ª Divisione paracadutisti "Folgore"]]), la mitragliatrice [[Breda Mod. 37]] o la pistola [[Beretta M34]] per ufficiali, anche se la stragrande maggioranza delle truppe utilizzarono armi obsolete risalenti ancora al primo conflitto mondiale, e i nuovi carri armati disponibili erano il carro [[CV33|L3]], leggero e con armamento fisso, e l'[[M11/39]], carro medio costruito con l'armamento principale in casamatta e armamento secondario in torretta, ma che si rivelò non particolarmente efficace.
 
[[File:El Alamein10.jpg|thumb|Il cannone 90/53 Mod. 39]]
 
Con lo scoppio della [[guerra civile spagnola]] nel 1936, venne inviato in [[Seconda repubblicaRepubblica spagnola(Spagna)|Spagna]] in aiuto dei Nazionalisti di [[Francisco Franco]] il [[Corpo Truppe Volontarie]], nel 1937 venne istituito il corpo della [[Guardia alla Frontierafrontiera]], seguite alla riforma del reclutamento con Regio decreto 24 febbraio 1938-XVI, n. 329 e dal relativo regolamento di esecuzione di cui al Regio decreto 6 giugno 1940, n. 1481. Fu istituito il primo reparto paracadutisti, una compagnia di fanti libici inquadrati da ufficiali e sottufficiali italiani, che effettuò il primo lancio il 28 marzo 1938 a [[Castel Benito]], in Libia.
 
Nell'aprile del 1939, in seguito all'[[invasione italiana dell'Albania]], l'esercito occupò e presidiò le più importanti città dell'ex regno di [[Zog I di Albania|Zog I]].<ref name=storia3/>
 
=== La seconda guerra mondiale ===
{{vedi anche|Superesercito|Battaglia delle Alpi Occidentali|Campagna dell'Africa Orientale Italiana (1940-1942)|Campagna italiana di Grecia|Campagna del Nord AfricaNordafrica|divisioni del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale|Reparti italiani al fronte orientale|Fronte jugoslavo (1941-1945)}}
 
Allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] quando la [[Germania nazista]] invase la [[seconda Repubblica di Polonia]], l'Italia dichiarò la propria "[[non belligeranza]]" poiché Mussolini, conscio del fatto che le [[guerra di d'Etiopia|guerre di Etiopia]] e di [[guerra civile spagnola|Spagna]] avevano pesantemente intaccato le scorte dell'esercito e bloccato il suo ammodernamento. Tuttavia i fulminei successi della [[Wehrmacht]] e l'impressione che il conflitto sarebbe durato poco indussero però il ''duce'' a bruciare le tappe e a sancire l'[[entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale]] il 10 giugno [[1940]]. Al momento dell'entrata in guerra il Regio Esercito diponeva di 75 divisioni, ma presentava gravi carenze nell'armamento: infatti l'[[artiglieria]] risaliva al primo conflitto mondiale, i carri armati erano leggeri con corazza ed armamento inadeguati, mancavano gli automezzi, le [[Mitragliatrice|mitragliatrici]] erano insufficienti, le divise erano di pessima qualità e mancavano equipaggiamenti e attrezzature adatte alle aree dove si sarebbe operato (Libia, [[Unione Sovietica]], Albania, [[Regno di Grecia|Grecia]]).
 
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-783-0104-38, Nordafrika, italienische Panzer M13-40.jpg|thumb|Carri [[M13/40]] in movimento nel deserto, aprile/maggio 1941]]
 
