San Giovanni in Fiore: differenze tra le versioni

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== Origini del nome ==
Da uno studio condotto dall'architetto Pasquale Lopetrone<ref name="Pasquale Lopetrone 2008, pp. 189-202">{{cita|Lopetrone, 2008|pp. 189-202 }}.</ref>, si evince che l'origine del toponimo di San Giovanni in Fiore si è evoluto attraverso tre distinte fasi, ognuna rappresentativa di tre distinti momenti storici dell'insediamento umanomilitare su questi territori. Le tre fasi sono indicate coi nomi dei toponimi: ''Fara'', ''Fiore'' e ''San Giovanni in Fiore''. Il primo toponimo, ''[[Fara (Longobardi)|Fara]]'', che coincide con la prima fase, deriva dall'insediamento militare sorto sul luogo dove ora sorge l'abbazia florense, che fu chiamato "Faradomus" (la casa della Fara). Il termine ''Fara'' deriva dal [[lingua longobarda|longobardo]] e indica il contingente militare migrante, con cui i longobardi riuscirono ad insediarsi anche in Italia. Dalla "Fara" silana, che è la più a sud d'Europa, i longobardi attaccarono Crotone distruggendolo sul finire del VI secolo, nonché difendevano i loro insediamenti in Val di Crati. Gli scavi archeologici condotto di recente sulle fondamenta dell'Abbazia Florense, hanno portato alla luce i resti monumentali di un edificio preesistente al complesso Abbaziale che potrebbe essere connesso all'insediamento longobardo dell'area. La tesi dell'insediamento longobardo avanzata da Lopetrone spiegherebbe la facilità con cui i florensi si insediarono in pochi mesi sui territori di "Faradomus", dove poi sorse l'abbazia, mettendoli a coltura dopo la concessione elargita da Enrico VI, nell'ottobre del 1194. Ciò fu possibile solo grazie ai canali d'irrigazione esistenti, realizzati in origine dai longobardi, che occuparono l'area per quasi 300 anni, rendendo per forza coltivabile il territorio su cui poi si è sviluppato l'abitato di San Giovanni in Fiore e non solo questo. Il secondo toponimo "Fiore", che coincide con la seconda fase, è legata alla stabilizzazione su questi luoghi dell'abate Gioacchino che, già nel 1189, denominò il territorio ''Fiore'', volendo generare un parallelismo con [[Nazaret]]h il Fiore della Galilea (a Nazareth avvenne l'annuncio dell'arrivo del Figlio, a Fiore avverrà l'annuncio di un nuovo frutto: l'Età dello Spirito Santo). L'abate dedicò Fiore, l'insediamento da lui fondato a Jure Vetere, a san Giovanni Evangelista, mettendo in pratica, attraverso la costruzione delle sue ''Domus Religionis'', il suo modello di ''Ecclesia giovannea Spirituale,'' preludio della terza età (fase) della storia dell'umanità, congregata su vaste aree facenti capo a piccole case-chiese "aperte a tutta la gente, desiderosa di conoscere i nemici delle loro anime", disposte lungo le principali strade carovaniere della Sila Piccola, antiche strade in terra disposte trasversalmente che collegavano le aree del mare Tirreno a quelle del mare Ionio<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pasquale Lopetrone|titolo=San Martino di Giove a Canale di Pietrafitta - Restauri 2014-2015|rivista=|volume=monografia|numero=ISBN 978-88-97632-61-0}}</ref>. Per i florensi la Chiesa non era l'edificio sacro ma la Comunità Cristiana congregata nel vivere da veri cristiani in un ambito aperto, senza corti chiuse, diffusamente in tutti i luoghi, sulle strade, tra la gente. A Fiore Gioacchino incominciò nell'ultima fase della sua esistenza a dar corpo al suo Monastero titolato a San Giovanni in Fiore, composto da sette domus religionis ad immagine della Gerusalemme Celeste, designate alla congregazione cristiana florense pronta a vivere in terra il Regno di Dio. Il monastero florense di San Giovanni in Fiore delle origini (1189-1202) è senza dubbio il primo modello assoluto di Chiesa Giovannea Spirituale congregata, preludio della terza età del mondo. Il titolo ''Monasterium de Sancti Ioannes de Flora'' rimase anche dopo la morte del protoabate florense, pertanto, non fu difficile chiamare ''San Giovanni in Fiore'' anche l'insediamento civile istituito nel 1530, quando l'imperatore [[Carlo V]] autorizzò all'abate commendatario Salvatore Rota a Mantova a fondare un casale, sul Cuneo (cugnale) di terra soprastante l'abbazia versante orientale, interposto tra il vallone fra Vicienzu e il canale badiale che scendeva sul crinale centrale di monte Faradomus o Difesa, passando per l'attuale ufficio postale. L'abitato civile assunse, quindi, lo stesso titolo già assegnato da Gioacchino al Monastero florense delle origini.
 
 
== Storia ==