Paul Preuss: differenze tra le versioni

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Gli anni tra il [[1907]] e il [[1913]] sono pieni di successi alpinistici, e diviene uno dei migliori alpinisti dell'epoca. Inoltre, fa parlare molto di sé a causa delle sue teorie in controtendenza con lo spirito alpinistico del tempo. Sostiene infatti con i suoi contemporanei una vera e propria "polemica sui [[chiodo da roccia|chiodi]]", cioè sull'abuso dei chiodi e dei mezzi artificiali durante le scalate. Nei suoi pochi anni di vita scala centinaia di cime, apre nuove vie (quasi sempre da solo e senza assicurazione), si dedica allo scialpinismo con traversate di interi gruppi montuosi al punto che può essere annoverato tra i pionieri dello sci d'alta montagna e uno dei migliori scialpinisti dell'epoca. Viaggia molto d'inverno nelle Prealpi bavaresi e nelle Alpi di Berchtesgaden, nel Kaiser e nel Wetterstein, nelle zone montane di Kitzbühel, Zillertal e Stubai. E' particolarmente attratto dalle grandi traversate con gli sci, come nel gruppo del Glockner e del Venezia, dove scala con gli sci il Großglockner, il Großvenediger e la Dreiherrenspitze. In breve scala tutte le vette della [[Val Sarentino]]. Effettua notevoli ascensioni sempre con gli sci nelle [[Alpi Graie]] con il [[Gran Paradiso]], nel gruppo del [[Monte Rosa]] con lo Zumsteinspitze, [[Punta Gnifetti]] e Parrotspitze nonché nel gruppo del [[Bernina]].
 
Il 3 ottobre [[1913]] muore precipitando dallo spigolo nord del [[Hoher Dachstein|Mandlkogel]], una montagna nella sua terra natale. Nessuno sa cosa sia successo esattamente perché, come tante altre volte, era solo e arrampicava slegato.
 
L'ostruzionismo subito da Preuss in quegli anni, è dovuto al fatto che la [[Prussia]] conosce una lunga serie di ostilità ed esclusione antisemita, e la stessa Associazione alpina tedesca e austriaca (DÖAV) rifiuta per anni di accettare questo eccezionale scalatore tra i suoi membri. Solo più tardi è accettato nel Club Alpino Accademico di [[Monaco di Baviera|Monaco]], che si definiva l'élite dell'alpinismo. Negli anni successivi il DÖAV diviene molto presto antisemita e gli alpinisti ebrei iniziano gradualmente ad essere esclusi dalle singole sezioni. Ma non furono esclusi solo gli attivisti: l'obiettivo era anche quello di sminuire i successi degli alpinisti ebrei e di farli dimenticare. Già negli anni '20 il nome di Preuss è cancellato dai libri di storia dal Club alpino, le sue pubblicazioni sono eliminate e le sue azioni sono messe a tacere e dimenticate in Germania per motivi antisemiti. Solo negli anni Sessanta del secolo scorso il suo ricordo si ravvivò: rimase sempre presente nelle Dolomiti e ritornò nella coscienza degli alpinisti austriaci e tedeschi.