Durante la [[campagna di Francia]], la [[battaglia delle Alpi Occidentali]] fu la prima operazione in cui venne impiegato il Regio Esercito, e si risolse con una vittoria tattica italiana bilanciata dall'occupazione italiana di alcuni comuni lungo il confine, cone sancito dall'[[armistizio di Villa Incisa]]. Si concluse con la sconfitta invece l'iniziativa in [[Africa Orientale Italiana|Africa orientale]] dove, nonostante il successo ottenuto con la conquista della [[Somalia Britannicabritannica]], i reparti del Regio Esercito ivi stanziati rimasero fin dall'inizio isolati dalla Madrepatria subendo, nel maggio [[1941]], un'inevitabile disfatta nella [[seconda battaglia dell'Amba Alagi]]. Ai soldati italiani sconfitti venne comunque tributato da parte delle vittoriose truppe britanniche l'[[onore delle armi]]. L'ultima disperata resistenza in questo teatro di operazioni fu attuata dalle unità al comando del [[generale]] [[Guglielmo Nasi]] nel corso della [[Battaglia di Gondar]], che ebbe termine con la resa degli ultimi presidi nel novembre 1941.<ref name=storia4>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19401943/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1940 - 1943|sito=esercito.difesa.it|accesso=23 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111020195844/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19401943/Pagine/default.aspx}}</ref>
 
Nel frattempo, in Africa settentrionale, le poco numerose ma molto mobili e ben equipaggiate forze della [[Western Desert Force]] sconfissero e fecero prigionieri decine di migliaia di soldati italiani, distruggendo inoltre le dieci divisioni della 10ª Armata (tra cui [[63ª Divisione fanteria "Cirene"|''Cirene'']], [[62ª Divisione fanteria "Marmarica"|''Marmarica'']], [[Brigata "Catanzaro"|''Catanzaro'']]) e conquistando le piazzeforti di [[Bardia]] e [[TobrukTobruch]] oltre che l'intera [[Cirenaica]]. Per sostenere il Regio Esercito in questo teatro i Tedeschi inviarono in aiuto un gruppo di divisioni raggruppate nell'[[Afrika Korps]] al comando del generale [[Erwin Rommel]]. Negli anni che seguirono l'Armata Corazzata Italo-tedesca riuscì a spingersi sino a circa 80&nbsp;km da Alessandria d'Egitto ma in conseguenza della sconfitta di [[seconda battaglia di El Alamein|El Alamein]] anche la Libia dovette essere abbandonata alle forze britanniche, mentre le ultime resistenze ebbero termine nel maggio [[1943]] in [[Tunisia]], dopo che questo territorio era stata occupato dalle forze Italo-Tedesche come reazione all'[[Operazione Torch]].
 
Nell'ottobre 1940 ebbe invece inizio la [[campagna italiana di Grecia]]. L'operazione risultò essere mal pianificata e mal preparata, con i soldati italiani che si ritrovarono quasi subito in inferiorità numerica e in una difficile situazione logistica rispetto ai Greci e che vennero conseguentemente respinti fin dentro i confini albanesi. Il lento ma continuo affluire dei rinforzi italiani permise poi di fermare l'avanzata ellenica ma l'elemento determinante per l'esito del conflitto fu l'[[operazione Marita|intervento tedesco]]. Contemporaneamente all'azione in Grecia reparti tedeschi, italiani e ungheresi [[Invasione della Jugoslavia|invadevano la Jugoslavia]], piegandone la resistenza in undici giorni.
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Da quel momento il Regio Esercito dovette impegnarsi in un ingrato e logorante compito di occupazione di parte del territorio greco e jugoslavo dove furono schierate nel periodo 1941-1943 oltre 30 divisioni; il teatro balcanico fu l'area dove furono impiegati il maggior numero di soldati italiani. Fin dal luglio 1941 in vaste zone della Jugoslavia si sviluppò la crescente resistenza dei [[partigiani jugoslavi]] di [[Josip Broz Tito]] che misero a dura prova le truppe italiane in Montenegro, Bosnia, Dalmazia e Slovenia. Nonostante l'ingente spiegamento di forze, le continue operazioni anti-partigiane e la collaborazione dei [[cetnici]], nel 1943 le divisioni del Regio Esercito subirono una pesante sconfitta nella [[battaglia della Neretva]].
 
