Emilio Geiler: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Figlio di Lebrecht, macchinista delle ferrovie svizzere, fu trasferito fin dalla fine del XIX secolo da [[Gotthardbahn]] a [[Bellinzona]], anche se la sua famiglia era di lingua tedesca. La stazione di Bellinzona era un importante snodo ferroviario ed il personale proveniva dalla parte tedesca della svizzeraSvizzera, perciò anche il giovane Emilio ebbe modo di frequentare la "chiesa riformata" e la sua comunità. Anche lui si impiegò come macchinista delle [[Ferrovie Federali Svizzere]] e visse e lavorò a Bellinzona, dove peraltro la comunità di origine tedesca ebbe per decenni un trattamento di favore rispetto alla popolazione locale, permettendo loro un tenore di vita più elevato<ref name="storia">{{Cita notizia|lingua=it|autore=Enrico Geiler|url=https://lanostrastoria.ch/entries/aVMXWo1X83J|titolo=Emilio Geiler|pubblicazione=La nostra storia|mese=giugno|anno=2017|p=|accesso=23 aprile 2024|cid=}}</ref>.
 
Fu autore di un'autobiografia dal titolo ''Il macchinista Lombardi: Dalla vita di un ferroviere'', del romanzo ''L'Espresso del Gottardo 41 è scomparso'', opera per la quale nel 1951 fu insignito del ''Prix Chatrian'', premio francese di letteratura ferroviaria e tradotto in varie lingue, e del romanzo ''Echtes Falschgeld''. Fu collaboratore di alcuni periodici e giornali. Fu inoltre un socialista e si impegnò contro il nazifascismo<ref name="storia"/>.