Generalplan Ost: differenze tra le versioni
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Il Generalplan Ost, essenzialmente un grande progetto di [[pulizia etnica]], fu diviso in due parti: il ''Kleine Planung'' ("Piccolo piano"), che comprendeva azioni che dovevano essere intraprese durante la guerra, e il ''Große Planung'' ("Grande piano"), che prevedeva il comportamento da tenere dopo l'ipotetica vittoria tedesca. Si presupponeva che, in seguito alla sconfitta dell'[[Unione Sovietica]], il territorio del Reich sarebbe arrivato a inglobare, oltre ai territori degli attuali Stati di Polonia, Lettonia, Lituania, Estonia, Bielorussia e Ucraina, tutta la [[Russia europea]], il [[Caucaso]] e parte del [[Kazakistan]] occidentale, fino ai [[Monti Urali]]. 
[[File:PlanGPnn.jpg|thumb|Mappa del Piano Generale per l'Est di maggio 1942]] 
Il piano prevedeva la [[germanizzazione]] di tutti i territori conquistati, da attuare tramite la rimozione delle popolazioni locali, che andavano in parte sterminate e in parte deportate oltre gli Urali, nei territori remoti della [[Russia 
Nel giro di dieci anni, il piano prevedeva la [[schiavitù|riduzione in schiavitù]], il [[genocidio]], l'espulsione o la germanizzazione della maggior parte dei popoli non tedeschi che vivevano nei territori annessi al [[Terzo Reich]]. La percentuale di membri dei vari gruppi etnici non tedeschi da sterminare o deportare variava dal 100% di ebrei, rom e [[letgalli]], 85% di lituani, 80-85% di polacchi, 65-75% di russi (50-60% da eliminare, 15% da deportare in Siberia), 65% di ucraini e 50% di cechi, lettoni ed estoni.<ref>{{Cita libro|autore = Romuald J. Misiunas, Rein Taagepera, Georg von Rauch|titolo = The Baltic States: Years of Dependence, 1940-80|anno = 1983|editore = University of California Press|città = Los Angeles}}</ref>  
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