Nel luglio [[1941]] Mussolini decise l'invio al [[fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]] di un corpo di spedizione italiano raggruppato nel ''[[Reparti italiani al fronte orientale|CSIR]]'' (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) e ampliato un anno dopo fino a creare l{{'}}''ARMIR'' (ARMata Italiana in Russia). L'[[Armata Rossa]] e il rigore dell'inverno russo misero a dura prova i soldati italiani al fronte, travolti dall'[[operazione Piccolo Saturno]] e dall'[[offensiva OstrogorzkOstrogožsk-Rossoš']]. Circa {{formatnum:80000}} militari non tornarono mai in Italia.<ref name=storia4/>
 
Nel luglio 1943 gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] diedero il via all'[[operazioneSbarco Huskyin Sicilia|invasione della Sicilia]] e in poco più di un mese presero il completo controllo dell'isola.
 
==== La guerra di liberazione ====
{{vedi anche|Regno del Sud|Guerra di Liberazioneliberazione italiana|Guerra civile in Italia (1943-1945)|Esercito Cobelligerante Italiano|Resistenza italiana}}
[[File:Re brindisi.jpg|thumb|left|Puglia, settembre 1943: dopo l'armistizio, Vittorio Emanuele III passa in rassegna una formazione del Regio Esercito, probabilmente appartenente al [[PrimoI Raggruppamento Motorizzato]].]]
Caduto il governo Mussolini il 25 luglio 1943, il maresciallo d'Italia [[Pietro Badoglio]] fu incaricato dal re di guidare il governo e iniziò a intavolare le trattative di resa con gli anglo-americani, l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] venne firmato il 3 settembre 1943 e reso pubblico dagli Alleati l'8 settembre, poco dopo anche Badoglio [[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|confermava la notizia]].
 
All'annuncio dell'armistizio, la [[Wehrmacht]] diede il via alla già preparata [[Operazione Achse]], le truppe tedesche intimarono ai reparti italiani di scegliere se continuare a combattere al loro fianco o di deporre le armi, le unità del Regio Esercito che rifiutarono queste intimazioni vennero attaccate e generalmente sopraffatte, in alcuni casi si ebbero fucilazioni di massa dei prigionieri come durante l'[[eccidio di Cefalonia]], in altri casi alla resa seguì la decimazione degli ufficiali. Solo in [[Sardegna]] e [[Corsica]] il Regio Esercito ebbe la meglio sui tedeschi. Nei [[Penisola balcanica|Balcani]] alcuni di coloro che riuscirono a fuggire all'[[Internati Militari Italiani|internamento]] entrarono a far parte dei movimenti partigiani locali, creando anche proprie unità nazionali come le divisioni partigiane [[Divisione italiana partigiana "Garibaldi" (Montenegro)|Garibaldi]] e [[Divisione Italia|Italia]].<ref name=storia5/>
Anche in Italia i soldati del regio esercito sfuggiti alla cattura da parte tedesca entrarono nelle unità partigiane e della Resistenza, tra cui le [[formazioni autonome militari]] e il [[fronte militare clandestino]]. Inoltre, al [[Governo Badoglio I|Governo Badoglio]] fu permesso di dar vita al [[PrimoI Raggruppamento Motorizzato]] per combattere insieme agli anglo-americani. Il battesimo del fuoco di questa unità si ebbe nel dicembre 1943 con la positiva [[battaglia di Montelungo]]. Il PrimoI Raggruppamento Motorizzato diventò [[Corpo Italiano di Liberazione]] fino all'ottobre 1944, quindi furono organizzati cinque [[Gruppi di Combattimento]] che risalirono l'Italia, sempre insieme agli Alleati, fino a [[Milano]] e [[Venezia]].<ref name=storia5>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/STORIA/STORIA_ESERCITO/19431945/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1943 - 1945|sito=esercito.difesa.it|accesso=23 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111018211838/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19431945/Pagine/default.aspx}}</ref>
 
La [[seconda guerra mondiale]] costò al Regio Esercito {{formatnum:161729}} tra morti e dispersi fino all'8 settembre 1943, {{formatnum:73277}} nel periodo settembre - ottobre 1943, circa {{formatnum:12000}} nella lotta di liberazione e circa {{formatnum:60000}} periti nei [[Campo di concentramento|campi di concentramento]].<ref name=storia5/>
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* addestramento e complementi (Centro Addestramento Complementi di [[Cesano (Roma)|Cesano]] e [[Comando per la formazione e Scuola di applicazione|scuole]]) su {{formatnum:10000}} uomini<ref name=sito6>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19461947/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1946 - 1947|sito=esercito.difesa.it|accesso=23 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110704160004/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19461947/Pagine/default.aspx}}</ref>
 
Lo [[Stato Maggioremaggiore dell'Esercito italiano|Stato Maggiore]] diramò disposizioni in tal senso nel marzo [[1946]]. Ognuno degli 11 comandi territoriali disponeva di un [[centro addestramento reclute]] a livello reggimentale e di un reggimento fanteria autonomo, tranne la [[Sicilia]] che poteva avvalersi di due divisioni. Una divisione, due battaglioni e sei raggruppamenti rimasero invece alle dirette dipendenze degli Alleati. Nel corso del 1946 le tre divisioni di sicurezza interna si tramutarono in [[Brigata|brigate]] su due reggimenti di fanteria e un gruppo di [[artiglieria]], mentre la [[cavalleria italiana]] riprese vita tramite l'assegnazione ad ogni divisione di un gruppo di [[Squadrone|squadroni]] dotati di veicoli cingolati.<ref name=storia5/>
 
Con la [[nascita della Repubblica Italiana]] e la decisione di [[Umberto II d'Italiadi Savoia|Umberto II]] di lasciare il paese, dopo aver sciolto l'esercito dal giuramento di fedeltà al Re, ma non alla Patria, il Regio Esercito prese a definire le forze di terra italiane e cambiò nome in [[Esercito Italiano]].
 
== Personale ==
=== Composizione ===
Le truppe erano costituite in massima parte da cittadini italiani, sebbene fossero presenti anche individui di nazionalità diversa, soprattutto con lo sviluppo del [[colonialismo italiano]] e nei ''[[regi corpi di truppe coloniali]]'' furono inquadrati indigeni residenti nelle colonie africane. Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] furono anche istituite [[truppe straniere nel Regio Esercito]].
 
=== Modalità di arruolamento ===
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== Corpi disciolti ==
I corpi disciolti durante la storia della forza armata furono la [[Guardia Nazionalenazionale Italianaitaliana]] esistita tra il 1861 ed il 1876 e poi i corpi e reparti delle [[truppe straniere delnel Regio Esercito]]. Tra i principali vi erano:
 
;Cacciatori d'Africa
Riga 257:
Truppe italiane stanziate in Albania.
 
;Guardia alla Frontierafrontiera
{{Vedi anche|Guardia alla Frontierafrontiera}}
Truppe stanziate ai confini terrestri del Regno d'Italia.
 
;Guardia Nazionalenazionale Italianaitaliana
{{Vedi anche|Guardia Nazionalenazionale Italianaitaliana}}
Truppe post-uniatarieunitarie impiegate nella repressione del [[brigantaggio]].
 
;Guardia reale albanese
Riga 273:
Truppe impiegate come esercito coloniale nella [[Concessione italiana di Tientsin]].
 
;Raggruppamento Centricentri Militarimilitari
{{Vedi anche|Raggruppamento Centricentri Militarimilitari}}
Truppe composte essenzialmente da stranieri impiegate nella Seconda guerra mondiale.
 
Riga 291:
* {{cita libro|cognome=Morandi|nome=Giovanni|titolo=Alpini, dalle Alpi all'Afghanistan|anno=2003|editore=Poligrafici editoriali|città=Bologna|cid=G. Morandi}}
* <cite id=Quirico> </cite>{{cita libro|cognome= Quirico |nome= Domenico |titolo= [[Lo squadrone bianco]] |dataoriginale= settembre 2002 |edizione= I edizione |data= |anno= |editore= Mondadori |città= Milano |isbn= 88-04-50691-1}}
* [http://books.google.it/books?id=T_QRAAAAYAAJ Annuario dell'Italia militare per il 1864] tip. scolastica di S. Franco e figli, 1864, originale alla all'[[Università Harvard University]]
 
== Voci correlate ==
* [[Alpini]]
* [[Arma del Geniogenio]]
* [[Bersaglieri]]
* [[Divisioni del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale]]